Cyberbullismo ai danni di un ragazzo "fragile" ma dotato d'intelligenza speciale. Esposto ai CC a cura di Edo is one

Un grave episodio di cyberbullismo con vittima un adolescente originario del meratese appartenente allo spettro autistico. È accaduto nei giorni scorsi e a presentare un esposto presso la caserma carabinieri di Merate è stata l'associazione “Edo is one” che, venuta a conoscenza dell'accaduto, ha deciso di rendere pubblico l'episodio per puntare i riflettori su quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale e per invitare gli adulti a tenere alta l'attenzione, a tutela proprio delle persone fragili. 

Il ragazzo, con una intelligenza “speciale”, è diventato oggetto di scherno da parte di un gruppo di persone che, dopo la creazione di una chat whatsapp, ha iniziato a prenderlo di mira. Perchè proprio questo aveva come scopo il gruppo: sbeffeggiare e mettere in ridicolo e in soggezione il giovane, approfittando delle sue debolezze.

Agendo sul linguaggio verbale utilizzato normalmente, i “bulli” evidentemente a conoscenza del suo numero di telefono, dopo avere instaurato un primo contatto con lui, hanno dilagato e da lì è iniziato l'incubo. 
Prese in giro che in breve sono sconfinate e, nonostante l'atteggiamento pacato e schivo mantenuto da quella che a breve ne sarebbe diventata la vittima, l'aggressione verbale è stata violenta. 

Tra i presenti nella chat anche alcune attività commerciali del meratese che, evidentemente a loro insaputa, si sono trovate all'interno del gruppo e lo hanno abbandonato in tutta fretta quando hanno visto la piega che stava prendendo, senza con buona probabilità rendersi nemmeno conto del coinvolgimento di un soggetto fragile. 

“Ma sai che io ho messo Gesù nelle camere a gas?” una delle frasi scritte per intimorire l'adolescente che alla richiesta di “essere lasciato in pace” si sente rispondere “ma come ti permetti? Io ti denuncio, ti faccio arrestare mascalzone”.

Tutto è avvenuto nel giro di pochissimo tempo fino a quando uno dei messaggi annunciava “tra qualche giorno farò un attentato facendo saltare in aria la scuola (omissis) in particolare l'indirizzo (omissis)”. 

Spaventato per il pericolo paventato in cui potevano incorrere i compagni di classe con i quali i rapporti sono ottimi e assolutamente inclusivi e accoglienti, l'adolescente ha raccontato ai genitori quanto stava accadendo, con tanto di messaggi. E la chat è stata chiusa.

“Quanto accaduto fa venire i brividi” ha spiegato Francesco, presidente di Edo is one “Quando i genitori ce lo hanno raccontato abbiamo deciso, in accordo con il nostro legale, di presentare un esposto come associazione e poi di rendere pubblico l'accaduto perchè tutti dobbiamo vigilare e stare attenti. L'idea di una bravata non mi sta bene, mi sta stretta. Quanto è successo è gravissimo e non si può passare oltre, facendo finta che non sia successo nulla. Servono interventi mirati sui responsabili affinchè capiscano il loro sbaglio e non lo compiano più”.
S.V.
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