Imbersago: ospite Rotary l'ing. de Miranda esperto di ponti fatti e da. .. fare

A poco più di un anno e tre mesi dalla cena con l'ingegnere Vincent Krayenbühl, pronipote e custode degli archivi dell'ingegnere Jules Röthlisberger, progettista del ponte San Michele, il Rotary Club di Merate Brianza ha organizzato un conviviale tra soci ed illustri ingegneri per trattare il tema dei ponti assieme al relatore Mario de Miranda. De Miranda e Röthlisberger che, come vedremo, sono collegati dalla storia dell'ingegneria dei ponti.
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L'ing. Mario de Miranda
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Nato a Milano nel 1954, l'ingegnere Mario de Miranda rappresenta un punto di riferimento nel settore dell'ingegneria e della progettazione di ponti e strutture. Sin dal 1980, è membro dell'Albo degli Ingegneri della Provincia di Milano, mentre dal 1992 figura nell'Albo dei Collaudatori di strutture e ponti della Regione Lombardia. Partner dello Studio de Miranda Associati di Milano, ha contribuito a numerosi progetti di ingegneria e architettura sia in Italia che all'estero. Tra i suoi lavori più significativi, si annoverano le strutture dell'Hangar Atitech dell'Aeroporto di Napoli-Capodichino, il Padiglione principale della Fiera di Pordenone e l'Eliporto sopraelevato del Lingotto di Torino, quest'ultimo premiato nel 1997 dalla ECCS – European Convention of Constructional Steelwork. Mario de Miranda ha però lasciato il segno anche nel campo delle infrastrutture viarie, con progetti di ponti strallati in Italia come il ponte sul fiume Livenza presso Meduna, e in altri paesi come Brasile e Repubblica Dominicana. La sua esperienza lo ha reso consulente principale per importanti progetti internazionali, tra cui il ponte sullo Storebaelt in Danimarca, caratterizzato da un'impressionante luce libera di 1624 metri. E proprio questi ultimi ponti sono stati raccontati durante la serata dall'ing. de Miranda, dalle prime fasi inerenti all'idea del progetto fino alle sfide della realizzazione, legate all'ambiente da affrontare ed alle numerose criticità che si affrontano durante la costruzione di imponenti infrastrutture. Se però le più grandi sfide dell'ingegneria non hanno mai ostacolato la realizzazione dei magnifici ponti dell'ing. de Miranda, la burocrazia è riuscita in questo intento.

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Specificatamente negli anni '80, quando il progetto elaborato dallo studio DMA del padre Fabrizio de Miranda, tra i cui collaboratori vi era proprio l'ing. Mario de Miranda, volto alla realizzazione di un secondo ponte a sud del San Michele, ai più noto come il ponte che collega le sponde dell'Adda di Paderno e Calusco, venne abbandonato per questioni burocratiche o mancati accordi tra enti dopo anni di continui lavori ed aggiornamenti, seppur vincitore di un concorso nazionale indetto da Regione Lombardia. "Nel 2018 il ponte San Michele è stato chiuso al transito, in quanto non ritenuto sicuro, probabilmente per via della preoccupazione che gli eventi di Genova hanno trasmesso" ha commentato l'ing. de Miranda. "Ora sembrerebbe che dopo quarant'anni vogliano tornare al progetto di un secondo ponte, che risolverebbe i problemi di viabilità stradale e ferroviaria dell'intera area e garantirebbe al ponte San Michele la tranquillità e la sola funzione culturale che l'antico manufatto si è meritatamente conquistato negli anni". Il ponte San Michele non è però stato il solo oggetto di discussione da parte dell'ingegnere per quanto riguarda Paderno, ma anche il suo Naviglio è stato analizzato e riprogettato per ridarne nuova vita. "Con l'associazione 'Riaprire i Navigli' abbiamo intenzione di recuperare il naviglio di Paderno, oltre che quello di Milano ed altri, con il fine di reintegrarli funzionalmente, grazie alle centraline idroelettriche presenti, e sistemare le varie criticità ambientali dovute all'abbandono". Attualmente, ha spiegato de Miranda, esiste già un accordo con gli enti locali, i comuni rivieraschi ed il Parco Adda Nord ed è in discussione con Regione Lombardia.
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Infine l'ospite e relatore de Miranda ha analizzato il progetto del ponte del desiderio utopico italiano: il ponte sullo Stretto di Messina. Tramite dati, studi effettuati sul campo ed esperienze più varie dei lavori realizzati in tutto il mondo, il ponte ad una luce sullo Stretto non è stato definito da de Miranda un progetto impossibile, ma sicuramente un'impresa per certi aspetti mai affrontata nella storia. Le criticità maggiori sottolieate dall'ospite sono state. La luce unica di 3300 metri che risulta maggiore del 60% rispetto a quella massima costruita ad oggi (2023 metri di campata stradale del ponte sui Dardanelli) potrebbe comportare problemi poco noti o non ben governabili. Le grandissime dimensioni in gioco, con torri alte e snelle da 400 metri, fili di acciaio per circa 943000 chilometri e gli aspetti di collegamento in opera di elementi complessi a grandi altezze soprattutto in presenza di vento ed oscillazioni pongono anch'essi problemi mai affrontati in queste dimensioni in ordine al controllo di lunghezze, precisioni, movimenti e vibrazioni sempre per effetto del vento durante operazioni complesse e delicate. Sempre a causa del vento sono state stimate e documentate negli elaborati del progetto definito delle vibrazioni di ampiezze troppo grandi per l'ing. de Miranda e che pongono interrogativi sulla sicurezza del traffico stradale e ferroviario.
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Il ponte sospeso inoltre è una struttura che da sempre è caratterizzata da elevata deformabilità e, per via soprattutto delle enormi dimensioni, ciò va in contrasto con il transito ferroviario che richiede invece maggiore stabilità e rigidezza. Come ultimo punto de Miranda ha affrontato i costi dell'opera, che per dimensioni, tempistiche dei lavori e criticità da affrontare, risulterà quasi insostenibile, evidenziando come dal 2006 il costo previsto è aumentato da 3.88 miliardi di euro a 8.55 miliardi nel 2012, ai 12 miliardi del 2023. Di questo passo, ha commentato l'ingegnere, l'opera subirà un aumento drastico. Per questi motivi de Miranda ha presentato la possibilità di realizzare un ponte a tre luci, il che comporterebbe una elevata sostenibilità e sensibili vantaggi in termini di inserimento ambientale, maggiore funzionalità e minori costi.
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Il segretario ordine degli ingegneri Francesco Canali, l'architetto Gabriele Panzeri, il presidente ordine degli ingegneri di Lecco Adriano Alderighi, il presidente Rotary Club di Merate Brianza Nicola Piazza ed il professore Mario de Miranda
Terminata la presentazione, l'ingegner Mario de Miranda ha risposto a varie domande e perplessità dei presenti, ricevendo gli elogi di tutti ed il piccolo gagliardetto del Rotary, consegnatogli dall'architetto Gabriele Panzeri. "Abbiamo potuto apprezzare quanto è grande il genio umano" sono state le parole del presidente, l'ingegnere Nicola Piazza.
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M.Pen.
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