Merate: sfilata delle penne nere in città per i 95 anni del gruppo. Don Luigi, domandiamoci: "per chi siamo noi?"

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Si sono conclusi con una grande sfilata per il centro della città e la santa messa celebrata in oratorio femminile i festeggiamenti in occasione del 95° anniversario di fondazione del Gruppo Alpini di Merate.
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Tantissime le "penne nere" dei gruppi locali che nella mattina di domenica 17 settembre si sono radunate in via degli Alpini, accanto alla caserma dei Vigili del Fuoco. Proprio da lì è partita la sfilata guidata dalla Fanfara Alpina di Asso, che risalendo da via Fratelli Cernuschi, attraversando viale Verdi e percorrendo via Cazzaniga è sbucata in via Manzoni e da lì in piazza Prinetti. 
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Emiliano Invernizzi, presidente ANA Lecco e a destra il capogruppo meratese Claudio Ripamonti

I tanti alpini presenti, primi tra tutti il presidente provinciale Emiliano Invernizzi e il capogruppo meratese Claudio Ripamonti, insieme al sindaco di Merate Massimo Panzeri, il comandante della Guardia di Finanza di Cernusco Pasquale D’Aloia e i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e di diverse associazioni si sono ammassati davanti al monumento ai caduti in piazza degli Eroi, dove la Fanfara ha suonato l’Inno d’Italia ed è stato eseguito l’alzabandiera. Quindi sono stati onorati i caduti con la posa della corona d’alloro.
La sfilata è proseguita per via Papa Giovanni XXIII, per poi culminare nel cortile dell’oratorio femminile, dove è stata celebrata la santa Messa da don Luigi Peraboni. Prima di dare inizio all’eucarestia, il capogruppo degli alpini di Merate ha voluto rivolgere un grazie tutti i presenti, compresi il sindaco di Airuno Alessandro Milani, di Robbiate Marco Magni e l’assessore di Olgiate Molgora Maurizio Maggioni, che hanno partecipato  alla manifestazione.
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''Ci ritroviamo oggi per festeggiare i 95 anni di questo straordinario gruppo, di cui sono orgoglioso di essere il capogruppo. Non servono tanti aggettivi per descrivere la nostra storia, per ricordare quanto lavoro abbiamo fatto, quanta amicizia, quanta solidarietà e soprattutto quanta ‘alpinità’ è nata al nostro interno'' ha detto Claudio Ripamonti, spiegando di aver cercato di infondere un clima di serenità e concretezza nel sodalizio.

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''Porgo un ringraziamento speciale ai miei alpini per quanto hanno fatto, fanno e faranno per gli altri, sempre nel silenzio e senza clamori. Un pensiero deve andare però anche a tutti i nostri alpini che hanno posato lo zaino a terra. La vostra presenza e il vostro affetto ci dà modo di pensare che anche noi sulle vostre orme stiamo facendo qualcosa di buono, importante, di reale, di vero, e che dobbiamo continuare nella stessa strada che ci avete indicato'' ha aggiunto. lanciando un monito: ''Essere per essere, non per sembrare''.
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Massimo Panzeri, sindaco di Merate

Dopo di lui anche il sindaco Massimo Panzeri ha rivolto un saluto: ''Sono onorato ed emozionato di trovarmi qui per celebrare l’anniversario di questo meraviglioso gruppo, di cui con orgoglio faccio parte da molti anni. Questo è un momento speciale e di festa, ma anche un momento che ci offre l’opportunità di riflettere sul nostro passato, di apprezzare il presente e di guardare fiduciosi al futuro'' ha detto il primo cittadino.
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''Nel corso di questi anni i nostri alpini hanno affrontato molteplici sfide, hanno dimostrato un impegno inestimabile e hanno mantenuta viva la fiamma della solidarietà e del servizio alla comunità. La storia del nostro gruppo, è una storia di sacrificio, di coraggio e di spirito di squadra. Abbiamo affrontato le intemperie delle montagne, abbiamo superato ostacoli apparentemente insormontabili e abbiamo sempre lavorato insieme per superare le avversità. Questa è l’essenza degli alpini e oggi celebriamo questa straordinaria eredità. La nostra famiglia oggi è più forte che mai, continuiamo a servire la comunità, e non solo, in molti modi. La nostra presenza è un faro di speranza, un simbolo di sicurezza per coloro che si affidano a noi''. 
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Il sindaco Panzeri ha concluso lanciando un invito: ''Dobbiamo cercare di coinvolgere le generazioni più giovani, perché sono il nostro futuro e non possiamo permettere che dopo il nostro passaggio il gruppo si spenga''. 
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Ha parlato infine anche il presidente provinciale degli alpini, Emiliano Invernizzi, che ha ringraziato per la grande accoglienza. ''Claudio Ripamonti è un capogruppo che sta portando avanti non solo la sua compagine, sta dando una grande mano alla sezione insieme a tutto il consiglio. Voglio ricordare le due parole che ha detto: serenità e concretezza. Serenità, perché anche gli alpini litigano e hanno diversità di opinione, ma poi a legarli è la concretezza. Il confronto non deve mai mancare'' ha detto il presidente, ringraziando anche per l’esempio che il gruppo meratese ha dato. ''La missione che abbiamo per il futuro, è ben scritta sul vostro monumento ai caduti. «Merate, aggiungendo i suoi prodi alle falangi dei caduti per il diritto delle genti li manda pionieri di fede al lontano avvenire». Al lontano avvenire, dunque, il gruppo di Merate deve andare avanti ancora così come lo è stato per la memoria dei caduti che sono ricordati. Lo si fa con la fede, la fede anche in quei principi che sono sanciti dal modo di fare, di essere e di comportarsi degli alpini''. 
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Il parroco don Luigi Peraboni

È quindi iniziata la santa messa. Ispirato dalle letture del Vangelo, don Luigi Peraboni nel corso dell’omelia ha lanciato tre domande ai presenti.
''Crescere, maturare, diventare credenti significa innanzi tutto imparare a pensare, imparare cioè a porsi delle domande. La parola di Dio che abbiamo appena ascoltato ci suggerisce tre domande, molto semplici ed essenziali, ma molto vere e profonde'' ha detto il parroco. Chi sono io? Chi è Gesù per me? Per chi sono io?
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''La cultura contemporanea difficilmente ci spinge a chiederci quest’ultima domanda. L’invito che voglio rivolgervi è questo, quello di continuare il nostro percorso di vita come un invito continuo a pensare e domandarci per chi siamo noi''.
E.Ma.

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