Leonardo Merlo condannato a 7 anni per detenzione di arma da guerra, spaccio, estorsione, violenza privata. Il PM, 17 anni

E' stato condannato a 7 anni di reclusione per violenza privata, estorsione, spaccio di stupefacenti, detenzione di arma da guerra. Il meratese Leonardo Merlo, 38 anni, già in carcere a Bergamo, è stato giudicato colpevole per i capi di imputazione che gli sono stati contestati dal PM Paolo Del Grosso, incardinati nell'operazione "Dominus" dei carabinieri di Merate, che aveva chiesto per lui 17 anni, con l'applicazione delle recidive e comprensivi già dello sconto di un terzo della pena a seguito del rito abbreviato.
Questa mattina presso il tribunale di Lecco si è infatti svolta l'udienza con sentenza emessa del giudice Paolo Salvatore che ha così confermato la permanenza in carcere dell'imputato, difeso dell'avvocato Michele Cesari del foro di Bergamo che ora presenterà appello per i capi di imputazione che nella sua arringa aveva contestato: violenza privata, estorsione e detenzione di arma da guerra.
Avviata nel luglio 2010 l'operazione "Dominus" era proseguita per diversi mesi durante i quali i militari della Compagnia di Merate, coordinati dal capitano Giorgio Santacroce, si erano messi sulle tracce pericolosi spacciatori, attivi nelle province di Lecco, Bergamo, Varese e Monza Brianza. Alla droga si era poi aggiunto anche il traffico d'armi, fino a quando nel novembre 2010 Leonardo Merlo era stato fermato e arrestato per un'altra vicenda, con detenzione e cessione di droga sintetica la cosiddetta "Moon flower". A marzo di quest'anno il giro si era completamente chiuso con 11 arresti, di cui 5 avvenuti in flagranza di reato, 800 dosi di mefedrone e 400 grammi di marijuana sequestrati e il ritrovamento di una pistola da guerra e altri due revolver con matricola abrasa, nonché di 170 cartucce.
Accettato il rito abbreviato con il beneficio della pena, Leonardo Merlo è stato giudicato questa mattina a Lecco dopo la pesantissima richiesta del pubblico ministero che voleva per lui 17 anni di reclusione. Il giudice Paolo Salvatore ha infine decretato una condanna a 7 anni che, per l'imputato, si vanno ad aggiungere ai 4 anni già convalidati per una precedente vicenda. Al momento si trova detenuto presso il carcere bergamasco di Via Monte Gleno.

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