Cambia Merate ''spara'' sul Sindaco. Ma la pistola è caricata a salve. Fa solo boom!

Per carità scritto è scritto bene. Come sempre, corretto e timidamente sarcastico. Ma terminata la lettura del documento di Cambia Merate il lettore si domanda: e quindi? Cioè dopo che avete infilato il dito nella piaga, visibile a occhio nudo tanto grande è, che si fa?

Ecco, è qui che l'opposizione alla maggioranza di centrodestra che governa Merate, manca. Rispecchiando in ciò il tratto caratteriale un po' snob, un po' da lord inglese del suo capo, Aldo castelli, e del suo vice in pectore, Roberto Perego.

Massimo Panzeri, in altra veste, quella di responsabile politico dei lavori pubblici è buon amministratore. Ma nei panni di sindaco è del tutto inadeguato. Non ha una visione, non comprende la gravità di un problema complesso, fosse Retesalute o l'ospedale Mandic, entrambi su una brutta china.

Non si spoglia dall'elmo con le corna leghista, pur avendo abbracciato il corso salviniano che di elmi ornati non ne vuole sapere.

Solo due settimane fa quando, per la prima volta, quasi tutti i sindaci - assente il solito Federico Airoldi di Brivio, che evidentemente si ritiene superiore rispetto a queste bazzecole - si sono riuniti per decidere quale azione avviare in difesa dell'ospedale di Merate ha subito ruggito contro l'ipotesi di un documento di protesta da inviare in Regione, definendolo, avverso il parere di tutti e al limite del ridicolo, un documento politico a pochi mesi dalle elezioni.

Così, mentre lui sceglieva di difendere il partito, al Mandic si consumava l'ennesima resa dei conti tra il dipartimento Materno Infantile e la struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia.

Come sono andate le cose lo sappiamo: primario e aiuto hanno presentato le dimissioni e ora, finalmente tutti, giornali compresi solitamente silenti o asserviti, se ne sono accorti: il punto nascite rischia la chiusura.

Davanti a tutto ciò, alla luce della gestione catastrofica dell'assemblea dei soci di Retesalute, del dilagare impunito di situazioni di turbativa della quiete pubblica, dell'assenza sui grandi temi sovracomunali, vedi il caso Italcementi i cui presunti miasmi non si fermano a Robbiate e, soprattutto, dell'immobilismo colpevole rispetto al declino dell'ospedale che questo giornale denuncia da anni riteniamo che una forza politica seria debba presentare una mozione di sfiducia. Mozione che i membri della maggioranza, se hanno a cuore la città e non la poltrona cui poggiano i glutei, non possono respingere.

Gli esempi di sindaci che hanno impedito il depauperamento dei presidi territoriali sono innumerevoli, l'ultimo in Valtellina.

All'onore di Massimo Panzeri decidere: o si schiera senza tentennamenti a costo di scontrarsi con i suoi sodali leghisti in Regione a difesa del Mandic mettendosi alla guida dei sindaci del territorio pronti a mettere in campo azioni eclatanti, oppure lasci la carica. Adesso. Che ancora c'è la possibilità di dare un futuro all'ospedale. Perché tra un anno potrebbe essere tardi. E allora la responsabilità sarà sua. Sua soltanto.

Claudio Brambilla
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