Meratese: 13enne ''contattato'' in chat da uno sconosciuto che gli invia una foto porno

“Hai la ragazza? Sei single?” e dopo aver mostrato la volontà di lasciare la chat per “non disturbare”, ha confessato di essere alla ricerca di una ragazza e infine di essere gay.
Il botta e risposta con il 13enne del meratese da parte di uno sconosciuto che si è qualificato come un coetaneo di nome Emanuel è proseguito con le domande incalzanti e con l'interlocutore che nonostante la sua giovane età gli ha tenuto testa, non dandogli alcuna confidenza né alcuno spazio per carpire informazioni personali. Quando lo sconosciuto, che presumibilmente di adolescente aveva ben poco, si è accorto di non riuscire a fare presa ha alzato il tiro e così ha domandato se poteva dirgli un segreto e poi inviargli una fotografia. Alla risposta “Non mandare cose brutte o ti blocco che non voglio problemi”, non ha chiaramente “obbedito” e dopo avere insistito, nonostante il diniego, gli ha mandato una fotografia pornografica. Irritato e forse anche un poco spaventato il meratese allora ha bloccato immediatamente la chat e poi si è rivolto ai genitori raccontando l'accaduto.
"Siamo sempre attenti a nostro figlio perchè con i suoi amici passa un po' di tempo a giocare online con queste sfide" ha raccontato la mamma "ad un certo punto è venuto da noi con il telefono in mano, aveva lo sguardo tra lo scosso e l'arrabbiato e ci ha fatto vedere la chat.
Ci siamo subito allarmati perchè episodi di ragazzi adescati in rete sono frequenti. Ci siamo fatti raccontare l'accaduto e tutto corrispondeva a quanto scritto nella chat. Abbiamo contattato la polizia postale di Roma raccontando i fatti.
Ci hanno tranquillizzato perchè nostro figlio si è comportato bene, e gli hanno fatto anche i complimenti per le risposte che ha dato senza lasciare spazio a quel malintenzionato, e perchè siamo intervenuti subito facendo i giusti passi. Ora abbiamo salvato tutto
il materiale e ci recheremo alla sede di Bergamo per consegnarlo e procedere come da prassi. Siamo contenti che non sia successo nulla e che nostro figlio si sia aperto con noi. Vorrei lanciare un invito alle famiglie e alle scuole a prestare sempre attenzione ai ragazzi, ad ascoltarli e a farli sentire a loro agio quando hanno qualcosa da raccontare, fosse anche la più brutta. Perchè se i ragazzi trovano negli adulti comprensione e sicurezza allora tanti episodi spiacevoli che a volte si trasformano in disgrazie, si possono evitare. Bisogna rassicurarli che non è colpa loro se ci sono persone che vogliono approfittarsi. Purtroppo ogni ragazzo è diverso e per questo sono fondamentali l'ascolto e la fiducia. Sarebbe bello che le scuole organizzassero incontri con la Polizia postale per mettere in guardia non solo i ragazzi ma anche gli insegnanti e le famiglie".
Un ringraziamento è stato poi rivolto dai genitori all'agente della Polizia con cui si sono rapportati che ha dimostrato professionalità e umanità, rassicurandoli, parlando anche con il minore e fornendo loro utili consigli.
La raccomandazione infine è quella di conservare tutto il materiale e di rivolgersi alle forze di polizia per ricevere aiuto e indicazioni.
S.V.