Robbiate: lo spirito alpino nella storia di Luca Barisonzi, che avrà una casa speciale

Un caporale Alpino, un ex combattente cui la guerra in Afghanistan ha tolto l’utilizzo di qualsiasi muscolo del corpo ma soprattutto un giovane di 20 anni che non si è arreso al suo destino e continua a vivere per gli ideali che l’hanno spinto ad arruolarsi al servizio del suo Paese.

Luca Barisonzi in Afghanistan

È stato Luca Barisonzi, pur non essendo fisicamente presente, il protagonista della serata a lui dedicata dal Gruppo Alpini di Robbiate in collaborazione con l’amministrazione comunale nell’ambito dell’iniziativa “Sulle tracce della Linea Cadorna – riflessioni sui sentieri del ricordo della Grande Guerra nel 150° anno dell’Unità d’Italia”, nella serata di giovedì 10 novembre. Alcuni consiglieri nazionali Ana e il presidente lecchese Luca Ripamonti hanno cercato di raccontare l’esperienza del caporale ferito il 18 gennaio 2011, e dei tanti ragazzi che combattono laggiù sul filo sottile della differenza tra la guerra e una pace da riportare.

Il presidente Ana di Robbiate e Mariano Spreafico

“Nel nostro percorso abbiamo analizzato il passato degli Alpini, con la ricostituzione della Linea Cadorna, e oggi viviamo il presente con il progetto di “Una casa per Luca”, soluzione domotica a lui dedicata che sarà intermante realizzata dagli Alpini” ha spiegato il presidente robbiatese Marco Magni. Luca Ripamonti ha sottolineato come i combattenti di oggi siano molto diversi dai nonni e i padri di un tempo, lo fanno per scelta e il loro intervento è improntato ai valori della solidarietà, della cultura e della civiltà. “Molti dicono che i militari fanno questa scelta per avere uno stipendio assicurato, ma come si può decidere per qualcosa che mette a repentaglio la tua vita ogni giorno?” ha spiegato il consigliere nazionale Ana Mariano Spreafico. “Il plotone di Luca è stato oggetto di più attentati, un suo compagno è morto durante l’attacco che lo ha ferito, e con questa casa interamente progettata e costruita dai volontari Alpini potrà tornare ad una vita quasi normale”. Un’idea che non ha mancato di sollevare critiche in una fase iniziale.

Da sinistra Luca Ripamonti e Cesare Lavizzari

“Molti ci hanno chiesto: perché lui sì e tante altre persone no? In primo luogo perché Luca è uno di noi, che ha raggiunto l’Afghanistan per difendere gli interessi del nostro Paese” ha spiegato il consigliere Cesare Lavizzari. “Poi perché è un esempio per tanti giovani della sua età. Quando sono andato a trovarlo in ospedale dopo l’incidente pensavo di incontrare una persona arrabbiata, se non altro con il destino.

Si è fatto aiutare per fare il saluto militare, nonostante non muovesse più nulla parlava del valore militare e degli occhi dei bambini afghani, per i quali ha sempre avuto un debole. Non abbiamo avuto dubbi sul progetto, l’avremmo finanziato noi se non fossimo riusciti a raccogliere fondi”. Ma di quelli ne sono arrivati moltissimi (450.000 euro sono stati già raccolti), grazie al coinvolgimento anche di personaggi noti del mondo dello spettacolo come Tony Capuozzo. “Dobbiamo ancora incassare fondi dai diversi gruppi, supereremo la cifra prevista dei 500.000 euro e penseremo anche ad un mezzo con cui Luca potrà spostarsi, e magari arrivare da solo al prossimo raduno”.
Maggiori informazioni sul progetto sono reperibili al sito http://www.ana.it/page/progetto-una-casa-per-luca-aperte-le-sottoscrizioni-2011-05-02.

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