Merate: clienti non graditi. La ''denuncia'' di alcuni albanesi, estranei alla rissa

 Non trovo giusto che un locale pubblico impedisca l'accesso e si rifiuti di servire clienti solo perché stranieri senza alcuna pendenza con la giustizia e meno ancora con il locale.

SB
Io sono qui da tanti anni e a mio fratello voi avete fatto la foto quando è nato all'ospedale di Merate e l'avete pubblicata con quella di altri bambini. Mi è stato rifiutato il caffè e detto di andarmene che non ero gradito. Ma io in quel locale ci sono sempre andato

Un avventore

La storia che ci è stata raccontata ha dell’incredibile, almeno per questa epoca e questo territorio. Eppure i giovani che ce l’hanno testimoniata giurano sulla veridicità dei fatti portando anche elementi a supporto.

Si tratta di un gruppo di ragazzi di origine albanese ma assolutamente integrati con ottima conoscenza della lingua italiana, garbo, educazione e cortesia.

Sono frequentatori abituali della Vineria, ex Miki, ex Kyr Royal, ex Pinocchio, di viale Lombardia. Come si ricorderà nella notte tra il 17 e il 18 febbraio si verificò una rissa iniziata, per quanto è dato sapere, dentro il locale e sviluppatasi poi in piazza degli Eroi. Lo scontro tra soggetti non meglio identificati, anche se alcuni non italiani, terminò con un fuggi fuggi all’arrivo dei carabinieri. Da indiscrezioni non confermate sembra che un paio di giovani si fossero rivolti al Pronto soccorso cittadino per medicazioni.

Da quella vicenda, ed ecco il cuore della denuncia, il comportamento di parte del personale del locale – solo una parte è bene precisarlo – sarebbe radicalmente cambiato anche nei riguardi di giovani, principalmente di origine albanese, frequentatori abituali del locale. “Ci andavamo tre-quattro volte la settimana – dicono – sempre con la massima tranquillità, come tutti gli altri. Un caffè un aperitivo. Ordinazione, consumazione, pagamento. Nella prassi del locale”.

L’atteggiamento è cambiato dopo la rissa?
“Sì, se ci sediamo fuori nessuno esce a prendere l’ordinazione e in qualche occasione siamo entrati per sentirci rispondere che non siamo graditi e quindi di lasciare il locale”.

Vi è sembrata una posizione da tutti condivisa, per quanto irrituale?
“No, non da tutti, ma alle nostre domande sulle ragioni di questo comportamento ci è stato risposto che sono state date disposizioni di tenerci alla larga, come persone non gradite”.

Tuttavia voi non avete nulla a che vedere con la rissa.
“Assolutamente no. Noi siamo quasi sempre in quattro o cinque, a volte si riuniscono altri amici, come tutte le compagnie. Ma non sappiamo chi e per che cosa c’è stato lo scontro”.

Questo atteggiamento si è verificato più volte?
“Sì, con alcuni addetti è sempre così. L’altro giorno ci è stato detto di uscire che non ci avrebbero servito. Allora ho chiamato i carabinieri ma loro mi hanno risposto che la competenza è della polizia locale”.

Ci fermiamo qui con il racconto, assai più articolato. Diciamo subito che la vicenda in effetti appare grottesca ma anche con profili di possibile illegittimità. Tuttavia lo spazio è a disposizione del noto locale, della Proprietà, della Direzione e, eventualmente del personale che si sente tirato in causa per la doverosa replica. Non c’è alcuna presa di posizione da parte nostra solo il dovere di dare voce a una protesta. Sulla cui eventuale fondatezza invitiamo chi dirige la Vineria a intervenire.
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