Retesalute: breve rassegna dei ''penultimatum'' dei liquidatori

Massimo Augusto Panzeri
Per quanto difficoltoso sotto ogni punto di vista tentiamo di infilarci nei panni del presidente dell'assemblea dei soci di Retesalute, Massimo Augusto Panzeri.

Dunque, proviamo a ricapitolare i penultimatum lanciati come bolas dal presidente del collegio dei liquidatori professor Ciro D'Aries:

- 7 settembre, entro quella data tutti i comuni riceveranno i bilanci 2018/2019/2020. Purtroppo però alla data del 10 settembre molti comuni non avevano ancora ricevuto nulla.

- 10 settembre, entro quella data se i dieci ex amministratori, membri dell'Organo di vigilanza, ex revisori non avessero versato a scopo di acconto la cifra complessiva di 4 milioni di euro sarebbero partite le azioni formali. Niente è ancora pervenuto.

- 20 settembre, entro quella data la delibera standard messa a punto dal Collegio doveva trovare il parere favorevole di tutti i Consigli comunali. Nessun dei quali alla data odierna l'ha inserita all'ordine del giorno

- 30 settembre, entro quella data o i comuni pagano la quota parte a copertura del debito oppure via libera ai decreti ingiuntivi. Dato che l'assemblea dei soci per l'approvazione dei bilanci, atto propedeutico all'accertamenti del risultato d'esercizio è fissata per il 30 settembre ne consegue che entro al fine del mese non ci sarà un solo comune disposto a versare un euro di quelli accantonati come debiti fuori bilancio.

A questo punto, nei panni - seppure larghi - del Presidente, ma con la nostra testa chiameremmo a rapporto i tre esponenti del Collegio dei liquidatori e picchiando la scarpa sulla scrivania modello Nikita Krusciev esclameremmo: ma si può sapere cosa cazzo sta succedendo?

No perché forse i soci dell'azienda speciale non stanno considerando alcuni elementi che, al contrario, dovrebbero indurre in loro un forte senso di disagio. Intanto la liquidazione indica un primo costo di mezzo milione di euro, pari a poco più di un terzo dell'indebitamento reale dell'azienda. Poi questa minaccia di decreti ingiuntivi, e denunce, richiederà l'ausilio di plotoni di avvocati le cui parcelle saranno comunque correlate all'ammontare del danno supposto. Le procedure andranno avanti anni mentre è probabile che il Collegio si squaglierà entro fine 2021. Quanti costi dovranno sostenere le future amministrazioni nel tentativo, secondo noi inutile, di recuperare soldi dai dieci diffidati?

Il provvedimento egregiamente stilato dalla dottoressa Federica Trovò già risponde in parte a questo quesito. E dovrebbe mettere i comuni soci in fibrillazione.

E poi c'è l'altro lato della medaglia: le contro denunce o meglio le querele. Tutte le persone tirate in ballo a vario titolo hanno un onore da difendere, a partire dai membri dell'Organismo di Vigilanza, professionisti affermati. Staranno a guardare le palettate di fango piovergli addosso? Ne dubitiamo molto. E nel caso in cui qualcuno di questi personaggi ottenesse un ristoro, un risarcimento, chi pagherà? Il Collegio dei liquidatori non di certo. Pagherà Retesalute, cioè ancora i comuni soci.

Rimettendo i panni più modesti del cronista, chiediamo al Presidente dell'Assemblea: ma Lei ha messo in conto tutto questo? Sostenendo la liquidazione e la scelta dei liquidatori non ha temuto per un istante di trovarsi in un vicolo cieco? Si aspettava di dover inserire all'ordine del giorno dell'assemblea del 30 settembre, a distanza di pochi mesi dall'avvio della procedura di liquidazione, l'analisi di elementi propedeutici alla revoca della medesima? Non ha mai sospettato che dietro tanti sorrisi qualcuno fregandosi le mani abbia pensato, meno male che Augusto c'è?

Claudio Brambilla
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