Grazie per tutto quello che mi hai insegnato e che hai trasmesso ai ''ragazzi del ‘79''. Ciao Antonio

Giancarlo Ferrario, Direttore Editoriale Netweek
Responsabile Rapporti Istituzionali



Antonio Risolo non è stato solo un eccellente cronista, come ha detto molto umilmente e visibilmente commossa la figlia Chiara durante la cerimonia funebre di sabato mattina a Pagnano di Merate. Sì, è stato un grande cronista di nera e, tra le altre cose, caporedattore de La Notte diretta dal mitico Nino Nutrizio. Ma non solo. Antonio era un giornalista tutto d'un pezzo, un professionista con la schiena dritta, poco incline al compromesso davanti a una notizia certa e verificata, innamorato di questa professione. Per lui il giornalismo era il cane da guardia del potere. Dotato di una passione viscerale, quasi totalizzante, per molti anni è riuscito a gestire contemporaneamente le responsabilità a La Notte con quella del suo battagliero settimanale Monza7, insieme alla meratese Elisabetta Invernici, e contribuire in misura determinante allo sviluppo del Giornale di Merate, che aveva fatto capolino nelle edicole del territorio il 7 dicembre 1979.

Una passione che ha trasmesso ai tanti ragazzi del Giornale di Merate, molti dei quali oggi occupano o hanno occupato incarichi importanti all'interno del Gruppo Netweek, lavorano con ruoli di rilievo per altre testate, anche nazionali, o seguono le relazioni pubbliche di autorevoli istituzioni. Ecco Antonio Risolo - Il Direttore - è stato anche questo, ha creato una vera e propria scuola di giornalismo "Made in Merate". Non è stato facile. Era molto esigente dal punto di vista professionale, pretendeva pezzi brevi, scritti con parole chiare, semplici e con una notizia per ogni riga. E spesso le nostre cartelle (una sorta di foglio A4 sul quale scrivevamo gli articoli con la Lettera 32 dell'Olivetti o la Remington) finivano nel cestino senza troppi complimenti, ma sempre con le indicazioni per ripartire da capo e confezionare la notizia nel migliore dei modi. L'articolo ben fatto, poi, non bastava perché occorreva un "vestito" adeguato: un bel titolo, chiaro ed efficace, meglio se corredato da una fotografia appropriata e inserito in una pagina graficamente curata. Nulla doveva essere lasciato al caso, neppure in un piccolo giornale locale. A tutti noi - "i ragazzi del ‘79", come qualcuno ci ha definito - prima ha trasmesso la passione per questa professione affascinante, poi ci ha inculcato le regole del buon giornalismo, il rispetto per i fatti e soprattutto per il lettore, il nostro vero padrone, spiegandoci che non sono negoziabili verità, credibilità, indipendenza e trasparenza. Insomma un vero maestro, almeno di giornalismo.

Grazie Antonio. Grazie per tutto quello che mi hai insegnato, per quello che hai trasmesso ai "ragazzi del ‘79", ai tanti giovani colleghi che sono arrivati negli anni successivi, per quello che poi è diventato il Giornale di Merate.

Giancarlo Ferrario
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