Brivio: è morto Giovanni Riva, tra i primi utenti dell'Alveare. Il cordoglio degli amici

L’Alveare di Brivio piange la scomparsa di Giovanni Riva, uno dei primi ragazzi che ha iniziato a frequentare la cooperativa sociale nata nel 1986 sulla sponda dell’Adda al fine di offrire a persone con disabilità la possibilità di svolgere attività in un ambiente sereno e protetto. 
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A giorni Giovanni avrebbe compiuto 60 anni, ma un male incurabile l’ha strappato alla vita, lo stesso male che da circa un anno non gli aveva più consentito di frequentare L’Alveare come invece aveva fatto per 36 anni. Una perdita, la sua, che ha dato grande dispiacere non solo a chi frequentava la cooperativa, ma anche a tutta la comunità di Brivio, paese in cui Giovanni era nato e cresciuto ed era molto noto, soprattutto per via della sua spiccata simpatia che l’aveva portato sempre a dialogare con tutti. 

“Abbiamo sentito molto la sua mancanza quando ha smesso di frequentare L’Alveare” ha detto Franco Riva, presidente dell’associazione legata alla cooperativa “Era un ragazzo molto simpatico. È stato uno dei primi utenti che hanno iniziato a frequentare la struttura nata anche per forte volere di suo padre Andrea”. Giovanni, in precedenza, frequentava una struttura analoga a Calolziocorte. 
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Attualmente Giovanni risiedeva a Villa dei Cedri a Merate. Lascia il fratello Marino e le sorelle Paola e Resy. 

Oggi, 7 agosto 2023, dopo lunga malattia, si è spento Giovanni Riva: un uomo, anzi un ragazzo che avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 22 agosto.
Ragazzo non per il politicamente corretto che impone di considerare tutte le persone come giovani, ma perchè Giovanni, e come lui tutti i portatori della sindrome di Down, rimangono eterni ragazzi o, forse eterni bambini, con la loro purezza di animo dovuta, forse, all'esigenza di affetto, da ricevere e dare con grandi abbracci e baci.
E se, trascorrendo del tempo con Giovanni, si rideva molto, non era ridere di lui, ma ridere con Lui, come tra amici che non si risparmiano certo il prendersi in giro.
La parola integrazione anni fa non si usava, e magari il linguaggio non era sempre particolarmente delicato con chi era diverso: ma nell'oratorio di Brivio Giovanni si era integrato, con il suo tifo sfegatato per la Juventus e la frase sempre ripetuta: "Mamma faccio il bravo... ".
Questa integrazione non è stata casuale ma si è realizzata grazie alla passione e alla lungimiranza di Don Gino e Mariuccia e di tutti i giovani formati ed educati secondo i loro valori.
Ma, soprattutto, Giovanni era particolarmente legato alla sua mamma Carla che lo ha sempre accudito come un Tesoro... 
Sempre perfettamente vestito, con stile ed eleganza. Lui era felice con la sua mamma: si percepiva una grande sintonia a partire dai loro sguardi e dai loro gesti mentre condividevano una pausa per il "caffettino" o il cappuccino con la brioche.
Purtroppo Lei lo ha preceduto nel lasciare questa terra, fortunatamente potendolo affidare alle cure della sorella Paola, che è diventata quindi madre di un terzo figlio (o forse del primo). Figlio che ha richiesto sicuramente tante cure, quante soddisfazioni ed emozioni ha dato.
Fondamentale poi è stata la costituzione dell'Alveare, associazione che ha consentito a Giovanni di trovare una collocazione attiva nella società, di essere creativo, di lavorare e sentirsi parte di un gruppo.
Giovanni era un buongustaio ed amava soprattutto una pietanza: il pollo. 
Declinato in qualunque maniera ma, soprattutto, cucinato da chi gli era vicino.
Giovanni amava il mare, giocare con la sabbia e con le onde con le sue nipoti che adorava sopra ogni cosa.
Si sentiva felice ed orgoglioso di essere zio, uno zio speciale ... con un cromosoma e migliaia di emozioni in più da donare a chi sapeva amarlo ed essere in sintonia con lui.
E l'ultimo suo gesto è stato, ancora una volta, d'affetto: un ultimo piccolo bacio a chi lo ha vegliato fino all'ultimo respiro.
Buon viaggio Giovanni, attraverso i girasoli d'agosto fino alle nuvole più alte, 
chissà quante cose avrai da raccontare alla tua mamma...
Veglia su di noi e, ogni tanto, vienici a trovare nei nostri sogni, per farci ancora sorridere.

Lorenza e Giovanni a nome di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti

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