Merate: l'ora della trappola

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Caro direttore, 

Ho rivisto la seduta del Consiglio comunale di Merate del 28 settembre.

Non entro nel merito del dibattito successivo su bilancio Retesalute e Documento Unico di Programmazione. Gli interventi della segretaria comunale altrove non sarebbero stati tollerati. Ma ormai abbiamo capito che Merate fa storia a sé.

Mi ha fatto più specie, a parte l’esito del voto di cui ti parlo più avanti, la battuta del sindaco Panzeri quando, rivolgendosi a Andrea Robbiani che con buon senso sosteneva come il contenuto della mozione non fosse certo prioritario, lo ha invitato a dire se ha altre priorità da affrontare. Cioè secondo il sindaco quella della lingua è la priorità delle priorità? Lui ne non conosce altre? Capisco che frequentando solo il direttore generale dell’ospedale non sia informato sulle condizioni in cui versa il povero Mandic. Ma se c’è una priorità oggi è proprio l’ospedale. Poi ce ne sono tante altre, e quella della lingua non figura nella top ten. Almeno delle persone serie.

Sul voto ti è mancato, forse causa fretta, un passaggio che invece secondo me è fondamentale.

A un certo punto, detto che il primo testo era scritto da fare paura, Panzeri ha proposto di emendare la seconda versione togliendo i passaggi sulle sanzioni. Tra l’invito al ritiro tout court fatto da Robbiani e prima anche da Procopio e le modifiche i lavori sono stati interrotti per alcuni minuti. L’audio non c’è più ma si vedono le chiacchiere tra Vanotti e Panzeri con incursioni della assessora Maggioni, presente la segretaria da un lato e il vice sindaco dall’altro. Panzeri ha evidentemente spinto per andare al voto annunciando il suo, favorevole. Quindi per concedere qualcosa ai colleghi riottosi ha di fatto cancellato i primi passaggi chiedendo poi il parere ai consiglieri. In dieci hanno risposto favorevolmente, uno si è astenuto Robbiani e tre hanno votato contro, gli oppositori.
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A quel punto posso trarre qualche conclusione osservando il volto del nostro primo cittadino. Con un sorriso compiaciuto di chi ha già la vittoria in tasca ha aperto la votazione sul testo emendato. E qui è scattata la trappola: i sì sono scesi a sei, i no sono rimasti tre e gli astenuti da uno sono diventati cinque.

Trattenendo a stento la rabbia il sindaco ha scandito: mozione respinta, passiamo al punto tre.

Peccato non aver visto i volti degli assessori, in particolare quello di Casaletto che, come Panzeri, ritenendo prioritario l’argomento ne aveva sottolineato l’importanza storica. Come no! Ma anche quello di Franca Maggioni sarebbe stato istruttivo osservarlo. Deve aver capito, se già non faceva parte della Spectre, che la situazione per Panzeri si metteva male. E da brava mamma di famiglia gli ha concesso il voto, sono convinto facendosi violenza.

Il gruppo si ricompatterà, forse. Ma la prova di forza è finita sotto terra e il duo Robbiani-Procopio ha dato scacco matto al sindaco, come Catone e Macrone.

In altri tempi nelle successive 24 ore sarebbero pervenute le dimissioni del sindaco e del capogruppo primo firmatario della mozione.

Qui, oggi, finirà tutto in un buon boccale di birra all’ex Pinocchio. Passerà la nottata eh direttore...
Matrix
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