Sartirana: il lago è più un parco che una riserva. Si salvi il salvabile

Circa cinquanta e oltre anni fa, il laghetto di Sartirana aveva una funzione strategica per l'agricoltura. Le acque, nel periodo di siccità, servivano ad irrigare i prati dei signori Gnecchi di Verderio, e quando il livello del lago si abbassava, i contadini tagliavano la lisca che serviva per impagliare le sedie e tagliavano parte del canneto per costruire i capanni. Venute meno queste esigenze il lago si riempì di canne, ostruendo la visibilità e la sua fruizione. In questa prospettiva, 40 anni fa l'ingegner Bonalume - assessore ai lavori pubblici e all'ecologia - si fece carico del problema. Fu dato l'incarico a Scalvi e Viganonì di presentare un progetto per il recupero. A Bonalume subentrai io, e con il progetto già approvato furono eseguiti i lavori, che consistettero nel tagliare parte del canneto invasivo e nella realizzazione del sentiero circumlacuale. Fu pure acquisito il terreno in località Bagnolo.
Successivamente la Regione Lombardia inserì il lago in riserva naturale, essendovi nelle acque e nella zona circostante motivi di interesse naturalistici. Venne così istituito un Comitato Tecnico Scientifico, in modo che i futuri interventi e lo stato del lago fossero costantemente seguiti da esperti.  Fu realizzata una videocassetta sullo stato del lago prima e dopo l'intervento. Fu anche realizzato un depliant illustrativo. Successivamente fu messa al centro del lago una centralina, così da monitorare costantemente la qualità delle acque. Il geometra Vitali, nominato allora direttore della Riserva, era presente giorno dopo giorno, e numerose erano le scolaresche che  accompagnava, spiegando loro le varie funzioni e i fini della Riserva, illustrando le piante e la flora. In questi ultimi anni sono stati fatti numerosi interventi, alcuni dei quali molto invasivi, come l'eliminazione massiccia del canneto e di tante piante, alcune morte e altre no, non tenendo conto che ciò che si stava facendo avrebbe danneggiato la Riserva. La fauna presente in passato, molto numerosa, ne ha risentito, diminuendo di molto. Non so se questi interventi effettuati siano stati approvati dal Comitato Tecnico Scientifico, ne dubito.
Ora il lago è bello da vedersi, ma ha perso parecchie delle qualità di cui disponeva. Ora è più un parco, che una riserva. A questo punto occorre però salvare il salvabile, cercando di trovare una soluzione mediata che vada bene sia per la Riserva che per i cittadini che ne usufruiscono.
Giovanni Battista Albani
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