Brivio: violenta aggressione in casa. Due anni e mezzo la pena inflitta ad una giovane

I contorni del grave episodio non sarebbero mai stati chiariti fino in fondo. Stamani però, in Tribunale a Lecco, si è messo un punto alla vicenda sotto il profilo giudiziario.
Ha patteggiato la pena di due anni e sei mesi di reclusione M.D., la giovane classe 1990 che nella notte tra il 30 e il 31 marzo dello scorso anno, aveva accoltellato un uomo all'interno di un'abitazione di Brivio.
Una ferita profonda al braccio e sopra il polmone - quelle rimediate dalla vittima - che avevano richiesto l'immediato trasporto all'ospedale Manzoni di Lecco, dal quale il ferito era stato poi dimesso con una prognosi di 40 giorni. Le indagini, affidate ai Carabinieri, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, erano sfociate nell'apertura di un fascicolo a carico della giovane; tentato omicidio l'ipotesi di reato.
Secondo quanto era emerso nell'immediatezza dei fatti, la giovane - originaria di un comune del calolziese, incensurata - si sarebbe incontrata con il 50enne di Brivio (con il quale vi era una conoscenza pregressa) presso l'abitazione di quest'ultimo. 
Per ragioni non chiare, tra i due, entrambi italiani, sarebbe sorto un diverbio acceso, culminato appunto nella violenta aggressione. La 34enne aveva infatti colpito la vittima con un coltello da cucina, sferrando al suo indirizzo alcuni fendenti che hanno lasciato profonde ferite ad un braccio e sopra il polmone.
Stamani, a distanza di poco più di un anno, dell'episodio si è tornato a discutere in Tribunale, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Salvatore Catalano che ha accolto la proposta di patteggiamento formulata dal difensore della giovane, l'avvocato Elena Ammannato, su consenso già prestato dal sostituto procuratore Chiara Di Francesco, titolare del fascicolo di indagine.
Due anni e sei mesi dunque, la pena sentenziata nei confronti dell'imputata, già da tempo a piede libero dopo un primo periodo trascorso in carcere. Riconosciuta, oltre alle attenuanti generiche, la provocazione.
Presente in aula l'avvocato Richard Martini in rappresentanza della costituita parte civile, la vittima dell'aggressione.
G.C.
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