Merate: il prof. Bressan e i cattolici fondatori dello Stato. ''A Pontida per unire, non per dividere''

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L'assessore Giuseppina Spezzaferri, Anna Albo della Semina e il prof. Edoardo Bressan

"I cattolici furono tra i soci fondatori dello Stato Italiano". Così Edoardo Bressan, docente di storia contemporanea all'Università di Macerata, ha aperto venerdì sera all'Istituto Mary Ward, l'incontro promosso dall'assessorato alla cultura. Come ha ricordato l'assessore Giusy Spezzaferri "ultimo appuntamento della manifestazioni organizzate per ricordare il 150° anniversario dell'unità d'Italia". "Dai Romani in poi e fino al 1861 - ha esordito Bressan citando l'ex presidente Spadolini - l'Italia aveva vissuto l'unità religiosa, mai quella politica. Con l'unità d'Italia nacque un conflitto con la Chiesa".
Ricostruendo i momenti storici più significativi della storia unitaria, Bressan ha prima citato la nascita del tricolore, sventolato la prima volta a Reggio Emilia nel 1796. La Repubblica Cisalpina ne fece il suo simbolo. "Con la Repubblica Italiana - ha sottolineato il docente, consulente anche degli sceneggiati in tv -  il bianco, rosso e verde della bandiera diventarono i colori di chi voleva costruire l'Italia unita".
Nel suo lungo escursus, lo storico ha ricordato le figure più significative tra i cattolici sostenitori dell'unità d'Italia: da Manzoni a Berchet, fino a Gioberti, Giolitti e Don Sturzo, arrivando poi alle recenti dichiarazioni del cardinal Bagnasco (dicembre 2010) e di Benedetto XVI (lettera del 17 marzo scorso, nascita del Regno d'Italia nel 1861) al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


Il professor Bressan ha poi ricordato come "il giuramento di Pontida fu un patto federalista, ma per unire le genti dal mediterraneo all'Alpe, e non per separare". "Allo stesso modo - ha continuato - i cattolici furono federalisti per unire". Ha poi sottolineato: "C'è chi sostiene che il Risorgimento fu opera di una piccola élite. Non è vero. Durante le Cinque Giornate (dal 18 al 23 marzo 1848 ndr) le strade di Milano furono affollate di persone che rischiarono la vita. Solo la determinazione di chi lottava convinto per la libertà dall'oppressione, poteva vincere contro l'esercito più forte del mondo: quello austriaco al comando del generale Radetsky".
La ricostruzione è arrivata fino al 1919, nascita del Partito Popolare di Don Sturzo, e della Democrazia Cristiana. "Sarebbe utile un confronto con quello che viviamo oggi - ha concluso Bressan - ma questo non è compito dello storico". Poi il dibattito.
Sergio Perego

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