8 napoletani con un raggiro online svuotavano i conti correnti di ignari risparmiatori, due vittime nel lecchese

Ignari correntisti hanno alimentato per mesi lo shopping di lusso di una banda di truffatori. Ci sono anche un mandellese e un osnaghese tra le 146 vittime - disseminate tra Lombardia, Piemonte, Calabria, Lazio, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Sicilia, Abruzzo, Toscana, Trentino, Sardegna, Marche, Puglia e Friuli Venezia Giulia - di una (supposta) organizzazione criminale dedica alla commissioni di sofisticate frodi online in danno a clienti di vari istituti di credito, finalizzate all'acquisto di capi e accessori di marca, eradicata dal Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Verbania - guidato da una "vecchia conoscenza" meratese quale il Ten. Col. Giorgio Santacroce - e i colleghi di Napoli. 
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Proprio la Procura partenopea ha chiesto e ottenuto 8 persone misure cautelari (di cui 4 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) eseguite nella prime ore dalla giornata odierna. La Campania infatti parrebbe essere il quartier generale di quello che gli inquirenti etichettano come un "agguerrito network criminale" che "si avvaleva di tecnologie avanzate per eludere i complessi sistemi di sicurezza predisposti dagli istituti di credito". 
Agli otto arrestati i militari sono arrivati partendo da una truffa informatica perpetrata nel 2021 ai danni di un risparmiatore piemontese. L'attività investigativa - condotta attraverso l’analisi di tabulati telefonici e dei fotogrammi acquisiti presso attività commerciali, intercettazioni telefoniche e telematiche, nonché numerosi riscontri effettuati presso gli Istituti di credito - ha consentito di ricostruire il modus operandi di quella che è apparsa fin da subito come una articolata banda. 
Tutto partiva con una preliminare attività di “phishing”: l'invio di centinaia e centinaia di SMS esca, di quelli che tutti ogni tanto riceviamo, solo all'apparenza provenienti dalla propria banca ma in realtà collegati a siti web clone, del tutto identici a quelli di diversi Istituti di Credito (e aperti, per essere schermati, facendo ricorsi a prestanome).
E sempre a teste di legno erano poi associate anche le utente telefoniche utilizzate - celate in apparenti numeri verdi – usate per contattare telefonicamente le vittime, per far dunque pressione su di loro, accreditandosi allo scopo ultimo di acquisire - con artifizi vari - l’identità digitale dei correntisti e le relative credenziali di accesso ai loro depositi (reali).
Una volta ottenuto l'accesso all'home banking dei truffati veniva addirittura mandato loro un ulteriore messaggio per attestare il buon esito dell'operazione, per fugare eventuali sospetti. Nel mentre l'alleggerimento dei loro conti era già iniziato, creando carte di credito virtuali con cui gli orchestratori del sistema accedevano ai servizi “Pay by link” offerti dalla società NEXI ovvero ai servizi di pagamento contactless offerti da app come “Samsung Pay”, “Apple Pay” e/o “Google Pay”; così i partenopei - alla faccia dei risparmiatori presi di mira - acquistavano capi di abbigliamento/accessori iconici di marchi d’alta moda nazionali ed esteri tramite portali web dedicati ma presso esercizi commerciali ubicati a Milano e Roma. Insomma si dedicavano allo shopping a spese di altri. 300 gli episodi delittuosi accertati, tra tentati e consumati con 146 vittime identificate, come detto.
164mila euro circa, la cifra "ciucciata" dai membri del sodalizio (che si spera ora di recuperare all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo). Cifra destinata a salire ulteriormente: durante una perquisizione eseguita a Napoli, due degli odierni arrestati sono stati sorpresi infatti in flagranza di reato mentre perpetravano una truffa nei confronti di un ignaro correntista, salvato dunque davvero per un soffio.
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