Church pocket 60. “Fanta-conclave”: chi si siederà sul trono di Pietro?" 

Con la scomparsa di Papa Francesco, la Chiesa Cattolica si trova davanti a uno dei passaggi più delicati e interessanti: il Conclave. La Sede di Pietro è vacante, i cardinali sono già impegnati nelle Congregazioni ad avviare il discernimento per scegliere il prossimo Pontefice. La posta in gioco è altissima: non si tratta solo di eleggere una guida spirituale per il mondo cattolico, ma anche di decidere una figura chiave negli equilibri geopolitici globali. Tra chi desidera proseguire sulla strada di apertura e rinnovamento inaugurata da Francesco e chi invece preferisce rispolverare la tradizione, si gioca una partita complessa fatta di diplomazia, strategie, preghiere e attese. Il Toto-Papa è ufficialmente aperto e, mentre tutti attendiamo la fumata bianca, alcuni nomi iniziano già a emergere con decisione.

Chi sono i papabili?

Pietro Parolin: il diplomatico di ferro
Se ci fosse uno 007 versione conclave, Pietro Parolin sarebbe il protagonista. Segretario di Stato Vaticano dal 2013, Parolin è un fine tessitore di rapporti internazionali, capace di muoversi con agilità tra governi, ambasciate e trattative delicate. Autori del negoziato con la Cina, ha affrontato il dossier Venezuela e ha gestito con abilità le relazioni con le grandi potenze, soprattutto in questo momento geopoliticamente complesso.
ChurchConclavePronostico1.jpg (30 KB)
Se fosse eletto, la sua leadership sarebbe probabilmente nel segno di una moderata continuità con la linea di  Francesco, soprattutto per quanto riguarda la politica estera e il ruolo della Chiesa come promotrice di pace. Tuttavia, il suo carattere riservato e la sua immagine da uomo di apparato potrebbero penalizzarlo, soprattutto rispetto a candidati più carismatici. Se c’è una cosa certa, è che nel conclave ci sarà chi lo sosterrà con convinzione, e chi invece storcerà il naso davanti alla sua prudenza politica. Ma la buonanima del Card. Siri ci insegna che chi in Conclave entra papa, ne esce cardinale!

Fridolin Ambongo Besungu: la voce dell’Africa tradizionale
Dall'Africa arriva un candidato che sa come farsi notare: il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa. Personalità forte, lingua affilata e zero timore reverenziale, Ambongo è da anni una spina nel fianco dei politici corrotti del suo Paese. Se al conclave cercassero un Papa che non le manda a dire, sarebbe certamente il loro uomo.
ChurchConclavePronostico9.jpg (20 KB)
La sua elezione sarebbe poi una svolta storica: un Pontefice africano per la prima volta nell’epoca moderna, proprio ora che il cattolicesimo cresce in Africa più che altrove. Certo, il suo stile diretto e la sua linea un po' troppo “old school” potrebbero far storcere il naso ai cardinali più progressisti. Ma d'altra parte, nessuno può mettere d'accordo tutti, figuriamoci in conclave.

Luis Antonio Tagle: il Francesco d’Asia
Se si cercasse una figura di continuità con Papa Francesco, Luis Antonio Tagle sarebbe il candidato perfetto. Filippino, 67 anni, descritto come un “Francesco in versione asiatica”, ha il suo stesso calore umano, una straordinaria capacità comunicativa e un'attenzione particolare ai più deboli. Tagle è noto per la sua sensibilità pastorale, per il suo carisma e per la sua capacità di comunicare con i fedeli in modo semplice e diretto.
ChurchConclavePronostico2.jpg (40 KB)
Se fosse scelto, la Chiesa avrebbe un Papa asiatico, il primo della storia, a testimonianza dell’importanza sempre crescente di questo continente nella comunità cattolica globale. Il suo limite? Potrebbe essere percepito come troppo progressista da alcuni cardinali più conservatori, soprattutto per le sue posizioni aperte verso le persone LGBTQ+ e i divorziati risposati. Resta comunque uno dei nomi più interessanti in gioco.

Matteo Zuppi: il mediatore
Chi conosce Matteo Zuppi lo descrive come un uomo di dialogo, capace di unire sensibilità diverse. Romano, Arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha lavorato come mediatore in conflitti internazionali e si è sempre mostrato attento ai più fragili. Zuppi è noto per il suo impegno nella diplomazia per la pace in Ucraina.
ChurchConclavePronostico3.jpg (30 KB)
Vicino alla Comunità di Sant’Egidio, ha uno stile pastorale che ricorda quello di Francesco: aperto, attento agli ultimi. Proprio per questo, però, potrebbe incontrare resistenze da parte dell’ala meno innovativa., che teme una continuità troppo marcata con l’attuale pontificato. Lo si può considerare un candidato “ponte”, aperto come Francesco, ma con uno stile più sobrio e para-istituzionale. 

Gerhard Ludwig Müller: Traditionis Custos(des)
Qualora vincesse la tradizione, uno dei nomi più probabili sarebbe quello del tedesco Gerhard Ludwig Müller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Müller è stato spesso critico nei confronti delle aperture di Papa Francesco, soprattutto su temi dottrinali e morali.
ChurchConclavePronostico4.jpg (13 KB)
Un suo pontificato segnerebbe un netto cambio di direzione rispetto agli ultimi anni, con un possibile irrigidimento delle posizioni della Chiesa su questioni come la morale sessuale e l’ecumenismo. Tuttavia, la sua elezione potrebbe risultare divisiva e molto poco realizzabile, a meno che non emerga come candidato di compromesso in caso di stallo. Se venisse eletto, il suo pontificato potrebbe segnare una netta inversione di marcia rispetto a quello di Bergoglio. Ma proprio per questo, la sua candidatura potrebbe dividere il conclave. 

Pierbattista Pizzaballa: la sorpresa da Gerusalemme
Pierbattista Pizzaballa è il classico outsider che potrebbe sorprendere tutti. Bergamasco, francescano e Patriarca latino di Gerusalemme, per anni è stato il Custode in Terra Santa, imparando a destreggiarsi abilmente tra cristiani, ebrei e musulmani. Insomma, se cercate qualcuno che conosca davvero cosa significa dialogare in situazioni complesse, lui ha il curriculum perfetto.
ChurchConclavePronostico5.jpg (47 KB)
Proprio ora che la pace e il dialogo interreligioso sono temi bollenti, Pizzaballa potrebbe essere quel nome che, all'improvviso, spunta al conclave e lascia tutti a bocca aperta. Unico neo che potrebbe nuocere alla sua candidatura: sembrerebbe vicino agli ambienti di Comunione e Liberazione. 


Fernando Filoni: un conservatore di missione
Tra i nomi che iniziano a circolare nei corridoi vaticani in vista del futuro conclave, c’è anche quello – sorprendente per molti – del cardinale Giuseppe Filoni. La notizia mi è giunta da fonti vaticane ben informate, che lo segnalano come figura da tenere d’occhio, soprattutto in uno scenario di stallo tra i candidati più noti. Classe 1946, salentino, ex prefetto della Propaganda Fide, uomo di pensiero e di governo, fu l’unico diplomatico occidentale a restare a Bagdad durante i bombardamenti americani nella seconda guerra del Golfo.
ChurchConclavePronostico6.jpg (29 KB)
Un suo eventuale pontificato segnerebbe una scelta di sobrietà istituzionale. Non è il classico “papabile”, ma in un conclave tutto può succedere: e se le grandi correnti dovessero bloccarsi a vicenda, un nome come il suo potrebbe emergere come figura di sintesi. Già molto vicino a Parolin, potrebbe raccogliere già nelle prime votazioni una ventina di voti: in continuità con gli ultimi tre pontificati, non divisiva, rassicurante, uomo di dottrina ma anche di mondo. Come spesso accade, anche in Vaticano gli outsider silenziosi sanno farsi trovare pronti.


Un Papa italiano dopo anni di attesa?    
Con i papabili italiani tra i candidati forti, Parolin e Zuppi, e gli outsider come Pizzaballa e Filoni, c’è chi si chiede se non sia arrivato il momento di un ritorno di un Papa italiano dopo decenni di pontificati stranieri. Tuttavia, il peso dei cardinali africani, asiatici e sudamericani potrebbe indirizzare la scelta verso un nome non europeo. Per secoli, l’elezione di un Papa italiano era considerata quasi scontata. Dal Rinascimento fino al XX secolo, il papato era fortemente legato alla Chiesa italiana perché in primis il Papa è Vescovo di Roma, con Pontefici provenienti quasi esclusivamente dalla Penisola. Questo trend si è interrotto con l’elezione di Giovanni Paolo II nel 1978, il primo Papa non italiano dopo oltre 450 anni. Il santo cardinale polacco rappresentò una svolta epocale, portando la Chiesa fuori dai confini tradizionali e proiettandola verso una dimensione più universale. Da allora, il papato ha continuato a essere guidato da figure non italiane.
ChurchConclavePronostico7.jpg (32 KB)
Questo cambio di prospettiva ha segnato il riconoscimento dell’importanza crescente delle Chiese locali fuori dall’Europa, in particolare in Africa e in Asia, continenti dove il cattolicesimo è in forte espansione. Tuttavia, oggi c’è chi si chiede se non sia giunto il momento di riportare un Papa italiano alla guida della Chiesa. In lizza ci sono figure di spicco! Tuttavia, l’elezione di un Papa oggi è un evento che coinvolge una Chiesa profondamente globalizzata, dove il peso dei cardinali europei si è ridotto rispetto al passato. Basti pensare che nel conclave del 1978, gli italiani rappresentavano oltre il 50% dei cardinali elettori, mentre oggi la loro percentuale è molto più bassa, con una maggiore rappresentanza di cardinali provenienti da Africa, Asia e America Latina. Questo cambiamento potrebbe spingere verso un Papa non europeo, come è avvenuto nella storia recente. Al 2 maggio 2025, il Collegio Cardinalizio conta 252 membri, di cui 133 (escludendo Becciu e i due cardinali rinunciatari perché infermi) effettivamente elettori e 119 non elettori. Tra questi, 47 sono italiani, con 21 elettori e 26 non elettori. Pertanto, i cardinali italiani rappresentano circa il 18,7% del totale del Collegio e circa 15,8% - se si considerano solo i 133 votanti effettivi. Il prossimo conclave sarà uno dei più incerti degli ultimi tempi. Chiunque sarà eletto avrà il compito impegnativo di guidare la Chiesa Cattolica in un momento storico segnato da profonde sfide: il calo della pratica religiosa in Occidente, la crescente persecuzione delle comunità cristiane in varie regioni del mondo, conflitti geopolitici che interessano paesi prossimi e distanti dalla Santa Sede e la necessità di mantenere la coesione e l’unità di una comunità ecclesiale divenuta autenticamente globale. L'attesa per il prossimo conclave è molto alta: non si tratta soltanto di un evento dalla grande rilevanza storica, ma di un passaggio determinante per il futuro della Chiesa universale e per il suo ruolo nel contesto internazionale.
ChurchConclavePronostico8.jpg (190 KB)
E chissà: forse potremo essere lì, a Piazza San Pietro, per vivere e raccontare l’attesa, la fumata e la gioia di un nuovo Habemus Papam.
Segui Church pocket - Teologia Tascabile anche su Instagram e Facebook per non perderti le notizie sulla Chiesa in tempo reale.
Rubrica a cura di Pietro Santoro
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.