Merate: Giunta immobile. L'entusiasmo si è spento. Ora solo improvvisazione
Caro Direttore,
scrivo queste righe con uno spirito prima di tutto civico, ancor prima che politico. Perché amare la propria città significa guardarla negli occhi, riconoscerne i limiti, denunciarne i problemi, ma anche indicare una strada diversa, migliore, possibile.
Esattamente come spesso accade a te direttore con il tuo giornale.
Il giudizio sull’amministrazione Salvioni, a un anno dal suo insediamento, non può che essere severo. Basta guardarsi attorno, basta ascoltare chi vive quotidianamente Merate: giovani, famiglie, commercianti, anziani. Troppi annunci, pochi fatti. Occasioni perse, silenzi imbarazzanti là dove servivano decisioni coraggiose. E poi aumenti, solo aumenti. A oggi, nessuna visione strategica. Il bilancio del 2025 è ormai storia: opere zero. E sul 2026 nulla sembra all’orizzonte. Quella attuale è un’amministrazione che ha rinunciato a governare, rifugiandosi in una gestione tecnica limitata al minimo indispensabile. Fatta eccezione per qualche battaglia ideologica cara alla sinistra, spesso mal gestita. Emblematici i casi dell’assessore Riva: prima sul parco Berlusconi, poi – ben più grave – sul tema del bullismo. Episodi che avrebbero dovuto portare, quantomeno, a una seria riflessione sulle deleghe. A questo punto, una domanda tutt’altro che banale: dobbiamo compiacerci di questo fallimento, sperando di raccoglierne i frutti elettorali?
Oppure dobbiamo preoccuparci, perché vogliamo davvero bene a Merate, e sappiamo che altri quattro anni così sarebbero insostenibili? Io scelgo la seconda strada. Perché Merate non può permettersi altri quattro anni di immobilismo, di rinunce, di indecisione. La nostra città ha bisogno di una nuova giunta, di un’idea forte, di persone capaci – con entusiasmo, competenza e maggior esperienza – di guidare una vera rinascita.
Serve coraggio. Non serve una visione ideologica, tanto più se sterile. Chi oggi si impegna in politica deve avere un solo obiettivo: non approfittare del fallimento altrui, ma costruire un’alternativa seria, credibile e concreta. Perché il futuro non si improvvisa: si progetta, si costruisce insieme. Solo così si può restituire dignità a una comunità che ha ancora voglia di credere in sé stessa. Per questo: forza, Mattia.
Tutti confidiamo nella tua voglia di fare bene per i cittadini ma devi essere il primo a renderti conto della gravità situazione e chiedere una mano se non ce la si fa. Quatto anni sono lunghissimi per una cittadina equivale a star fermi un decennio.
E non c’è nulla di male – anzi, c’è intelligenza e rispetto – nel rivedere la squadra, nell’aprirsi a chi ha esperienza, nel chiedere aiuto dove serve. Nessuno vuole vedere affondare una città ricca di competenze e di persone pronte a impegnarsi. Perché è ormai chiaro a tutti: così com’è, si va a sbattere. E Merate non lo merita. Non lo merita nemmeno il Sindaco, che va si sostenuto, ma anche criticato, per il bene della città, peró se l’atteggiamento resta quello del marchese del Grillo sará un problema per tutti non solo per lui.
L’entusiasmo del cambiamento – che ricordava quasi lo spirito dei 5 Stelle della prima ora – si è spento, forse troppo in fretta.
E ha lasciato il posto all’improvvisazione. Ma perseverare negli stessi errori sarebbe ancora più grave. Con stima e con senso di responsabilità, Il Meratese
scrivo queste righe con uno spirito prima di tutto civico, ancor prima che politico. Perché amare la propria città significa guardarla negli occhi, riconoscerne i limiti, denunciarne i problemi, ma anche indicare una strada diversa, migliore, possibile.
Esattamente come spesso accade a te direttore con il tuo giornale.
Il giudizio sull’amministrazione Salvioni, a un anno dal suo insediamento, non può che essere severo. Basta guardarsi attorno, basta ascoltare chi vive quotidianamente Merate: giovani, famiglie, commercianti, anziani. Troppi annunci, pochi fatti. Occasioni perse, silenzi imbarazzanti là dove servivano decisioni coraggiose. E poi aumenti, solo aumenti. A oggi, nessuna visione strategica. Il bilancio del 2025 è ormai storia: opere zero. E sul 2026 nulla sembra all’orizzonte. Quella attuale è un’amministrazione che ha rinunciato a governare, rifugiandosi in una gestione tecnica limitata al minimo indispensabile. Fatta eccezione per qualche battaglia ideologica cara alla sinistra, spesso mal gestita. Emblematici i casi dell’assessore Riva: prima sul parco Berlusconi, poi – ben più grave – sul tema del bullismo. Episodi che avrebbero dovuto portare, quantomeno, a una seria riflessione sulle deleghe. A questo punto, una domanda tutt’altro che banale: dobbiamo compiacerci di questo fallimento, sperando di raccoglierne i frutti elettorali?
Oppure dobbiamo preoccuparci, perché vogliamo davvero bene a Merate, e sappiamo che altri quattro anni così sarebbero insostenibili? Io scelgo la seconda strada. Perché Merate non può permettersi altri quattro anni di immobilismo, di rinunce, di indecisione. La nostra città ha bisogno di una nuova giunta, di un’idea forte, di persone capaci – con entusiasmo, competenza e maggior esperienza – di guidare una vera rinascita.
Serve coraggio. Non serve una visione ideologica, tanto più se sterile. Chi oggi si impegna in politica deve avere un solo obiettivo: non approfittare del fallimento altrui, ma costruire un’alternativa seria, credibile e concreta. Perché il futuro non si improvvisa: si progetta, si costruisce insieme. Solo così si può restituire dignità a una comunità che ha ancora voglia di credere in sé stessa. Per questo: forza, Mattia.
Tutti confidiamo nella tua voglia di fare bene per i cittadini ma devi essere il primo a renderti conto della gravità situazione e chiedere una mano se non ce la si fa. Quatto anni sono lunghissimi per una cittadina equivale a star fermi un decennio.
E non c’è nulla di male – anzi, c’è intelligenza e rispetto – nel rivedere la squadra, nell’aprirsi a chi ha esperienza, nel chiedere aiuto dove serve. Nessuno vuole vedere affondare una città ricca di competenze e di persone pronte a impegnarsi. Perché è ormai chiaro a tutti: così com’è, si va a sbattere. E Merate non lo merita. Non lo merita nemmeno il Sindaco, che va si sostenuto, ma anche criticato, per il bene della città, peró se l’atteggiamento resta quello del marchese del Grillo sará un problema per tutti non solo per lui.
L’entusiasmo del cambiamento – che ricordava quasi lo spirito dei 5 Stelle della prima ora – si è spento, forse troppo in fretta.
E ha lasciato il posto all’improvvisazione. Ma perseverare negli stessi errori sarebbe ancora più grave. Con stima e con senso di responsabilità, Il Meratese
Il meratese