Brivio: bonifici sul suo conto
Ex dipendente va a processo
E’ accusato di furto aggravato e di accesso abusivo ai sistemi informatici. Il prossimo 21 aprile il giudice Gianluca Piantadosi ha fissato l’udienza per la discussione della vicenda che lo vede imputato e sarà in quella sede che il suo legale dovrà dimostrare l’estraneità dei fatti che gli vengono contestati.
Quest’oggi in tribunale era attesa anche la sua testimonianza ma l'interessato ha preferito non presentarsi dimostrando quindi la volontà di non sottoporsi alle domande che gli sarebbero state rivolte da accusa e parte civile. A raccontare la sua versione dei fatti, invece, è stato il socio accomandatario dell’azienda di ingrosso carni.
L'odierno imputato ne era stato un dipendente dal 2006 all'aprile 2020, in qualità di impiegato addetto alla contabilità. Nell'aprile dell'anno del covid dopo un periodo a casa si era dimesso, senza fornire troppe spiegazioni e l'azienda si era vista costretta ad affidare le sue mansioni a uno studio di commercialista che aveva iniziato a verificare tutte le operazioni compiute trovando che c'era qualcosa che non tornava. A far scattare il sospetto un versamento di 500 euro sul conto stesso dell'imputato, ma non riconducibile a uno stipendio o comunque a una prestazione concordata con il titolare.
Da qui le verifiche più approfondite fino ad arrivare a un totale di poco più di 20mila euro in due anni, finiti sul conto corrente dell'imputato, e “aggiuntivi” allo stipendio regolarmente corrisposto.
“Abbiamo mandato una richiesta di chiarimento ma non abbiamo ricevuto risposte” ha spiegato la presunta vittima chiamata quest'oggi a rendere la propria versione dei fatti davanti al giudice Gianluca Piantadosi “abbiamo scoperto questi versamenti aggiuntivi solo dopo un mese, quando il commercialista ha iniziato a guardare i conti e ha trovato questi versamenti sul conto, che nulla c'entravano con gli stipendi corrisposti. Io davo indicazioni su chi pagare, dai fornitori o altro, ma mi fidavo di lui che era con noi da oltre dieci anni. Non ho mai controllato”.
Ad accedere ai conti c'era un'altra collega che, tuttavia, si occupava di eventuali pagamenti solamente nei periodi di assenza per vacanza dell'imputato.
Il procedimento è stato aggiornato al 21 aprile per la discussione e l'eventuale sentenza.
Quest’oggi in tribunale era attesa anche la sua testimonianza ma l'interessato ha preferito non presentarsi dimostrando quindi la volontà di non sottoporsi alle domande che gli sarebbero state rivolte da accusa e parte civile. A raccontare la sua versione dei fatti, invece, è stato il socio accomandatario dell’azienda di ingrosso carni.
L'odierno imputato ne era stato un dipendente dal 2006 all'aprile 2020, in qualità di impiegato addetto alla contabilità. Nell'aprile dell'anno del covid dopo un periodo a casa si era dimesso, senza fornire troppe spiegazioni e l'azienda si era vista costretta ad affidare le sue mansioni a uno studio di commercialista che aveva iniziato a verificare tutte le operazioni compiute trovando che c'era qualcosa che non tornava. A far scattare il sospetto un versamento di 500 euro sul conto stesso dell'imputato, ma non riconducibile a uno stipendio o comunque a una prestazione concordata con il titolare.
Da qui le verifiche più approfondite fino ad arrivare a un totale di poco più di 20mila euro in due anni, finiti sul conto corrente dell'imputato, e “aggiuntivi” allo stipendio regolarmente corrisposto.
“Abbiamo mandato una richiesta di chiarimento ma non abbiamo ricevuto risposte” ha spiegato la presunta vittima chiamata quest'oggi a rendere la propria versione dei fatti davanti al giudice Gianluca Piantadosi “abbiamo scoperto questi versamenti aggiuntivi solo dopo un mese, quando il commercialista ha iniziato a guardare i conti e ha trovato questi versamenti sul conto, che nulla c'entravano con gli stipendi corrisposti. Io davo indicazioni su chi pagare, dai fornitori o altro, ma mi fidavo di lui che era con noi da oltre dieci anni. Non ho mai controllato”.
Ad accedere ai conti c'era un'altra collega che, tuttavia, si occupava di eventuali pagamenti solamente nei periodi di assenza per vacanza dell'imputato.
Il procedimento è stato aggiornato al 21 aprile per la discussione e l'eventuale sentenza.
S.V.