La Riserva Lago di Sartirana non è il giardino di casa loro

Elena Calogero
In queste ultime settimane si è molto parlato di chiusura della “Riserva Naturale lago di Sartirana” e del divieto l’accesso dal 1 Aprile al 31 Luglio. Così come le regole sono leggi e non interpretabili e si rispettano crediamo sia altrettanto importante spiegarle. Ci teniamo a sottolineare che il Comitato è sempre stato indipendente da opinioni personali e riporta, attraverso il suo costante confronto con gli aspetti giuridici e tecnici, informazioni reperibili a chiunque, con obiettivo di alzare il livello di dibattito su un tema così importante e improcrastinabile che coinvolge tutta la comunità. Partiamo da lontano, dal 1983, cioè da quando il lago, il territorio che lo circonda e tutte le caratteristiche naturalistiche sia della zona umida che di quella asciutta, sono state riconosciute dalla Regione Lombardia come Riserva Naturale parziale di tipo biologico. Qualche anno dopo SIC (sito di interesse comunitario) e poi, passaggio fondamentale, nel 2015 ZSC (zona speciale di conservazione) con tutele aggiuntive grazie alla presenza di flora e di fauna per cui la Riserva è stata istituita e che rappresentano un unicum da proteggere perché a rischio estinzione in tutta Europa.
In questi giorni è stato pubblicato uno studio (Idrogea) approfondito e dettagliato sulla condizione in cui versa la Riserva commissionato dal Comune su suggerimento di Regione Lombardia. Da questa fotografia sulla salute del Sito si determineranno le azioni future. Lo stato di salute evidenziato al 2021 parla di declino delle risorse floro/faunistiche e delle condizioni minime di habitat sufficienti per garantire la sopravvivenza delle specie presenti e la profonda modificazione dell’ambiente porterà nel breve tempo a far scomparire tutte le specie che hanno fatto si che questa area diventasse Riserva. Le responsabilità si possono spalmare negli anni passati e recentissimi nelle decisioni prese dagli Enti Gestori che si sono susseguiti in Comune.


La riproduzione della superficie del canneto dal 1975 (barrato giallo) al 2021 (area blu)

Le norme sono state disattese così come i preziosissimi consigli di indirizzo del Comitato Tecnico Scientifico tanto da decidere con quest’ ultima Giunta di non rinominarlo (in barba alla competenza di biologi e idrobiologi competenti su temi specifici di salvaguardia del Sito) e sono state stravolte le priorità trasformando la Riserva in un giardino. Leggerezze che stanno costando alla Comunità Meratese un prezzo altissimo: una Riserva gravemente malata, il ruolo tutelare che con fiducia ci era stato affidato dalla Regione Lombardia disatteso e il rischio di non avere più accesso ai fondi regionali a lei destinati. Se Regione Lombardia ha indicato nelle norme le azioni da seguire, è compito del Comune applicarle e farle rispettare e chi oggi si vanta di averle eluse in passato passa, senza accorgersene, per irresponsabile.



Entrata principale, cartello non corretto e deteriorabile

Torniamo alle studio e partiamo dalla qualità delle acque del lago, l’ambiente più importante de Sito. Nonostante Regione Lombardia avesse stabilito per il 2021 il termine temporale per raggiungere un obiettivo “buono”, lo stato delle acque riscontrato oggi è CATTIVO. Non per l’evento dello scorso Agosto ma per motivazioni che vanno più in là nel tempo, la scomparsa di tutta la vegetazione di piante sommerse o galleggianti che fino a qualche anno fa erano presenti nel lago ed esercitavano la funzione naturale di fito depurazione ma che sono state asportate a causa di scelte non appropriate.
Stessa difficile situazione per le condizioni del canneto, un habitat drammaticamente ridotto e fondamentale per la Riserva. L’immagine allegata riporta con precisione la differenza di porzione di canneto tra il 1975 e il 2021 evidenziando l’estrema rarefazione della zona. Il canneto, al contrario di come fatto eludendo completamente le indicazioni che il Comitato Tecnico Scientifico aveva indicato, non andrà più contrastarlo ma si dovranno prevedere interventi urgenti per la sua ripresa e solo l’adozione di piani correttivi riusciranno a contrastare il suo declino e l’estinzione degli animali a lui legati.


Entrata principale e secondarie, vecchio cartello con indicazioni non corrette


Entrata principale, mancanza di dissuasori in entrata

Sia le aree boschive rimaste che il sottobosco sono diminuiti drasticamente (30 alberi tagliati soltanto tra gennaio e febbraio di quest’anno). In futuro andranno gestiti con una procedura gestionale forestale naturalistico attraverso il coinvolgimento di agronomi con maggior esperienza nella gestione del verde nelle aree protette che sappiano richiamare le norme e i criteri naturalistici per queste azioni. Tutto il contrario di come è successo fino ad ora dato che si è coinvolto agronomi con esperienze soltanto di gestione dei giardini pubblici.
Se le condizioni ambientali della flora sono in decadenza la fauna non sta meglio; la Moretta Tabaccata, specie di super interesse conservazioni stico legata all’ambiente di canneto, Il Tarabusino, presenza molto sporadica, la rana latastei in forte declino proprio a causa dei cambiamenti causati dagli interventi umani solo per citarne alcune. Ecco perché la regolamentazione degli accessi è una delle tante azioni importanti da applicare. I mesi di Aprile e Luglio coincidono con un periodo di nidificazione degli animali presenti in Riserva e contenere il disturbo risulta fondamentale. Il passaggio delle persone sui sentieri, magari anche mosse da un approccio corretto, può causare un disturbo che può compromettere una nidiata.


Fruizione della riserva nonostante la chiusura

Mentre noi del Comitato abbiamo scoperto le norme da un anno a questa parte, cioè da quando ci occupiamo della Riserva, il Comune le conosce a memoria. Ma anche quest’anno, con una segnaletica approssimativa e confusa e senza dissuasori alle entrate, sembra non impegnarsi a dare il messaggio con fermezza e decisione lasciando nel fruitore volutamente dubbi e libere interpretazioni. Proprio perché le regole sono leggi e non interpretabili ci siamo interfacciati sia con il Maresciallo dei Carabinieri Forestali di Lecco, il Comandante della Polizia Provinciale di Lecco, le dirigenze generali di Regione Lombardia precisamente Unità Organizzative aree Protette e Ambiente e Clima per ricordare al Comune le responsabilità dell’Ente Gestore.
Elena Calogero, presidente Comitato Civico Ambiente
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.