Verderio: l'ultimo saluto a don Stefano, guida della comunità per 21 anni. L'amico don Antonio: un modello di accoglienza
''Desidero condividere la preghiera a suffragio e in riconoscenza di coloro che hanno amato don Stefano, uomo burbero e irruento ma insieme dotato di sensibilità e tenerezza, paziente e ricco di compassione. La fede lo ha sostenuto nelle prove, il suo sorriso lo ha reso amabile negli incontri. La sua morte inattesa è per noi motivo di sconcerto, è invito alla preghiera, è convocazione per ricordare don Stefano ed esprimere la certezza che si ricorderà di noi e che ci dirà in modo misterioso le parole che non ha potuto dirci a voce''. Cosi monsignor Mario Delpini, arcivescovo della Diocesi di Milano, ha voluto fare arrivare la sua vicinanza alla comunità di Verderio, in lutto per la scomparsa del sacerdote che per 21 anni ha guidato la parrocchia dei Santi Nazaro e Celso. I funerali di don Stefano Landonio, venuto a mancare all'età 72 anni nella mattinata di venerdì 4 dicembre a seguito di un malore improvviso, si sono svolti oggi, lunedì 7.
La funzione, celebrata dai preti della comunità pastorale Beata Maria Vergine Addolorata e da quelli che lo avevano più a cuore, è stata presieduta dal vescovo ausiliare di Milano, monsignor Luca Raimondi, per oltre dieci anni guida delle parrocchie di Sulbiate, Aicurzio e Bernareggio. Nella sua omelia, monsignor Raimondi ha ricordato del periodo, alla fine degli anni '80, in cui conobbe don Stefano in seminario e del grande insegnamento che trasse dall'incontro con il sacerdote originario di Olgiate Olona.
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''Per un breve tratto di tempo ho condiviso il seminario con don Stefano, poi ho fatto il parroco per dieci anni nei comuni confinanti a Verderio'' ha spiegato. ''Se penso a quell'anno di seminario, che è stato per me fondamentale, ricordo che mi sembrava strano che un uomo di 40 anni fosse lì in mezzo a dei ventenni scalpitanti. Mi colpiva e un giorno chiesi a Stefano di raccontami, di dirmi che cosa gli fosse venuto in mente prima di mollare tutto e seguire la sua vocazione. Per me, allora, quella di diventare prete era una questione che si doveva decidere negli anni della giovinezza. Pensavo che le scelte importanti si fanno solo da giovani. Mi sbagliavo. Oggi penso che se molte cose vanno male al mondo è proprio perché tutti noi pensiamo che una volta prese decisioni poi si debba andare avanti per inerzia. Mi ha aiutato Stefano a capirlo. Anche in età adulta, ma anche da anziani, si può decidere di ascoltare la chiamata del Signore. Se un cristiano pensa di non avere nulla da imparare è morto, perché Cristo è nuovo testamento, è novità perenne. Le persone come Stefano mi hanno aiutato ad impararlo''.
''Ricordo che il suo gruppo di futuri preti fu ordinato in anticipo per bisogni immediati della Diocesi'' ha proseguito monsignor Raimondi. ''Era il 10 giugno del 1989. L'arcivescovo Martini disse loro: voglio far suonare la domanda che la Diocesi oggi si pone. Non sarete pochi rispetto ai bisogni della comunità? Voi siete chiamati subito al servizio della chiesa locale per l'estrema necessità che essa ha. Ma voi - aggiunse Martini - siete moltiplicati dai giovani ai quali dedicate la vita, voi sarete moltiplicati dalla comunità che accoglie il vostro amore. Io penso questa comunità parrocchiale di Verderio, così come l'intera chiesa milanese, invece di dire che siamo pochi, deve confidare che voi siate capaci di moltiplicare la presenza dei preti, di moltiplicare amore che don Stefano vi ha testimoniato in tutti questi anni''.
Il primo cittadino ha ringraziato don Stefano a nome della comunità per aver portato consapevolezza della fede. ''Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui è difficile trovare le parole giuste per salutare persone ci lasciano'' ha detto Manega. ''Nessuno di noi avrebbe potuto pensare che la tua morte sarebbe arrivata così all'improvviso, dopo 21 anni di vita con noi. Eri testardo e tenace, ma dietro a quello sguardo rude eri una buona persona, spontanea e diretta. Eri il pastore che non ha mai fatto mancare il suo sostegno, accompagnandoci nel difficile cammino della fede. Anche da lassù continuerai ad essere la nostra guida''.
La salma del sacerdote “abbracciata” dalla comunità commossa è stata portata al cimitero per la tumulazione.
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A.S.