Church pocket/61: Leone XIV, la sorpresa dello Spirito Santo Il racconto emozionante del nostro inviato Pietro Santoro

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Sono stato lì, come inviato di Merateonline, in Piazza San Pietro, dalla prima fumata nera della sera del 7 maggio. Ho sentito l'attesa pesare sul cuore, tra sussurri, preghiere silenziose e occhi pieni di speranza rivolti al comignolo della Cappella Sistina.

Ho vissuto ogni istante, ogni emozione, ogni brivido di attesa, sapendo di essere testimone diretto di un momento storico che avrebbe segnato il cammino della Chiesa. Poi, finalmente, il fumo bianco.

Una gioia indescrivibile, un sollievo, una certezza profonda: la Chiesa è nelle mani di Dio. Ho ascoltato l'annuncio solenne e, trattenendo il respiro, ho visto con i miei occhi Robert Francis Prevost diventare Papa Leone XIV.
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L’elezione di Robert Francis Prevost a Papa Leone XIV stata un evento sorprendente, che nessuna previsione aveva anticipato, il segno che Dio non lascia mai sola la sua Chiesa. Mentre in piazza si susseguivano discussioni e speculazioni, la realtà ha superato ogni immaginazione, mostrando chiaramente che il cammino della Chiesa segue percorsi misteriosi e straordinari. Questa elezione è stata come un faro improvviso che ha illuminato con dolcezza e determinazione il cuore di tutti, ricordandoci che la guida della Chiesa non è solo opera umana, ma è sostenuta da una forza divina costante: c’è una Provvidenza che guida oltre ogni previsione umana. Lo Spirito Santo spesso ci lascia giocare con le nostre ipotesi, ma poi ci prende per mano e ci riporta sulla strada giusta. Le prime parole di Leone XIV sono state semplici ma profonde: «La pace sia con tutti voi». Non è solo un verso liturgico, ma un messaggio chiaro: è il salito del Cristo Risorto il giorno di Pasqua. È l’annuncio della pace autentica di Gesù, concreta e reale, che parla al mondo intero. La scelta di chiamarsi Leone XIV evoca non solo Leone XIII, papa della giustizia sociale e della vicinanza ai poveri, ma anche Leone Magno, il papa che difese con fermezza la dottrina della Chiesa e che fu punto di riferimento in tempi difficili. Questa scelta indica chiaramente la direzione pastorale del suo pontificato, unendo coraggio, giustizia e vicinanza concreta.
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Leone XIV, figlio spirituale di Sant’Agostino, incarna uno stile pastorale genuino: vicino al popolo, umile, ma con una forte autorevolezza teologica e spirituale. Come Agostino, il nuovo papa mette al centro Cristo e il suo messaggio salvifico, ricordandoci con forza che la missione principale della Chiesa è annunciare il Vangelo con chiarezza e autenticità. Prevost è un uomo di Chiesa completo: esperto in diritto canonico, giusto e misurato, ma anche un missionario. Ha conosciuto la Curia romana abbastanza per comprenderla, ma senza lasciarsi coinvolgere in giochi di potere. Una figura di equilibrio e sapienza pastorale. È una Chiesa sinodale, che ascolta tutti ma riconosce Cristo come unico vero Pastore quella che traccia nelle sue prime parole. Affidando il suo ministero alla Madonna del Rosario di Pompei, proprio nel giorno della sua festa, Leone XIV rivela un cuore profondamente mariano e umile. È il gesto di una Chiesa che vive di fede autentica, che parla con semplicità e verità al cuore del mondo contemporaneo. L’elezione di Leone XIV, così inattesa eppure così perfetta, è davvero conforto discreto di Dio che ci ricorda che non siamo mai soli. Lo Spirito Santo guida la Chiesa con dolcezza e determinazione, oltre le nostre fragilità e i nostri dubbi, per amore di tutti noi.
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Quello che ho visto e vissuto in piazza, l’emozione travolgente, la presenza viva e vibrante di persone provenienti da ogni angolo del pianeta, mi ha confermato una certezza: l'elezione di Leone XIV apre davvero un capitolo nuovo per la Chiesa. Non una semplice continuità con il passato recente, ma una svolta autentica e profonda, guidata da un uomo che ha saputo aspettare il tempo di Dio. Ed io ero lì, testimone privilegiato di questa storia straordinaria, circondato da un coro di voci e lingue diverse, unite nella stessa preghiera e nella stessa speranza. Un'immagine viva e potente di una Chiesa universale, capace di rinnovarsi, mantenendo saldo il legame con le proprie radici più profonde. Un momento storico, un’emozione che custodirò per sempre, immaginando che questo pontificato sarà davvero capace di parlare con chiarezza e forza ai cuori di tutti gli uomini, ovunque si trovino, perché nato da un autentico gesto di amore e di fiducia nello Spirito Santo.
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Colgo questo spazio per ringraziare la redazione di Merateonline, nella persona del Direttore Claudio Brambilla, per avermi concesso e regalato la singolare esperienza di essere testimone e cronista di un evento straordinario, che segna la storia della Chiesa e che segnerà anche la mia storia. 

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Pietro Santoro
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