Verderio S: 50 anni fa la tragedia al GP di Monza. Tra le vittime il 29enne Gino Motta

Alcune immagini dell'incidente tratte dal Cittadino di Monza del 1961

Aveva solo 29 anni. Sull'esterno della parabolica si era messo per ammirare i bolidi in pista che arrivavano ruggenti ad affrontare la curva per poi sfrecciare verso il traguardo. Quel giorno di cinquant'anni fa, però, era il 10 settembre del 1961, sarebbe stato l'ultimo gran Premio per Luigi Motta detto Gino. Il giovane di Verderio Superiore, infatti, fu una delle 15 vittime della tragedia consumatasi sulla pista dell'autodromo di Monza a seguito del "agganciamento" e dell'uscita di strada tra le vetture di Von Trips e Clark.


Le cronache di allora raccontano che i due principali concorrenti, Wolfang Von Trips e Clark stavano contendendosi il primo posto sin dai primi giri. Sorpassi e rincorse mozzafiato che gli stessi spettatori dalle "tribune" faticavano a seguire, con quei 200 kmh che si trasformavano in rumore e un gran polverone. In testa, pochi istanti prima della tragedia, ci sono tre Ferrari con Hill, Ginther e Rodriguez. Staccato di qualche decina di metri arriva Von Trips sempre su un bolide del cavallino. Alle calcagna, davvero come incollata, c'è la Lotus dello sfidante di sempre, Clark. La curva si apre all'orizzonte e Trips inizia ad allargare, preparandosi ad affrontare la parabolica a velocità sostenuta. Alle sue spalle, però, Clark riesce a guadagnare terreno e dalla coda si affianca leggermente alla Ferrari.


È a quel punto che la ruota posteriore sinistra di Von Tips aggancia quella anteriore destra di Clark. Le auto procedono per un breve tratto agganciate, poi la rossa fa perno sulla ruota posteriore sinistra, si mette perpendicolare alla direzione di marcia e punta dritto verso il prato sganciandosi dalla Lotus che invece prosegue in testacoda sulla pista. La Ferrari è fuori controllo, imbocca il prato a lato della strada e il lieve pendio che porta alle tribune, si capovolge. Il pilota tenta di gettarsi fuori. Poi la tragedia con il bolide che falcia la rete e gli spettatori e un polverone che copre quei corpi straziati e dilaniati dalle lamiere.

Luigi "Gino" Motta

Fra quei corpi c'è anche Gino, 29enne di Verderio Superiore, appassionato di motori, figlio dei sacrestani della parrocchia, famiglia assai nota e stimata in paese. Per lui non ci fu scampo. Morì sul colpo. "Toccò al padre suonare le campane a lutto" racconta Giulio Oggioni nel libro Quand serum bagaj "con la morte nel cuore e da quel giorno Olimpio (il papà, ndr) invecchiò precocemente. Gli rimasero le tre figlie, una delle quale, Franca, alcuni anni dopo partì missionaria per l'Africa. Prese il nome di Suor Gina in ricordo del fratello scomparso".
S.V.
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