Lomagna: tari a varianti al bilancio nell'ultima seduta

Consiglio comunale sui generis quello che si è tenuto a Lomagna nella serata di giovedì 2 maggio. Non tanto per una ritualità speciale per essere l’ultimo del mandato. C’è stato il ritiro di due punti all’ordine del giorno perché presentati fuori tempo massimo e l’illustrazione del rendiconto concentrata all’osso per non incorrere nel rischio di propaganda elettorale, essendo ormai già stati convocati i comizi per le comunali di inizio giugno.

Gli argomenti non discussi e approvati riguardavano il Piano Economico Finanziario della gestione dei rifiuti e le relative tariffe. Le bollette Tari verranno comunque emesse sulla scorta dei dati dell’anno precedente. I conguagli saranno stabiliti successivamente dagli uffici comunali, che rischiano di trovarsi con un appesantimento del carico di lavoro non indifferente.
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“Anci aveva chiesto la proroga a giugno – ha spiegato la sindaca Cristina Citterio – a fronte delle complessità delle disposizioni di Arera e della regolazione degli impianti minimi che in molte Regioni rischia di aumentare in maniera molto rilevante il costo del servizio. La proposta sorprendentemente non è ancora stata approvata ad oggi e il termine è scaduto”. A seguito di una domanda del capogruppo di minoranza Mauro Sala, è stato poi ammesso dall’amministrazione però che la regolazione degli impianti minimi non ha nulla a che vedere con la situazione di Lomagna e della Provincia di Lecco in generale. Grazie alle strutture di Silea infatti i Comuni del Lecchese non hanno bisogno di completare il soddisfacimento delle esigenze nel trattamento dei rifiuti all’esterno della propria filiera.

Il Comune di Lomagna confidava in una proroga delle scadenze fissate per il 30 aprile che però ancora non è arrivata. Un mancato pronunciamento del Parlamento che per la sindaca è “sorprendente” perché confidava nel “senso di responsabilità” dello Stato. Per ora si è espressa a favore soltanto la Commissione Finanze del Senato.
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Sala ha incalzato la maggioranza sul perché non si è arrivati ad approvare nei termini noti stabiliti dalla Legge, anche in considerazione del fatto che Lomagna va al voto e che molti Comuni limitrofi hanno rispettato le tempistiche. L’assessore Pierangelo Manganini ha risposto: “C’è stato un lavoro importante nella ridefinizione del PEF e delle conseguenti tariffe. Confidavamo nella proroga. In tempi più stretti non ci saremmo riusciti”.

Sul rendiconto 2023, come anticipato, la trattazione è stata compressa. L’assessore Manganini ha illustrato i numeri del bilancio che pareggia a 6.692.845 euro. Il risultato di amministrazione dell’anno lasciato alle spalle è di 1.230.112 euro. Gli accantonamenti sono di 363 mila euro e destinati a investimenti 451.546 euro. Ancora vincolati altri 224.354 euro. La parte alla fine disponibile dell’avanzo di amministrazione è di 191.191 euro.
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L’assessore Pierangelo Manganini 

Stavano partendo le relazioni degli assessori, dopo quella di competenza di Manganini. Ma Sala ha chiesto la parola. Ha ricordato che la scadenza naturale per l’approvazione del rendiconto era il 30 aprile. E ha aggiunto: “Il Consiglio comunale è un organo istituzionale dove vengono rilasciate delle comunicazioni istituzionali. Noi siamo nel periodo bianco per via delle elezioni. Va bene la parte numerica del rendiconto, ma quella esplicativa in questo specifico momento quest’anno è una mera propaganda secondo me. Lo dice la Legge, dall’11 aprile c’è il divieto di comunicazione istituzionale”.

L’appunto è stato preso sul serio della sindaca, tanto da sospendere la seduta per un confronto con i suoi. A microfoni spenti, se per il vice sindaco Stefano Fumagalli si poteva proseguire secondo l’impostazione stabilita fin dall’inizio, dal momento che si sarebbero spiegati comunque dei numeri, altri – alle prese a verificare su internet come agire in casi simili – hanno suggerito di mettere ai voti la delibera senza indugiare ulteriormente. Quest’ultima è stata la linea comunicata da Citterio alla ripresa della seduta. “Non c’era l’intenzione di fare propaganda, ma si voleva spiegare come negli scorsi anni come sono state usate le risorse del bilancio sulla base di atti pubblici. Ma se deve diventare motivo di conflitto, non vorrei generare polemiche”.
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Soddisfatto Sala, ha comunque chiesto la parola per commentare i numeri del bilancio. In particolare sull’avanzo disponibile di 190 mila euro circa. Troppo pochi dal suo punto di vista. Al contrario Manganini ha ritenuto che il contenimento dell’avanzo disponibile sta a significare che il Comune è stato capace di utilizzare le risorse, collocandole correttamente. “Un motivo di orgoglio” ha concluso l’assessore al Bilancio. Scettico il consigliere di minoranza: “Io ragiono diversamente. Se dovesse succedere qualcosa di imprevisto saremmo nei guai”. Messo il rendiconto ai voti, la maggioranza si è espressa a favore, mentre l’opposizione ha votato contro.
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Ultimo punto la variazione di bilancio, che si è potuta trattare in periodo di campagna elettorale in quanto ritenuta indifferibile. Una variazione che prevede l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per 98 mila euro per restituire a un privato degli oneri di urbanizzazione che non avrebbe dovuto versare nelle casse del Comune. Una contestazione mossa dal privato già dallo scorso settembre, ha rivelato Sala, con un pronunciamento della Regione, chiamata in causa dal Comune, che è andato a favore del privato stesso già a inizio gennaio. “Questa variazione andava fatta molto prima e non sotto elezioni. Intanto c’è stata la diffida di messa in mora a marzo ai danni del Comune. Lentezze, secondo Sala, anche per l’altro investimento protagonista della variazione: quasi 198 mila euro per la manutenzione dell’impianto di climatizzazione del Centro Diurno Integrato, un intervento già previsto nel Triennale delle Opere pubbliche approvato a settembre scorso. L’assessore Manganini è stato chiaro: si doveva attendere l’approvazione del rendiconto prima di applicare l’avanzo.

Il Consiglio comunale si è chiuso con i ringraziamenti conclusivi della sindaca ai dipendenti comunali, alle associazioni e ai consiglieri comunali. Infine è stata ribadita la condanna per la deturpazione degli addobbi al Monumento dei caduti posti per la Festa della Liberazione. Un gesto per il quale sono state fatte le dovute denunce verso ignoti.
M.P.
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