Il manifesto elettorale di Mauro Piazza prova di forza o segno di debolezza?

La vecchia guardia di Forza Italia giudica l'iniziativa di Mauro Piazza un segno di debolezza. Nelle liste elettorali di altri partiti del centrodestra, primo fra tutti Fratelli d'Italia, per il rinnovo del Consiglio regionale Lombardo ci saranno anche esponenti lecchesi oltre al transfuga leghista. E più d'uno potrebbe essere tentato di dirottare su questi candidati il proprio voto.

Dalle parti dei vecchi leghisti, invece, si parla di azione spregiudicata, astuta, per mettere il partito di fronte al fatto compiuto. Vedete quanti mi sostengono a partire dai due settimanali lecchesi (molto attivi anche nella ricerca di imprenditori da arruolare)? A questo punto vi piaccia oppure no sono il vostro candidato ideale anche perché mi porto appresso oltre tremila preferenze personali.

Sia come sia il manifesto con cui 106 cittadini tra i quali un benedicente sagrestano invitano Mauro Piazza a ricandidarsi - avendo lui in passato negato di volerlo fare, ma si sa com'è in politica - sta mettendo i subbuglio sia la Lega storica, sia l'intera area moderata di centro.

E difatti nel manifesto propagandistico non si trova un nome di un militante della Lega, per quanto è possibile affermare che il coordinatore Butti fosse bene al corrente dell'iniziativa e ne abbia dato il proprio avallo.

Però, dicono alcuni esponenti del carroccio militanti dagli anni novanta, il Butti, terminati i congressi di sezione si sbrighi a convocare il congresso provinciale perché è da lì che deve uscire il candidato alle regionali, non da un manifesto studiato con indubbio tempismo e messo in pratica a quattro mani tra due personaggi che si sono divisi i compiti: l'uno la parte diciamo così "politica", l'altro quella "economica".

Quanto ai nomi, beh nulla di nuovo: Paola Panzeri, avvocato, già candidata molti anni fa a Merate senza successo, che ha lavorato di telefono, il duo Toto-Pendeggia, sindaci di Cernusco e Montevecchia, e non serve dire altro, i meratesi Alfredo Casaletto che un appoggio non lo nega a nessuno e Fiorenza Albani, più motivata per ragioni di bottega che per motivi politici. I soliti imprenditori e i solito professionisti.

Alessandra Hofmann, invece, è un caso a parte, diremmo un caso umano: Mauro Piazza l'ha candidata alla presidenza della provincia e Mauro Piazza le ha "piazzato" scusate il giro di parole, il proprio portaborse a stipendio pieno (pagato dalla Provincia ovviamente) , il meno noto Carlo (Piazza), come consigliere politico. Poteva la sindaca di Monticello, affetta da bulimia di poltrone, non sottoscrivere il manifesto?

No che non poteva. Anche se da più parti affermano che Ella sia stata sempre in quota a Forza Italia.

Ma come dice un noto personaggio meratese la partita è appena cominciata. C'è un bacino vastissimo di persone non leghiste oppure della Lega ma che non hanno mai digerito l'irruzione di Mauro Piazza nel carroccio, al termine di un lungo girovagare tra sigle nate e morte nello spazio di un mese. Persone che si guardano intorno in cerca di alternative. Tra i tanti, sullo sfondo, si muove Giuseppe Procopio, vice sindaco di Merate, sempre di area moderata di centro. Che, naturalmente, il manifesto non l'ha sottoscritto, e come lui Fabio Tamandi, Massimo Panzeri, Andrea Robbiani, Franca Maggioni, Franco Lana, Andrea Valli ecc. ecc.

Insomma, il botto c'è stato, ma la ricaduta non è certo che sia in linea con le aspettative degli incendiari.

Claudio Brambilla
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