Montevecchia: con la Proloco un percorso di sensibilizzazione contro l'amianto. Il ricordo di Lorena figlia di una vittima

In occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell'amianto di mercoledì 28 aprile, la ProMontevecchia riprende la sensibilizzazione sulla pericolosità di questa fibra killer, con l'obiettivo di raggiungere il traguardo "Montevecchia free amianto".

Un progetto partito nel 2016 nei primi mesi di vita dell'associazione, promosso e portato avanti dal socio fondatore Carlo Cavenaghi in collaborazione con l'associazione Gruppo Aiuto Mesotelioma di Lecco, Gente di Pianezzo, che ha permesso di passare dai 7.500 mq di amianto agli attuali 2.500 mq. Un risultato importante ma che non ha purtroppo ancora esaurito l'emergenza, con siti dove sono presenti ancora queste particelle pericolose, ragion per cui è necessario proseguire con l'opera di sensibilizzazione.

Da sabato 24 aprile, sarà possibile seguire il ciclo di interviste dell'Associazione GAM "Tu chiamale se vuoi Emozioni... Incontri ravvicinati" con Antonio Costa Barbé, avvocato musicista compositore giornalista; un'iniziativa volta ad avvicinare in modo "leggero" quante più persone all'associazione per far emergere il problema dell'amianto. Sette puntate di aneddoti ed inediti legati a celebrità internazionali del mondo della musica, dello spettacolo, del cinema e del fumetto. >> Clicca qui per accedere al canale youtube <<

La ProMontevecchia ha raccolto una testimonianza toccante con il ricordo da parte della figlia Lorena di Valter Ravasi l'imbianchino del paese deceduto per il mesotelioma causato dall'amianto.

"L'articolo è redatto dalla figlia Lorena ai quali vanno i nostri ringraziamenti per il prezioso contributo" hanno commentato dall'associazione "e vuole scuotere le coscienze di quanti ospitano l'odioso amianto ed invogliarli ad effettuare la bonifica, al grido "Metti fuori l'amianto".

 


 


Mio papà, Ravasi Valter Ambrogio è nato alla Frazione Boso (la cascina che si trova dopo la chiesa sulla sinistra andando al cimitero) nel 1950 quando ancora il comune era Montevecchia - Cernusco Lombardone. Lì a sua volta era nata e cresciuta tutta la sua famiglia: mio nonno Giovanni Battista Ravasi coi suoi 14 fratelli e prima ancora i miei bisnonni.
Il mio papà è cresciuto sul Colle e in tanti se lo ricordano come un bambino vivace e pieno di iniziativa. Mi piace immaginarlo mentre con le punte della recinzione di quella che fu la ditta "Abbiati Fabbri" costruiva le frecce o se ne andava con gli altri bambini a giocare in piazza o a fare il bagno alla Frazione Valfredda.


Da ragazzo, con suo fratello Ornello, hanno iniziato a fare gli imbianchini.
Partiti da una semplice moto, con 2 pennelli, una scala e una "tolla" di vernice hanno creato nel tempo una ditta conosciuta ed apprezzata da tanti. E di lavori per il Comune di Montevecchia ne hanno fatti diversi.
Negli anni '70, quando l'amianto o eternit era uno dei materiali per eccellenza, utilizzato in tantissimi oggetti proprio per il suo essere materiale "eterno", ci hanno avuto a che fare parecchio per lavoro.
Allora agli operai e agli artigiani nessuno diceva quanto fosse pericoloso l'amianto. Non era obbligatorio indossare mascherine e nemmeno stare attenti alla pulizia dei propri indumenti di lavoro.
Cosi, chissà dove, come e perché, le fibre di amianto sono state inalate dal mio papà. Oggi sappiamo che basta una sola fibra di amianto per ammalarsi.

Si "conficca" letteralmente nella pleura polmonare. E resta li, subdola e silenziosa, a lavorare per 35/40 anni. Quando se ne si accorge ormai quella fibra è diventata uno dei peggiori e più dolorosi tumori che esistano.
Così è andata anche per il mio papà: nel '75 sono nata io e nel '83 mio fratello.
E mentre noi crescevano anche quella maledetta malattia cresceva.
Eppure Valter è sempre stato straordinario.  E chi ha avuto la fortuna di conoscerlo può confermarlo.
Era una persona con una forza fisica eccezionale e un'altrettanta forza di spirito e volontà. Un lavoratore instancabile, un montevecchino, innamorato della sua terra, dei sentieri, delle frazioni, dei boschi. Riempiva l'aria con la sua presenza: era una persona onesta e leale, disponibile con tutti, accogliente, simpatico, estremamente divertente: raccontava storie e barzellette che qualcuno ancora ride a ricordarle.
A casa nostra, insieme alla mia mamma con cui erano inseparabili ci hanno insegnato che la vita è un bene prezioso e che vale sempre la pena di viverla al meglio, anche quando le cose non sono facili. Ci ha riempito le giornate di musica e canzoni, di risate e di espressioni divertenti. Gli piacevano le moto, i viaggi, andare a ballare. E aveva la porta sempre aperta per chiunque passasse per un saluto, un lavoro, un consiglio Eppure, alla fine di Giugno 2015, dopo aver sollevato un peso, ha iniziato a sentire un bruciore. Un bruciore che non è mai più passato. Anzi è peggiorato. Portandosi via tutta quella bella energia.
Il 4 settembre sul referto della sua tac c'era scritto " sospetto mesotelioma pleurico" . Non sapevo cosa fosse e ho cercato su Google: " tumore da esposizione dell'amianto, ...dalla diagnosi 6 mesi di vita".
Non sono stati 6 mesi. Sono stati 4.

 

Nonostante tutti i medici consultati ( e in merito ringrazio ancora la signora Cinzia Manzoni del Gruppo Aiuto Mesotelioma di Lecco per le preziose informazioni che mi ha dato) e le terapie fatte non ci sono state tante speranze.
Il mesotelioma è uno dei tumori peggiori che esistano. Brucia sempre e da dolori insopportabili. Quando si inizia a sentirlo vuol dire che è allo stadio più grave.
Non racconterò la fatica e la bruttezza dei giorni vissuti perché fa ancora male a pensarci. Il 25 gennaio 2016 il mio papà se ne andato. Accompagnato da tutte le persone che lo amavano, dai tanti amici e da gran parte del nostro paese. Ci ha lasciato un vuoto che credo non si riempirà mai, ma lo ringrazio per tutti i bellissimi momenti passati insieme, per le risate e gli insegnamenti. Il mio papà è mancato nei giorni in cui la Proloco Montevecchia consegnava la sua tessera numero 100, e attraverso il caro Carlo Cavenaghi si impegnava a promuovere iniziative di informazione sul problema dell'amianto nel territorio. Scrivere queste righe per me non è stato facile. Ma ringrazio Nicoletta Palmieri per avermi invogliato a farlo. Non solo per tenere vivo il ricordo del mio papà.
Ma per sensibilizzare tutti i montevecchini e non solo rispetto ai rischi reali che l'amianto può causare. Purtroppo nel nostro territorio ci sono ancora troppi tetti ed edifici in questo materiale.
Lo vediamo e non pensiamo a quanto possa essere pericoloso. A quanto, una sola fibra di amianto possa portare via tra dolori insopportabili una persona che amiamo.
In un giorno di vento le fibre possono essere trasportate anche abbastanza lontano e arrivare negli orti, nei prati e nei giardini in cui stiamo tranquilli insieme ai nostri bambini e agli amici.
Debellare l'amianto significa tutelare la salute di tutti quanti.
Mi auguro si possano continuare a creare situazioni e progetti per aiutare chi ancora non lo ha fatto ad avere fondi ed incentivi per rimuovere questo materiale.

 

Grazie per aver letto le mie parole e grazie a chi continua ad esserci nel ricordo di Valter Ambrogio Ravasi.


La figlia Lorena


 

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  • Consulta qui lo sportello online dell'Associazione Gente di Pianezzo
Per informazioni:
  • Associazione Gruppo Aiuto Mesotelioma: e-mail info@gruppoaiutomesotelioma.org, numero 329 0915734 , sito qui
  • Associazione Gente di Pianezzo sito qui
  • ATS - BRIANZA Amianto (Censimento, Rimozione, Segnalazioni) sito qui

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