Merate, viale Verdi: com’è e come avrebbe potuto essere con sei domande al sindaco Panzeri e al progettista Airoldi

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Buongiorno Direttore,

faccio seguito alla mia lettera di qualche giorno fa con tema la sistemazione di via Verdi a Merate cercando ora di mettere a confronto il discusso progetto in fase di ultimazione, con i progetti presentati nel concorso di idee indetto dalla Amministrazione Comunale di Merate sul finire del 2016.

Dal sito del Comune di Merate ho scaricato sia il progetto esecutivo a firma del progettista incaricato dalla Amministrazione, ingegnere Federico Airoldi, Sindaco di Brivio, sia i progetti del sopra citato concorso, raccolti in una brochure in pdf, in cui tra l’altro sono evidenziati, per ogni progetto, i giudizi espressi della giuria del concorso.

La commissione giudicatrice era formata da 5 elementi tra cui esperti in progettazione urbana e del paesaggio indicati dai rispettivi ordini professionali e da un dipendente dell’Ente banditore.

Ora vorrei condividere con Lei e con i suoi molti lettori, alcune considerazioni sperando in risposte alle mie (e sue) tante domande di questo intervento sul viale Verdi.

Innanzitutto le dico che i gruppi di progettazione che hanno partecipato al concorso di idee sono stati 24.

Gli obiettivi che l’Amministrazione Comunale intendeva perseguire attraverso il concorso di idee erano in particolar modo (cito il bando):

“…- favorire la connessione del quartiere con il Centro Storico cittadino;

- riqualificare e/o migliorare le aree di sosta degli autobus di linea presenti lungo il viale;

- perseguire l’obiettivo di una maggiore vivibilità del quartiere con una riqualificazione dell’area antistante la scuola dell’infanzia e l’adiacente area commerciale, nonché l’area prospiciente la via Santa Maria di Loreto dal 62 al 67 di viale Verdi;

- dotare il Viale di percorsi ciclabili per favorire l’accesso in sicurezza alla ciclopedonale diretta alla stazione ferroviaria di Cernusco-Merate;

- favorire la riscoperta e la fruizione degli spazi verdi pubblici presenti lungo il Viale o nelle immediate adiacenze, come spazi di socialità e di svago …”


Quindi già dalle prime righe del bando appare chiaro ed evidente che scopo della riqualificazione era quello di voler creare un nuovo tessuto urbano e viabilistico, volto a migliorare la percorribilità automobilistica ma soprattutto pedonale ciclabile, la vivibilità e la sicurezza del Viale nonché la connessione con il tessuto urbano strettamente circostante.

Il bando poi continua dicendo:

“…Ogni proposta dovrà espressamente:

-tendere alla tutela delle esigenze di mobilità e sicurezza dei pedoni creando una pedonalizzazione protetta con abbattimento di barriere architettoniche e la realizzazione di nuovi attraversamenti pedonali, ed eventuale eliminazione dei semafori esistenti sulla via;

-creare una pista ciclabile che possa anche collegarsi alle altre esistenti sul territorio (Via De Gasperi e Pista ciclabile di connessione con la stazione ferroviaria di Cernusco Lombardone);…”

Ed anche per l’assegnazione dei punteggi utili per la classifica finale era chiaro che l’organizzazione degli spazi pedonali e a verde pubblico nonché la creazione di una pista ciclabile fosse di fondamentale importanza tanto è vero che per questo punto venivano assegnati al progettista fino a 30 punti su un totale di 100.

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Anche il PGT vigente del Comune di Merate (piano del Governo del territorio, che è uno strumento di pianificazione urbanistica a livello comunale che ha lo scopo di definire l'assetto dell'intero territorio comunale) nella “Tavola delle strategie di Piano” nelle “Principali azioni strategiche previste dal Piano” dà disposizione, per Viale Verdi, via De Gasperi, la via Giacomo Matteotti fino ad arrivare alla via XXV Aprile a Brugarolo di “individuare percorsi di mobilità lenta di connessione dei servizi e degli spazi aperti”; questo per creare une reta di connessione tra piste ciclopedonali, esistenti ed in progetto, sull’intero territorio comunale in connessione con le piste ciclabili degli altri comuni.

Quindi e non me ne vogliano Capitan Paletta e il suo gruppo di Cheerleaders (il Comitato Viale Verdi), ma fin dall’inizio, lo scopo della riqualificazione non era solo quello di rendere scorrevole il traffico su gomma eliminando tutti i semafori, ma principalmente quello di rendere vivibile l’asse viario con l’introduzione di aree verdi e di una pista ciclopedonale. 

Anche il PGT indicava di andare verso questa soluzione. Per la realizzazione di un paio di rotatorie e una asfaltatura (come è stato fatto) sarebbero bastati molto meno dei 3,2 milioni messi a disposizione per la realizzazione.
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Un altro punto in cui la realizzazione è carente è poi la vivibilità e la creazione di aree di convivialità e di verde.

Lungo il fu Viale Verdi ad esempio, all’altezza dell’intersezione con via Santa Maria di Loreto ci ritroviamo con una elementare riorganizzazione dei parcheggi e niente più sul lato nord, mentre sul lato sud si è creato un ampio, inutile ed assolato spazio realizzato in asfalto colorato per la sola posa in opera di una pensilina per gli autobus.
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Il progettista avrebbe invece dovuto rendersi conto che proprio in quel punto il viale perde di intensità e la vista sul parcheggio esistente diventava prevalente. Si sarebbe quindi potuto procedere con la realizzazione di quinte verdi su entrambe i lati del viale e attrezzare gli spazi con sedute all’ombra degli alberi.

Un disegno ragionato dell’area nord avrebbe poi permesso di poter contenere per la maggior parte del tempo il parcheggio delle auto e in modo occasionale anche qualche piccolo mercatino che avrebbe sicuramente ravvivato la zona.


Lo stesso dicasi per la così detta “piazzetta Tamandi”, che sarebbe potuta diventare uno spazio vitale, magari anche uno spazio coperto salvaguardando e esaltando la presenza delle alberature presenti e dove lo stesso commerciante avrebbe potuto collocare dei tavolini all’aperto.
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Il progetto realizzato ha invece previsto solamente una operazione estetica, che di certo non permetterà a questo vuoto urbano di diventare uno spazio vitale di incontro e neanche una nuova porta di accesso al Parco di Villa Confalonieri.

Tutti questi errori a mio modesto parere sono dati innanzitutto da una non conoscenza del luogo e da una scarsa analisi preliminare da parte del progettista incaricato.

Se ora, per gioco, dovessimo immaginare un gruppo di progettazione formato dal Sindaco Massimo Augusto Panzeri, dai membri del Comitato Viale Verdi e come capogruppo l’Ingegner Federico Airoldi e se questo gruppo avesse preso parte al concorso di idee del 2016 intitolato “ViviAmoilViale”, alla luce di quanto realizzato, la giuria avrebbe sicuramente espresso un giudizio che poco si discosterebbe da questo:


La soluzione proposta favorisce la circolazione del traffico su gomma migliorandone la fluidità, anche mediante una razionalizzazione delle intersezioni, attualmente semaforizzate, con l’inserimento di rotatorie; del tutto carente è invece l’attenzione posta alla mobilità lenta e alla messa in sicurezza di pedoni e ciclisti.
Scarsa attenzione viene posta al tema delle connessioni urbane, lasciando inalterata la situazione esistente.
Apprezzabile il tentativo di creare una identità del Viale tramite l’uso del corten; nell’insieme il progetto non riesce però ad essere incisivo sulla vivibilità in modo concreto.
Elemento caratterizzante ma discutibile è l’uso di una texture e di una pigmentazione per evidenziare il percorso pedonale.

In conclusione vorrei porre alcune domande e spero che i diretti interessati, ovvero il Signor Sindaco, il progettista ingegner Federico Airoldi e il comitato Viale Verdi possano dare delle risposte, avendo il coraggio di accettare un confronto costruttivo sul suo quotidiano (ed anche le critiche), per un’opera che a detti di molti meratesi (che sono poi quelli che hanno pagato la riqualificazione) ha tradito le aspettative.


Queste le mie domande:

1. A cosa è servito fare un concorso di idee, con conseguente perdita di tempo e soldi (solo i premi per i tre progettisti primi classificati ammontavano a 11.500 euro), se poi non solo non si sono tenute in considerazione le soluzioni di 24 partecipanti ma neanche gli obiettivi fissati nel bando scritto dalla  amministrazione stessa?

2. Perché per l’assegnazione dell’incarico di progettazione e direzione lavori si è scelto di procedere ad una assegnazione diretta e non di invitare ad una gara i progettisti classificati nel concorso di idee?

3. Chi ha deciso e perché si è scelto di affidare l’incarico ad un ingegnere che non risulta abbia svolto prima d’ora incarichi simili sia per complessità che per importo dei lavori?

4. Perché e chi ha deciso di eliminare, senza vere motivazioni (dimensionali o di costi) e contro le indicazioni date dal PGT, la realizzazione della pista ciclabile?

5. Al di là delle dichiarazioni del Comitato Viale Verdi, considerando lo sconto gara e eventuali successive varianti in corso d’opera, quale sarà il reale costo della riqualificazione alla fine dei lavori?

6. Il Signor Sindaco e la Giunta si ritengono davvero soddisfatti da quanto realizzato, oppure, anche loro, sono rimasti delusi da questo intervento come lo sono la maggior parte dei meratesi che la prossima primavera andranno a votare?

Per chiudere ecco alcuni estratti del progetto redatto dall’arch. Federico Jappelli classificatosi primo al concorso di idee “ViviAmoilViale”

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