PGT, Valli: se zero consumo di suolo non si tocchi il parco di villa Baslini. Il “caso” Perego? Tecnicamente non esiste

Non sempre i percorsi professionali seguono una linea diretta, solitamente di padre in figlio. Andrea Valli, ad esempio, è figlio del notissimo ex primario di Pediatria Fernando Valli ma non ha seguito le orme del padre, preferendo la carriera forense. Tuttavia da avvocato ha “sentito” la chiamata, non vocazionale ma professionale dell’urbanistica e si è iscritto al Politecnico laureandosi anche in architettura. Nel 2009, leghista già da parecchi anni, ha seguito Andrea Robbiani e, dopo la vittoria elettorale è stato investito della delega di assessore all’urbanistica, co-firmando così il primo Piano di Governo del territorio di Merate dopo gli anni del piano regolatore, il primo nel 1983, e del piano di fabbricazione. Un PGT lungimirante che aveva nel minor consumo di suolo possibile il riferimento cardine.  
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Partiamo dunque da qui, dal 2009. Come avevate ideato questo primo PGT?
 
Appena eletti abbiamo confermato il gruppo di lavoro che la giunta di Giovanni Battista Albani (centrosinistra ndr) aveva già incaricato, costituito dalla Prof.ssa Treu e dal Prof. Peraboni del Politecnico. Fu un lavoro entusiasmante. Mi piace pensare che i due principi cardine del PGT siano tuttora attuali: la minimizzazione del consumo di suolo e il recupero degli edifici produttivi non coerenti con il contesto urbano circostante (es. area ex Diana; ex vivaio Galbusera; ex marmista Ferrario, giusto per citarne alcuni). Faccio notare, con una certa soddisfazione, che tali principi sono i medesimi sui quali Regione Lombardia, successivamente, ha impostato due importanti leggi urbanistiche: quella sul consumo di suolo del 2014 e quella sulla rigenerazione urbana del 2019.



Successivamente c'è stata una prima variante durante la consigliatura Massironi. Che cosa ha visto di diverso, cosa ha giudicato in modo favorevole e cosa in modo negativo?

Lo slogan che la giunta Massironi ha coniato per suffragare la frettolosa variante al PGT, che riguardava solo il Piano delle Regole, era “liberiamo le energie”, perché qualcuno andava dicendo che l’impalcato normativo fosse di non facile comprensione. In realtà poi le norme furono cambiate ben poco sotto il profilo lessicale; si introdussero alcune agevolazioni di buon senso riguardanti gli interventi sul costruito ma soprattutto venne tracciato il confine del TUC (Tessuto Urbano Consolidato). Così facendo si definì un perimetro entro il quale i lotti ancora liberi, cioè non edificati, una volta entrati a farvi parte, avrebbero potuto essere soggetti a eventuali interventi edificatori futuri – cosa che invece non può accadere per i terreni esterni al TUC, in ambito agricolo.

 

Ora siamo alla vigilia della seconda grande variante. Ha avuto modo di studiarla immagino?

Ho preso visione dei documenti pubblicati a seguito dell’adozione del 23 ottobre scorso.



Che cosa l'ha colpita del lavoro dell'arch. Silvano Molinetti?

E’ un lavoro articolato, che deve giocoforza confrontarsi con le due leggi regionali che ho citato, quella sul consumo di suolo e quella sulla rigenerazione urbana. Ci sono sicuramente degli aspetti puntuali di un certo interesse, quali l’area ex Beton Villa. L’architetto Molinetti è un tecnico di grande esperienza e competenza.



Lei ha presentato due osservazioni, una sul possibile intervento nel comparto denominato Villa Baslini e una seconda con l'arch. Giuseppe Cereda. Ci illustra quella su villa Baslini?

E’ molto semplice: come ho ricordato all’inizio, il PGT ha sempre tenuto in massima considerazione gli interventi di recupero degli edifici o delle aree che versino in condizioni di criticità. Quindi mi sono detto favorevole al restauro della villa Baslini, da tempo abbandonata. Ho tuttavia manifestato grande contrarietà al prospettato intervento di nuova edificazione nel parco della villa. Perché il parco storico costituisce un unicum con la villa e dev’essere tutelato, non assoggettato a nuove edificazioni! E comunque un intervento così massivo comporterebbe ricadute negative in termini di traffico e di disagi per il tessuto urbano circostante.



Tra le 63 istanze, gran parte delle quali respinte, ci ha incuriositi ma nr. 56 dell'ormai famosa Twins Engineering ancora sulla già martoriata strada per Imbersago, ovvero sulla Valletta di Novate. Ce la può descrivere?

Non ne ho preso visione perché tra i documenti resi disponibili sul sito del Comune dopo l’adozione della variante al PGT non mi risulta vi fossero anche tutte le singole istanze. Appena saranno rese pubbliche vedremo di analizzare questa istanza. La Valletta di Novate già soffre di eccessi di perimetrazione che ne hanno ridotto tantissimo la fruibilità pubblica. C’è anche un ruscello che un tempo alimentava con l’acqua di San Rocco i canali del cosiddetto laghetto di Sartirana. Di acqua spesso ce n’è quindi è auspicabile che resti inserito nel reticolo idrico minore.



Qual è il suo parere da tecnico professionista ma, soprattutto, di accorto urbanista?

Ritengo che gli ambiti del territorio di pregio, ancora interessati da forte naturalità debbano essere tutelati e preservati perché costituiscono la bellezza di Merate.



In questi giorni c’è una forte polemica sulla fuga di notizie circa istanze, in particolare con un evidente attacco diretto al candidato sindaco Dario Perego e all’assessore uscente Giuseppe Procopio. Che idea si è fatto?

Detto che la battaglia politica deve mantenersi su un piano di dignitoso decoro credo che chi ha scritto sia incorso in un errore procedurale. Il primo parere sulle istanze arriva dal tecnico incaricato il quale le analizza dal punto di vista urbanistico, direi in modo freddo e distaccato. L’area di proprietà del dottor Perego è rimasta l’unica incolta dell’intera collinetta che sovrasta l’oratorio di Sartirana e la via Isonzo. Ogni volta viene richiesta la parziale e edificabilità e ogni volta viene respinta. Quindi il tecnico può aver concesso una parziale edificabilità ritenendola un’area di completamento, verosimilmente perché compresa nel TUC come sopra accennato. Poi compete alla politica decidere. E, da quello che ho letto, la politica nella persona di Giuseppe Procopio ha dato indicazione negativa, cioè respingere la richiesta per mantenere la linea di: zero  consumo di suolo. Tutto normale. Tutto in linea col passato. Francamente la polemica non riesco proprio a capirla. Almeno sul piano tecnico, basta conoscere le procedure che forse non tutti conoscono.
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Claudio Brambilla
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