Merate: tre giovani attiviste raccontano la loro esperienza migratoria in paesi stranieri

La sera di lunedì 17 maggio 2021, l'associazione La Semina ha proposto un incontro sul tema della migrazione e dal titolo "Vivere come l'altro: sguardi sulla migrazione". A portare il loro contributo e raccontare della proprie esperienze "migratorie", tre ragazze nate e cresciute in Brianza.


Camilla Marucco da dieci anni abita a Turku, Finlandia. Si è trasferita dopo aver conseguito una laurea in Scienze Internazionali a Milano. "Il relatore della tesi mi ha consigliato di cambiare ateneo per proseguire gli studi - ha detto Camilla - e possibilmente di guardare all'estero. Mi sono informata sia per università in Italia che in paesi stranieri e alla fine i costi sono gli stessi. Per i cittadini europei non ci sono tasse per l'iscrizione negli atenei in Europa". In Finlandia Camilla ha seguito un master in studi della regione del Mar Baltico, imparando nuovi modi di vivere e di pensare, poi ha proseguito con un dottorato nonostante non avesse previsto di rimanere in Finlandia così a lungo e ora, a distanza di dieci anni, è ancora lì, ha un impiego e parallelamente collabora come attivista volontaria per WeSeeYou, associazione che si occupa dei diritti dei rifugiati politici e lavoratori immigrati, cercando di fornire servizio sociale, umano, politico e legale.




Natalia Villamann invece è argentina, di Córdoba. Ha vissuto in Brianza per sette anni e poi è tornata in sud America, dove ha studiato design. Spinta dalla voglia di capire cosa ci fosse al di là delle frontiere, Natalia ha trovato un master a Helsinki, Finlandia e ora vive lì da tre anni. "Prima di arrivare qui - ha detto Natalia - ho contatto persone del posto per cercare di non arrivare sola e senza conoscere nessuno. La prima comunità che mi ha dato il benvenuto è stata quella dei rifugiati." Anche Natalia, come Camilla, collabora con WeSeeYou. Attualmente il suo piano è quello di rimanere in Finlandia e continuare con le ricerche per preparare i suoi studi di dottorato.



Nada Ladraa invece era la più piccola delle ospiti. Solo 21 anni ma già un bagaglio di storie da raccontare. Nata a Merate da genitori marocchini, durante la scuola la visione "popolare" che sentiva riguardo a sè, poiché marocchina, l'ha spinta a voler lasciare l'Italia, quindi è andata in un collegio internazionale, ma a diciotto anni è voluta tornare in Marocco. Per l'università ha scelto Bruxelles, capitale europea e città multietnica. Attualmente Nada studia Scienze Sociali e lavora per un sindacato belga dove segue impieghi interinali, lavoratori "in nero" e situazioni similari. Alla domanda, quali sono state le principali difficoltà nell'integrarvi, se ci sono state, le ragazze si sono trovate d'accordo. "In Finlandia sono stata la benvenuta. - ha detto Camilla - Molti amici mi hanno fatto sentire a casa e sono sempre stata socialmente accettata, ma al di là di questo ho sempre sentito la necessità di affermarmi. Quello che mi fa male adesso è vedere persone come me che però arrivando da un altro paese devono lottare per poter restare." "Quello che conta - ha detto Natalia - è capire come vuoi posizionarti nel nuovo paese in cui ti trasferisci".

Riguardo all'associazione WeSeeYou, Camilla ha aggiunto: "Non esiste paradiso per chi ha bisogno di asilo politico. Sapere che ci sono corpi costretti a viaggi disumani fa male. Purtroppo nessuno sceglie dove nascere. Io sono arrivata qui per vie "privilegiate" solo perchè sono cittadina europea, ma il mio privilegio esiste proprio perchè ci sono persone che al contrario sono sfortunate. Collaborando con l'associazione io vado a 'rompere le scatole' per far valere i diritti di tutti coloro che a causa di un passaporto diverso dal mio, provenienti da una situazione diversa o aventi un paese di origine al di fuori dell'Europa, non possono essere considerate al mio pari ed essere in regola con il lavoro."

Sui vantaggi della migrazione, Natalia si è soffermata su piccoli particolari: "Lavorando con persone diverse ho imparato a comunicare meglio, ho scoperto l'impatto delle parole. Sono cose che si apprendono lavorando con soggetti di culture e lingue diverse." Nada invece, riguardo alla realtà che ha sotto gli occhi tutti giorni lavorando con i sindacati, ha parlato dello sfruttamento: "La migrazione gioca un ruolo fondamentale all'interno dei processi di sfruttamento. Nel suolo europeo, gli ultimi della catena sono i lavoratori senza un permesso di soggiorno. Vengono mantenuti in questa condizione per cui, per quanto lavorino, non possono ricevere un permesso di soggiorno perchè non hanno un contratto, ma non hanno un contratto perchè sono sprovvisti di permesso di soggiorno. Alla fine sembra un circolo vizioso per tenere basso il costo di manodopera."

Al quesito "cosa direste a ragazzi giovani che vogliono andare all'estero?" ognuna ha esposto il suo pensiero. "Difficile da dire - ha detto Natalia - ogni esperienza è a sè. Io ho sempre avuto curiosità e non ho mai avuto paura di buttarmi. Il mio benvenuto in Finlandia è arrivato grazie al fatto che ho mandato un messaggio su Facebook. Bisogna continuare a provare e tenersi sempre strade aperte." "Devi provare e trovare la sua particolarità" ha aggiunto Nada.

Alla domanda su "covid e globalizzazione", fatta da Vittorio Addis, ha risposto Nada, facendo come esempio il turismo che ha portato in alcune zone dell'Africa il virus. "Per i paesi poveri dell'Africa è un problema. La globalizzazione li uccide per primi, ma non li salva per primi." L'ultima domanda, legata a WeSeeYou, è arrivata da Pierangelo Marucco della Semina: "cosa vi spinge a non poter far a meno dell'attivismo?". "Innanzitutto si parte dai valori con cui si è cresciuti - ha scherzato Camilla - e poi si tratta semplicemente di essere umani. Non lo facciamo per ricevere complimenti, dovrebbe essere una cosa che interessa tutti avere un viaggio equo tra Europa e Mondo. La voglia scaturisce da un senso di giustizia che nasce da una visione del mondo più completa."
E. Ma.

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