Ancora una mazzata per la Lega di Merate. A quando una riflessione seria sulle cause?

Che si sia trattato di un congresso farsa - quello della Lega svoltosi domenica - è parso evidente nel momento in cui in campo c'è stata una sola candidatura a segretario provinciale. Per di più nella persona del referente uscente. Il dissenso che pareva essersi manifestato prima con il movimento di Roberto Castelli poi col ritorno in campo di Umberto Bossi si è dissolto, complici età e condizioni generali.

Del resto la scarsa affluenza la dice lunga sulla disaffezione verso un partito che ormai è sempre più un veicolo utilizzato dai fuggitivi del grande movimento liberale che ancora oggi - e nonostante l'evidenza - ha un solo padrone, Silvio Berlusconi.

Sono fuggiti in tanti nella Lega e scavalcando la vecchia guardia si sono piazzati chi in regione chi in provincia occupando posti di potere e di denaro.

Ma su tutto ciò fa premio l'ennesima mazzata subìta dalla sezione leghista di Merate. Nessuno dei dieci componenti il direttivo provinciale è iscritto alla locale sezione. La Brianza è rappresentata soltanto da Marco Benedetti, tra l'altro il più votato nonostante le truppe cammellate avessero altre indicazioni.

E la circostanza deve fare riflettere tutti i militanti, a partire dal sindaco Massimo Augusto Panzeri e dal segretario Franco Lana.

Un segnale negativo era giunto già dalle regionali dove il consenso percentuale al partito poneva Merate all'81.mo posto su 84 comuni con un misero 11%.

Ora seconda batosta, tutti gli iscritti fuori dal direttivo, compreso il pasdaran Alessandro Vanotti, che in Aula dà prova di supponenza e superiorità intellettuale ma evidentemente appena fuori piazza degli Eroi conta come il due di picche a briscola in tre.

Una profonda riflessione il partito la dovrà pur fare. Anche perché siamo a pochi mesi dalla tornata elettorale per il rinnovo dell'Amministrazione cittadina.

Non che sia cosa da togliere il sonno. Ma insomma anche contare un po' di più dato che Merate è la seconda città della provincia sarebbe utile.

 

P.S. Alla serata elettorale di Robbiate a sostegno del candidato Alessandro Danza ha presenziato - tra gli altri e le altre - anche Alessandra Hofmann. Ex Forza Italia, la Hofmann ha superato l'iniziazione come Tris in Divergent e ora è leghista a tutti gli effetti. Ma è anche presidente della provincia e francamente non sta bene parlare male di una formazione politica solo perché avversaria. Abbiamo sempre pensato - e saputo - che una volta ottenuta la carica si diventa presidente di tutti. Ora che la Hofmann segua il suo mentore, e non stiamo a ripeterci sull'esempio di Indietro Tutta, è cosa nota. Ma dovrebbe almeno aver imparato che le campagne elettorali le fanno i candidati, non i vertici istituzionali. Per quanto comprendiamo che la mancanza di un consigliere politico sia un'attenuante.

Claudio Brambilla
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