Il mastrogiardiniere/64: gestire il verde, non solo inaugurarlo

Buongiorno,
anche se un po’ deluso oggi parliamo di: Potatura della LAGESTROEMIA INDICA

Lagerstroemia indica, detta anche mirto crespo, originaria della Cina e sud-est asiatico introdotta in Europa nel 1700, è una pianta ornamentale molto bella e diffusa per la sua abbondante fioritura che avviene normalmente in estate inoltrata (luglio agosto).
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Oggi, date le numerose varietà disponibili, possiamo godere di colori sgargianti con infiorescenze a forma di pannocchia da 15 - 30 centimetri.

Può essere allevata a cespuglio oppure ad albero, acquistandola in entrambi i casi già impostata in vivaio, predilige il pieno sole e resiste al caldo.
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Durante l’autunno prima di perdere il fogliame la pianta si trasforma, sprigionando sgargianti tipiche foglie dalla colorazione invernale.
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Un’altra tipica caratteristica è la squamatura del fusto che invecchiando perde a squame sottili parte della corteccia lasciando intravedere le tipiche macchie grigio marrone.

La fioritura avviene sui rami che si sviluppano durante l’anno, che andranno stimolati dalla corretta potatura, eseguita nella fase di riposo vegetativo, cioè novembre-febbraio.

Gli obiettivi della potatura sono molteplici: dare un aspetto ordinato alla pianta, mantenere la forma d’allevamento (ad alberello o cespuglio) e stimolare l’emissione di nuovi rami vigorosi per una ricca fioritura.

Non dobbiamo pensare alle piante grandi (alberi maggiori) solo per la paura di una denuncia, causata da una mal sana potatura (capitozzatura) o perché sappiamo tutti che bisogna chiamare l’agronomo che dà i consigli per la cura e la manutenzione.

I parchi verdi comunali e le piccole aiuole sono nel loro insieme realizzati anche con la presenza di piccoli arbusti e grandi cespugli, bisognerebbe conoscere i loro tempi di manutenzione e non solo quando cominciano ad invadere gli spazi di passaggio.

Tutto questo linguaggio è per sensibilizzare la gestione corretta e per mantenere gli equilibri giusti nell’ambito del verde pubblico.

È sempre sbagliato abbandonare le piante a uno sviluppo completamente naturale.
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Come in questo caso, rischieremo di trovare la pianta con i rami piegati verso il basso per il peso dei rami più esterni.

Si rischierà di trovare sistemi di legatura ortodossi, con la pianta legata al palo, il quale è legato alla struttura di cemento, ma come è possibile !!

Non risolvono il problema ma rischiano, come nell’immagine, delle ferite da strozzatura che provocano delle rotture  improvvise.

E POI ABBIAMO LA PIANTA STORTA COMUNQUE.

Un ulteriore rischio potrebbe essere quello di trovare i rami scosciati, rotti, spezzati, quando, durante un’improvvisa abbondante nevicata invernale, la neve andrà a pesare gravemente sui rami della lagerstroemia.
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In queste immagini, le due piante non sono state mai potate e non si capisce, perché sono piegate dal peso dei rami eccessivi, tali da dare alla pianta, a forma di alberello, il rischio di caduta. (si dovrebbe mettere un tutore che la possa sostenere e una volta dritta, sarà bella da vedere)

Invece il cespuglio, che ha preso una forma poco gradevole senza nessun criterio di allevamento si è adagiato alla recinzione e continuerà a crescere storta intralciando il passaggio. (Potata tutti gli anni si potrebbe ricostruire una forma che rientri nei parametri di crescita assurgente verso l’alto, contendo i rami che potrebbero dare fastidio al passaggio delle persone)
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Qui nel particolare si nota dei polloni stimolati a causa della spelatura del colletto, spelatura dovuta all’utilizzo scorretto del decespugliatore, di fatto la pianta cerca di recuperare la perdita parziale della pelle con nuove vegetazioni

Ecco come potare
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Per prima cosa, togliere i rami più sottili e delicati, lasciando il ramo dell’anno più vigoroso sull’apice del ramo,  possibilmente scegliere quello rivolto verso l’esterno della pianta e lungo circa 20 centimetri.
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Bisogna assicurarsi durante la potatura di non lasciare i monconi dei rami che abbiamo scelto di eliminare, e quindi
tagliarli aderenti al fusto presso il collare di cicatrizzazione, i quali potrebbero, dapprima creare disordine all’aspetto
finale della pianta potata, e secondo dai monconi si formerebbero rami più sottili ed esili con scarsa fioritura, rubando
energia agli speroni che abbiamo lasciato lunghi 20 cm circa sull’apice del ramo.
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In questa foto si può notare le fasi della potatura, da una parte si nota la pianta con tanti rami e le sue tipiche infiorescenze rinsecchite sull’apice e dall’altra i rami già potati ben distanziati fra loro e pronti a vegetare nella prossima primavera.

Gestire il verde non solo inaugurarlo…
…. Un chiaro messaggio ai tanti amministratori che si “dipingono” di verde solo quando tagliano nastri.

Alla prossima!
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Il Mastrogiardiniere
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