Osnago: la ''Banda degli Ottoni a Scoppio'' solidarizza con i 70 operai della Voss, che estendono la protesta su più fronti

A unirsi alla causa dei 70 lavoratori della Voss Fluid di Osnago, che rischiano il posto, a scaldare i loro cuori e a motivare il picchetto permanente, ininterrotto da una settimana, sono arrivati da Milano i musicanti della “Banda degli Ottoni a Scoppio”, Ambrogino d’oro 2012 per l’impegno sociale.




I suoni della fanfara, che hanno accompagnato in trent’anni centinaia di manifestazioni e cortei in giro per l'Italia e l’Europa, sono riecheggiati fuori dai cancelli dell’azienda tedesca, in via Stoppani dalle ore 17.30 di domenica 20 dicembre. Note di solidarietà che hanno unito per circa un’ora e mezza i dipendenti della fabbrica e una cinquantina di persone che si è recata al presidio in segno di vicinanza.




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Con molta probabilità, se l’azienda risultasse ancora irremovibile sullo smantellamento del sito osnaghese, gli operai passeranno le festività natalizie in stato di agitazione a presidiare l’ingresso della ditta. Prima dell’arrivo della “Banda degli Ottoni a Scoppio” i lavoratori hanno allestito un albero di Natale con delle pezze strappate dalle tute blu. “Lo abbiamo addobbato per come loro ci considerano: degli stracci” ha detto una di loro.




Paola Crippa e Domenico Alvaro

Molto è il sostegno che sta arrivando in questi giorni dalla gente comune e da alcuni volontari di associazioni locali, come il circolo Arci La Lo.Co. e il gruppo alpini. Portano casse di mandarini, panettoni, caffè caldo. Lasciano un’offerta. Scambiano uno sguardo di conforto. “Mi sento di ringraziare tutti quelli che ci stanno dando una mano – ha affermato Paola Alessandra Crippa, rappresentante della RSU – L’altro giorno dei ragazzi ci hanno portato delle pizze. Un altro signore ci ha regalato dei cioccolatini. Sono piccoli gesti che ci rincuorano. Non ci aspettavamo tanto affetto e tanta solidarietà da tutti”.

A Osnago, tuttavia, tira una brutta aria. Specialmente dopo che l’azienda si è rifiutata di partecipare a un secondo incontro in Prefettura, un vertice tra istituzioni locali, sindacati e proprietà con l’intento di trovare una mediazione. Uno sgarbo istituzionale che non è piaciuto al sindaco Paolo Brivio, che si è recato tre volte in una settimana in via Stoppani. Sabato 19 dicembre ha portato con sé il deputato dem Gian Mario Fragomeli, che oggi discuterà al MISE la vicenda della chiusura della fabbrica.

La protesta potrebbe sconfinare oltre i confini nazionali. I lavoratori potrebbero far sentire la propria voce al quartier generale di Voss Group, in particolare al suo azionista unico. Si tratta della Hans Hermann Voss Foundation, un’organizzazione che mira a finanziare la ricerca e lo sviluppo scientifico, ma anche a supportare filantropicamente progetti locali volti a “migliorare le condizioni di vita delle persone in stato di bisogno e a promuovere il bene comune” si legge sul suo sito. Una missione che, dal punto di vista degli operai di Osnago, confligge con il licenziamento in tronco di 70 persone.


Si teme che la situazione alla Voss Fluid possa essere la prima pagina di crisi aziendali post-pandemia. Ma in questo caso pare che il Covid c’entri poco o nulla. Ne sono convinte le sigle sindacali FIM CISL e FIOM CGIL, le cui bandiere campeggiano sul gazebo e sulle ringhiere. “I vertici aziendali motivano la scelta di chiudere il polo produttivo di Osnago in ragione dei 12 milioni di perdite negli ultimi quattro anni” ha spiegato Lorena Silvani di FIM CISL Monza Brianza Lecco. Concorde con Domenico Alvaro, funzionario FIOM Lecco, che lamenta l’assenza di investimenti importanti. “In quattro anni hanno fatto solo qualche intervento di revamping e sfruttato gli incentivi del piano Industria 4.0. Questi lavoratori ora non possono accontentarsi di qualche incentivo per le dimissioni volontarie. Ci sono donne e uomini che lavorano qui anche da 30 anni”.



In via Stoppani gli operai producono raccordi per tubature idrauliche ma anche per attrezzi agricoli e altri macchinari. Pezzi che vengono assemblati a qualche centinaio di metri, sempre a Osnago, dove lavorano altre 30 persone. Il loro posto, al momento, non è stato formalmente messo in discussione, ma temono che prima o poi li attenda lo stesso baratro. Nel 2016, con l’acquisizione di Larga, Voss Fluid ha potuto espandere la propria offerta produttiva, rendendola molto più competitiva sul mercato. A fare gola era stato un macchinario, brevettato dalla ditta del signor Cazzaniga, che consente di creare raccordi curvi per tubi flessibili.



I prodotti Voss Fluid e loro destinazione (dal sito web di Voss Fluid)

Sul sito internet della Voss Fluid è l’azienda stessa ad ammettere che queste particolari componenti sono “soluzioni di precisione ingegnerizzata, frutto di decenni di esperienza e competenza”. Il macchinario, insieme a tutti gli altri presenti nel sito di Osnago, secondo le intenzioni dell’impresa, dovrebbe essere trasferito alla casa madre in Germania o in uno dei poli satelliti in Francia, Spagna, Polonia, Cina. Per evitare ciò, gli operai stanno letteralmente sbarrando gli ingressi e le uscite dei camion da una settimana.
M.P.
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