Brivio:mister Bobo Minniti dal Gso ai 'Milan Camp'. In attesa della trasferta in Sudafrica

Dal campetto dell’oratorio di Brivio al Milan Campione d’Italia… sempre in panchina. Non stiamo parlando dell’inconsueta scalata al successo di un calciatore bensì, della salita, gradino dopo gradino, verso l’olimpo del calcio di un giovane allenatore briviese. Lui è “mister” Roberto Minniti, per tutti Bobo, classe 1986 e una buona esperienza come “tecnico” maturata, nemmeno è il caso di dirlo, sul campo.

"Mister" Roberto Minniti

La sua sfera d’azione sono i “piccoli talenti del domani”, i veri “calciatori in erba”: lavora infatti con i bambini che, motivati dai papà e dalle partite viste in televisione la domenica pomeriggio, decidono di indossare per la prima volta le scarpette con i tacchetti e iniziare a calcare il rettangolo di gioco. I così detti “pulcini” quindi, i campioni della “scuola calcio” o della categoria “esordienti”.

Una delle prime formazioni allenate a Brivio

“Ho iniziato nove anni fa, quando avevo 16 anni con i bimbi del “gioca sport” del Gso Brivio” – ci racconta il promettente mister – “Poi, dopo tre anni di esperienza, sono approdato alla Galbiatese dove sono rimasto altri cinque anni per poi passare all’Olginatese dove alleno tutt’ora, così come a Pagnano, società con la quale a  settembre inizierò la mia quarta stagione”. Nel frattempo, seguendo l’amore per lo sport e la voglia di trasformare questa passione in un lavoro con cui guadagnarsi da vivere facendo ciò che più gli piace, Roberto si è iscritto alla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Milano.

L’avvocato Stefano Motta, poi, riconoscendogli competenza maturata nel settore, l’aveva voluto come assessore esterno con delega proprio allo sport e alle politiche giovanili nel periodo del suo ultimo mandato da sindaco del paese. Ma l’esperienza più importante, probabilmente, mister Minniti l’ha cominciata cinque anni fa venendo selezionato come allenatore per i “Milan Junior Camp” estivi organizzati proprio dalla società calcistica di proprietà della famiglia Berlusconi. Oggi, dopo la “gavetta”, in molte occasioni, gestisce personalmente gli interi stage, in altre riveste più semplicemente il ruolo che meglio gli si addice: quello dell’allenatore, ovviamente. 

“Con il Milan sono andato ovunque” – scherza Roberto elencando poi una lunga serie di località, per lo più marittime: Forte dei Marmi, Cervia, Livorno, Cesenatico, la Valle d’Aosta ma anche Dublino, giusto per citarne alcune. Il viaggio più lungo, però, sarà il prossimo: “A dicembre dovrei andare in Sud Africa per uno stage di calcio della durata di 20 giorni con i bambini del posto”. Il progetto, ci spiega, rientra in una serie di iniziative sulla scia lunga dei Mondiali disputati propri in quel Paese lo scorso anno e vede coinvolta, oltre alla società rossonera anche un’associazione locale  che dovrebbe rifarsi al mitico presidente Nelson Mandela.

Se questo, al momento, è solo un programma ancora da definirsi nei dettagli per poi realizzarsi, fanno invece parte del “curriculum” di briviese le innumerevole settimane trascorse nelle strutture predisposte dal Milan per animare le estate dei più piccoli, in giro per l’Italia. “Quest’anno sono stato impegnato circa due mesi, tra giugno e luglio” – ci spiega – “I bambini che partecipano ai Camp, di durata settimanale,  hanno dagli 8 ai 16 anni. Alcuni vengono mandati direttamente delle loro squadre per essere “visti” dai tecnici del Milan, altri invece vengono spontaneamente, come fosse una vacanza”.

La giornata tipo, simile a quella dei centri estivi a indirizzo sportivo magari meno blasonati, prevede due allenamenti, uno al mattino e uno al pomeriggio, intervallati da momenti di relax con intrattenimento e attività ludiche. Non mancano poi, occasioni speciali come per esempio l’allenamento condotto con i “cugini” dell’Inter, ripreso e mandato in onda da Sky.

Al campo da gioco, arrivano poi, spesso, ospiti d’eccezione per fare visita ai ragazzi durante la loro permanenza: “Quest’anno sono venuti Baresi, Massaro, Evani, Antonini… Abbiamo poi visto allenarsi Frei, Montolivo, Comotto…”. Insomma, nomi illustri nel panorama calcistico del recente passato e del presente. Un “firmamento” in cui, magari, tra qualche anno, troveremo anche il nome di Roberto che, per tutti, a Brivio continuerà comunque a essere semplicemente "Bobo".

A. M.
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