Merate: asinus asinum fricat

“Asinus asinum fricat”, un asino gratta l’altro. E’ un proverbio latino che oggi – per nulla offensivo, ma usato in senso figurato - indica scherzosamente due persone che si danno un  aiuto reciproco.

La reminiscenza scolastica è stata provocata dalla lettura a tamburo battente del quotidiano lecchese, nelle pagine locali, (a volte semplici magnetofoni a bassa diffusione di una parte del “potere”).

La prima intervista è a Simona Vitali –sicuramente la donna dell’anno 2022, emersa dal nulla e già proiettata nell’empireo cittadino – nella sua qualità di presidente dimissionario de La Nostra Mela. La quale, nonostante fosse dimissionaria da un anno ha utilizzato l’associazione per una iniziativa molto bella.  Tuttavia, spiega, dalla fine del mese le dimissioni saranno irrevocabili e se nessuno si farà avanti La Nostra Mela cesserà di esistere. Mi voglio dedicare esclusivamente alla Proloco e il tono più che una promessa suona come una minaccia. Si dice che il programma 2023 sia pronto e prossimo ad essere sottoposto al vaglio del Primo Cittadino, anche in un giorno – tipo il giovedì – che il Municipio è chiuso al pubblico (ma non ai sergenti con paletta in servizio permanente effettivo). Speriamo sia un programma di pochi, grandi eventi, capaci di riportare Merate al ruolo di aggregatore del territorio. La paccottiglia lasciamola ai piccoli comuni che, peraltro, vedi Brivio, la sanno fare pure meglio. Poche manifestazioni ma all’altezza di città come Vimercate e Lecco per divertire i cittadini e riportare a Merate anche il pubblico di compratori. Un mercatino di chincaglieria allontana quanti vengono da fuori (e questo assunto non è nostro ma di un paio di importanti commercianti del centro). Il clamoroso “buco” di Natale però non può passare sotto traccia: Montevecchia, Paderno, Perego, La Valletta, Lomagna hanno messo in campo iniziative stupende. Merate nulla. Qui si punta alle manifestazioni dove si mangia e, soprattutto, si beve. Chissà perché!

Ma torniamo al “centro”. La signora Vitali insiste per una pedonalizzazione anche più ampia dell’attuale. E prontamente il signor sindaco Massimo Augusto Panzeri,(asinus asinum fricat)  l’indomani, si precipita a sostenere la medesima tesi. Con i lavori di abbellimento tutti comprenderanno la necessità di pedonalizzare il centro storico, incalza. Pazienza se i commercianti che nel quadrilatero lavorano da decenni sono di avviso opposto sostenendo che il commercio “gira” quando la gente circola con facilità. Se invece le strade sono chiuse e i parcheggi lontani, punta l’auto verso una meta più comoda. Ma per il signor Sindaco la tesi della signora Vitali è sacrosanta e sarà sostenuta nelle sedi deputate.

Il magnetofono ( o solo l’esigenza più prosaica di riempire le pagine) si accende, dopo l’intervista alla signora Vitali, davanti al signor sindaco il quale, sorridente, elenca le cose fatte o in corso di esecuzione: riqualificazione  via Verdi (ma il progetto risale al 2016) i cui lavori sono indietro ma entro l’estate saranno completati (il cronoprogramma però parla del 19 marzo data fine lavori); la ristrutturazione della palestra di via Manzoni (progetto risalente al 2017), qualche nuova pista ciclabile (sempre presente nei programmi elettorali), l’ampliamento della caserma dei vigili del fuoco (questione delicatissima dato che gli stessi volontari ammettono di non essere in grado di assicurare tutti gli interventi)  e la risistemazione del centro cittadino con una spesa vicina al milione di euro di cui, francamente, nessuno sente la necessità. Peccato invece per Villa Confalonieri – lamenta Panzeri - che resta come era all’inizio della consigliatura. L’unica opera davvero importante per avviare il processo di rivitalizzazione del centro con palazzo Tettamanti sede di tutte le attività culturali della città non è stata  neppure progettata.

Insomma quattro anni di strade asfaltate, di tombinature rifatte, di rappezzi qua e là, - pure necessari – ma solo tattica, senza una visione strategica, senza un piano di rilancio del ruolo della città. Ordinaria amministrazione.

Liquidata in due battute la vergognosa e costosissima vicenda di Retesalute di cui Massimo Panzeri è niente meno che presidente dell’assemblea dei soci.

Ignorata del tutto, infine, la questione dell’ospedale, centro nevralgico e principale fattore di attrazione di Merate, in lento e inesorabile declino.

Chissà, forse l’intervistatore non ha ritenuto il tema importante o forse ha soprasseduto. Per pura carità cristiana.
Claudio Brambilla
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