La ricerca, la qualità e la bellezza per Diana Bracco

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Da Merate al Monferrato, passando per Milano, con un punto in comune: l'amore per la bellezza. Tre luoghi che significano casa per Diana Bracco, una delle più importanti figure del panorama imprenditoriale italiano e grande mecenate.



Una storia di impegno non solo a capo dell'omonimo gruppo farmaceutico leader globale nella diagnostica per immagini con 1.5 miliardi di euro di fatturato annuo e oltre 3.600 dipendenti, ma anche culturale e sociale, grazie al continuo e instancabile impegno verso la promozione delle eccellenze artistiche italiane e la difesa dei più deboli. Promuovere la ricerca, coltivare i giovani talenti, favorire l'inclusione: questi i valori fondanti che hanno sempre guidato il suo operato, portandola a far parte delle più importanti istituzioni culturali italiane e internazionali e a creare, nel 2010, Fondazione Bracco.





La "Dottoressa" come viene citata in azienda ha anche una passione che pochi conoscono: l'Azienda Agricola Il Botolo, una vera e propria perla incastonata tra le colline del Monferrato (in provincia di Asti, Piemonte), immersa in uno dei paesaggi più belli del mondo non a caso riconosciuto nel 2014 come patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO. Un atto d'amore nato nel 2007 insieme al marito Roberto de Silva, monferrino e amante di quelle terre straordinarie, che ha da sempre avuto il sogno di produrre vino di eccellenza.



Oggi Diana Bracco de Silva porta avanti questa avventura con la stessa caparbietà e gli stessi obiettivi che l'hanno sempre contraddistinta: ricerca, qualità e bellezza. Da qui nascono vini rappresentativi del territorio, come il Moscato d'Asti, o espressioni fresche e profonde di un vitigno internazionale come lo Piemonte Chardonnay.



Ma è la Barbera d'Asti a fare da regina: base e Superiore preparano il terreno per la punta di diamante della produzione, il Nizza DOCG. Una denominazione giovane nata per distinguere e dare il giusto valore ai terreni più vocati alla coltivazione della Barbera, l'apice qualitativo del territorio che ne rappresenta al meglio i caratteri identitari. E che ha già saputo conquistarsi un posto tra i grandi rossi italiani, nel nostro Paese come all'estero, dove riscuote un sempre maggior successo. Sono solo 69 i produttori che possono vantare il Nizza tra la loro produzione, e il Botolo ne rappresenta una delle espressioni più apprezzate.

Non a caso recentemente l'annata 2018 del Nizza DOCG Botolo ha ricevuto importanti riconoscimenti come la medaglia d'argento al Decanter World nell'edizione Wine Awards 2021 e sarà citato nell'annuario Best Italian Wines 2022 con un punteggio di 95/100 da Luca Maroni, il noto analista sensoriale del vino.

La dottoressa Diana Bracco



La continua innovazione delle tecniche agronomiche, l'attenta selezione delle migliori uve, un approccio sostenibile all'allevamento dei vitigni e un lungo periodo in botte permettono di ricavare un vino capace di stupire, che nelle migliori annate viene realizzato anche nella versione Riserva. E che può riposare per circa 30 mesi in un modo davvero speciale: le botti grandi e le barrique di rovere francese vengono infatti cullate da una dolce musica classica, perché se per le persone la cultura è il nutrimento dell'anima, così per il vino è un modo per maturare ed affinarsi nel migliore dei modi. Intenso e profondo, corposo e armonico, regala note di frutta sciroppata e spezie che avvolgono il palato, ideale con piatti importanti di carni rosse, brasati oppure formaggi stagionati: un vino perfetto per riempire con classe la tavola delle Feste.



Dalla passione per le bollicine è nata l'idea di produrre una Cuvée Metodo Classico, uve Chardonnay e Pinot Nero. Frutto della sapiente arte spumantiera piemontese, questa bottiglia è figlia del tempo: il riposo sui propri lieviti per quasi 30 mesi conferiscono al sorso una persistenza stupefacente, che lascia un indelebile ricordo delle note più nobili del territorio piemontese. Ideale per momenti speciali, brindare alle grandi occasioni o durante i pasti, non dovrebbe mancare in alcun brindisi a Natale o Capodanno.


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Publiredazionale a cura di Azienda Agricola Il Botolo
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