Mandic: Del Boca e Zagni in ricordo del collega Scaglione
Roberto Zagni e Gregorio Del Boca
Riceviamo e pubblichiamo un ricordo del dottor Domenico Scaglione, inviatoci dal collega e amico dr. Gregorio Del Boca. Un pensiero commosso e riconoscente condiviso anche dal dottor Roberto Zagni.
Conobbi Domenico Scaglione nel 1996 quando giunsi a Merate. Mi colpirono subito la sua simpatia e signorilità, non affettata e convenzionale ma calda ed affettuosa. Signori si nasce diceva Totò ed indubbiamente Mimmo “lo nacque”. L’onestà assoluta, la purezza del suo animo ove gelosie, meschinità, vigliaccherie non trovavano posto lo rendevano un collega con il quale era un piacere assoluto condividere la nostra bella e difficile professione. Anche nelle situazioni più drammatiche sapeva trasmettere una serenità che a noi, pur consapevoli della difficoltà che avremmo dovuto affrontare, consentiva di esprimerci al meglio.
In tanti anni vissuti insieme non vi è mai stato ne sarebbe mai potuto accadere un alterco. Credo in effetti che fosse impossibile per chiunque litigare con Scaglione. Non lo avrebbe consentito la sua visione della vita e della professione ove non vi era spazio per bassezza e meschinità. Era un uomo ed un medico assolutamente buono e autenticamente vero. Amava definirsi ginecologo di campagna senza rendersi conto che questa sua vera modestia era un’assoluta forma di grandezza. Perse assai prematuramente la sua bella ed amatissima consorte.
Allevò ancora bambini, i suoi tre figli, Amina, Felice e Vittorio trasmettendogli le sue virtù più con l’esempio che con sermoni ed imposizioni. Gli Scaglioncini hanno conservato questi valori famigliari e son certo che Amina alleverà il suo figliolo Gabriele trasmettendogli le virtù del nonno.
L’ultima volta che l’ho incontrato curvo sofferente, lui che era stato portiere di riserva del Napoli di Pesaola, mi disse sorridendo, la pusillanimità non faceva parte del suo carattere: “guarda come mi sono ristretto”.
Era comunque sereno come lo sono d’altronde i giusti. Mi dicono che fino all’ultimo è rimasto dignitoso e fiero nel suo stile modesto e amabile. Mancherai caro Mimmo al tuo reparto della maternità al Mandic cui hai dedicato tutta la tua vita. Ti assicuro che il ricordo del tuo stile di medico e la tua calda umanità rimarranno per sempre nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerti ed apprezzarti.
Con gratitudine
In tanti anni vissuti insieme non vi è mai stato ne sarebbe mai potuto accadere un alterco. Credo in effetti che fosse impossibile per chiunque litigare con Scaglione. Non lo avrebbe consentito la sua visione della vita e della professione ove non vi era spazio per bassezza e meschinità. Era un uomo ed un medico assolutamente buono e autenticamente vero. Amava definirsi ginecologo di campagna senza rendersi conto che questa sua vera modestia era un’assoluta forma di grandezza. Perse assai prematuramente la sua bella ed amatissima consorte.
Allevò ancora bambini, i suoi tre figli, Amina, Felice e Vittorio trasmettendogli le sue virtù più con l’esempio che con sermoni ed imposizioni. Gli Scaglioncini hanno conservato questi valori famigliari e son certo che Amina alleverà il suo figliolo Gabriele trasmettendogli le virtù del nonno.
L’ultima volta che l’ho incontrato curvo sofferente, lui che era stato portiere di riserva del Napoli di Pesaola, mi disse sorridendo, la pusillanimità non faceva parte del suo carattere: “guarda come mi sono ristretto”.
Era comunque sereno come lo sono d’altronde i giusti. Mi dicono che fino all’ultimo è rimasto dignitoso e fiero nel suo stile modesto e amabile. Mancherai caro Mimmo al tuo reparto della maternità al Mandic cui hai dedicato tutta la tua vita. Ti assicuro che il ricordo del tuo stile di medico e la tua calda umanità rimarranno per sempre nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerti ed apprezzarti.
Con gratitudine
Gregorio Del Boca
