Galbiate: il paese commosso dice addio a Gio, piccolo grande uomo morto a 23 anni


"Sei stato un piccolo grande uomo, un ragazzo speciale che ha saputo affrontare le avversità della vita. Avevi nel profondo dell'anima un qualcosa in più, una forza unica. Sono sicuro che ora ci stai guardando. Ciao Gio".
Queste le parole con cui gli amici di Giovanni Tei, scomparso nella giornata di sabato 22 ottobre all'età di 23 anni, hanno dato l'ultimo saluto ad un ragazzo che ha lottato fin dalla nascita con gravi problemi cardiaci, e che ha perso la sua battaglia per la vita durante il secondo trapianto di cuore.


Troppo piccola la chiesa di Galbiate, dove si sono celebrati i funerali del giovane nel pomeriggio di martedì 25 ottobre, per contenere le persone che hanno voluto essere vicini al padre Stefano e a mamma Antonella, troppo grande il dolore dei tanti ragazzi che hanno gremito l'ingresso e l'area esterna della chiesa, sotto un cielo plumbeo che sembrava voler versare ogni sua lacrima. "Il nostro Gio", come lo ha chiamato Don Enrico Panzeri durante l'omelia, "non è più tra noi, ma il suo ricordo continuerà a vivere nei nostri cuori". Giovanni ha lasciato la chiesa di Galbiate tra gli applausi, trasportato a spalla dai suoi coetanei che hanno indossato una maglietta dedicata a lui e poggiato sulla bara quella dell'Inter che tanto amava.


Dal 2007 Giovanni viveva a Pescate con papà Stefano, ma è a Galbiate che ha frequentato la scuola e conosciuto gli amici più veri, che gli sono stati accanto durante il difficile percorso della vita. E di battaglie Gio e la sua famiglia ne hanno combattute davvero tante, fin dal 19 aprile 1988 quando dopo poche ore dalla nascita è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Bergamo per un intervento al cuore, cui ne sono seguiti altri 3 entro i 6 anni. "A quell'età Giovanni ha iniziato ad accusare forti dolori alle gambe, che ci hanno portato all'Istituto ortopedico di Bologna con la diagnosi di Morbo di Perthes" ha spiegato il padre Stefano. "La diagnosi si è poi rivelata errata, e sono seguiti altri anni di cure tra Milano e Bergamo per l'artrite galoppante infantile che aveva colpito mio figlio".


Ma le condizioni di Giovanni sono andate peggiorando e all'età di 12 anni è stato inserito nelle liste di attesa per ottenere un cuore nuovo. Durante il primo trapianto nel 2002, all'età di 14 anni, Giovanni ha rischiato la morte per una ischemia cardiaca, e i problemi dopo l'operazione non sono mancati. "Ha avuto un forte rigetto e varie complicazioni, nel settembre 2010 è andato in  arresto cardiaco e lo hanno salvato a Lecco" ha raccontato il padre. "ma da allora in poi la sua vita non è stata più la stessa, viveva con un pacemaker sotto pelle e doveva stare attento ad ogni movimento. Le sue condizioni sono peggiorate ed è stato messo in lista per un secondo trapianto". Ma quando il cuore nuovo è arrivato per Giovanni, nella mattinata di sabato, il suo corpo ormai debilitato non ce l'ha fatta e lui ha perso la battaglia per la vita. "Non voleva fare un'altra operazione, si rendeva conto della sua condizione e mi chiedeva in continuazione "perché io?", ma l'unica cosa di cui si lamentava era di non riuscire ad aiutarmi in casa. Quelli vissuti soli io e lui sono stati 10 anni bellissimi".


Il rapporto con papà Stefano è stato speciale per Giovanni, che ha tappezzato la sua stanza di dediche, accanto alle fotografie con gli amici e alle frasi del suo idolo, Fabrizio Corona. "In lui vedeva un uomo forte, che andava dritto per la sua strada, come ha sempre fatto lui cercando di vivere una vita il più normale possibile tra uscite con gli amici, lavoro, tatuaggi. Come il suo mito amava collezionare occhiali di ogni colore, lo imitava anche nel taglio dei capelli". Nel lungo calvario tra un ospedale e l'altro gli sono stati vicini gli zii Massimo Brovelli, Fabio Castagna, Maurizio di Galbiate, Luciano di Roma. Ma la vera forza di Giovanni è stato il padre Stefano, che ora dovrà convivere con un enorme vuoto nella sua casa a Pescate. "Questa è stata la vita con mio figlio, ma se potessi averne un altro, io ne vorrei uno così".
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.