Merate: altro confronto in Consiglio sulla vicenda Retesalute e il tenero elogio del Sindaco ai nuovi dirigenti della Proloco

Il momento più “toccante” dell’intero Consiglio comunale di ieri sera è stato quando a 1 ora e 50 minuti il signor sindaco, con tonalità al miele e un dolce sorriso ha rivolto un ringraziamento sentito alla Proloco, casualmente rappresentata in Aula dalla Presidente, per l’impegno profuso, invitando(la) a fare ancora di più.

Eppure siamo pronti a scommettere che nessuno degli assessori presenti la pensasse allo stesso modo. Diciamo anzi che abbiamo fondati motivi per sostenere il contrario. L’entusiasmo viaggia a doppio senso di marcia solo tra i vertici dell’Amministrazione comunale e del sodalizio di via Roma. Anche se è difficile dire chi propone e chi dispone.

Detto ciò, ma un po’ di calore ci vuole in una serata dominata dai numeri snocciolati dall’assessore Casaletto, veniamo alla seduta vera e propria.


Gino Del Boca

E’ partito Gino Del Boca con una domanda sull’organizzazione dei seggi, soppressi nelle frazioni per concentrarli soprattutto in villa Confalonieri.

La risposta del Sindaco è stata tagliente: evidentemente lei frequenta i seggi come il Consiglio comunale, una volta sì e due no. Da tempo non ci sono più urne nelle frazioni. Noi diamo indicazioni poi l’avallo arriva dai carabinieri e dalla Questura. L’invito a non utilizzare i plessi scolastici è arrivato dalla Prefettura e noi ci siamo adeguati. Tuttavia – ha aggiunto Massimo Panzeri – i problemi sono stati pochi e circoscritti, in villa Confalonieri al seggio 14 per la modalità operativa adottata dal presidente e in via F.lli Cernuschi solo a momenti e comunque l’afflusso è stato regolato dalla Protezione Civile, precedentemente impegnata nei “seggi covid”. Si cercherà comunque la prossima volta di mettere a disposizione anche il secondo piano del CDD – ex scuola elementare – per meglio distribuire l’elettorato.



 Aldo Castelli

L’Aula ha poi affrontato l’interrogazione presentata dalla minoranza di Cambia Merate” sulla vicenda Retesalute. Superfluo qui ripercorrere la cronistoria già ampiamente raccontata a margine dell’ultima assemblea. E del resto le posizioni restano immutate: il Sindaco, che è anche presidente dell’Assemblea dei soci dell’azienda pubblica insiste nel ritenere inevitabile la liquidazione e a parlare di una perdita di 3,9 milioni. Aldo castelli e Roberto Perego hanno tentato – inutilmente – di far comprendere come soci e clienti in questo caso si identificano quindi se compero dalla mia azienda prodotti sottocosto prima o poi sarò chiamato a coprire il disavanzo. Sembra un concetto elementare ma evidentemente non entra nella testa. Eppure i comuni soci-clienti hanno beneficiato soprattutto nelle fasi in cui i vincoli del patto di stabilità erano stringenti, di servizi sociali a costi inferiori al mercato. Perego ha ricordato una serie di frasi ingiuriose pronunciate in contesti diversi contro soggetti interni a Retesalute alludendo a arricchimenti personali e altre vergognose insinuazioni. Tutte poi distrutte dalla sentenza limpida del giudice del lavoro dottoressa trovò. Ma alla fine ha rinunciato a proseguire nell’intervento. Come del resto avevano già fatto in Assemblea i sindaci più preparati sull’argomento.  

Castelli ha poi posto l’accento sulla incresciosa questione della lettera dei segretari inviata direttamente al Consiglio di Amministrazione, scavalcando così i rispettivi referenti politici, cioè i sindaci cui sono legati da un rapporto fiduciario. In qualsiasi azienda – ha scandito Castelli, ma la segretaria Vignola era assente sostituita dal comandante dei vigili – il direttore che agisce in questo modo ignorando il suo diretto superiore, cioè l’amministratore delegato, sarebbe licenziato in tronco. Per normativa vigente ciò non è possibile. Tuttavia il fatto è gravissimo da punto di vista istituzionale.

Al di là di una difesa d’ufficio – altre missive erano state inviate a Retesalute dai segretari - anche il Sindaco ha dovuto ammettere che l’iniziativa è stata piuttosto azzardata. Ha anche precisato di avere avuto notizia della volontà di scrivere ma nessuna indicazione circa il contenuto. Né la segretaria si è premurata di sottoporre il testo in via preventiva al Sindaco né questi ha chiesto di visionarlo. Insomma – ha concluso il capogruppo di minoranza – qui si sono invertiti i ruoli, non si era mai vista una cosa simile in passato.

Il capogruppo Castelli si è dichiarato del tutto insoddisfatto delle risposte avute dal Sindaco, ricordando anche che Merate deve ancora versare la differenza della propria quota parte avendo scelto come metodo, contrariamente agli altri comuni di coprire il disavanzo con la semplice pro quota anziché con la formula mista del pro quota/servizi acquistati, formula certamente più corretta.
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