Merate: con il libraio Meschi una lezione  di filosofia sulla tematica dell'esperienza

Nulla c’è di più concreto dell’esperienza. Ma le implicazioni su di essa possono essere ricondotte a un piano teoretico. Diventa dunque oggetto di analisi filosofica. Molti pensatori in passato si sono approcciati a questo argomento, sotto profili differenti. A tracciarne una sintesi, durante una videoconferenza organizzata dall’associazione La Semina, è stato Tommaso Meschi, libraio meratese e tra i fondatori dell’associazione culturale. Si è nutrito di saggi e libri che interessavano questo argomento e ha quindi deciso di condividere le riflessioni accumulate. Nozioni che potrebbero presto essere raccolte in un libro firmato da Meschi: “È un viaggio che spero di portare a termine” ha detto il libraio.
Per Meschi, sulla sponda del pensiero di Aristotele, l’esperienza è “il relazionarsi con una situazione ripetibile con una sufficiente uniformità in modo che una persona possa avere percezione, individuazione e memoria di elementi e strutture che, ripetendosi nel tempo, generano abiti e abitudini, e ci costituiscono come soggetto”. Esperienza come ripetizione.


Tommaso Meschi

Di definizioni ne sono state offerte diverse, mediate dal principale campo di interesse dei loro autori. Dalle neuroscienze alla psicologia alla linguistica. Per il filosofo Salvatore Natoli l’esperienza ha a che fare con la coscienza dell’individuo e con la formazione della personalità. Per Natoli infatti “l’esperienza serve a creare dentro di noi dei baluardi rispetto a quei fenomeni della società che tendono a fagocitarci e a fare di ciascuno di noi un essere eterodiretto e non una persona che riesce a muoversi con le proprie facoltà. L’esperienza, se è gestita in maniera costruttiva e positiva può servire a depositare nella nostra personalità una serie di strumenti per affrontare le circostanze più difficili della vita”.
Per alleggerire il tono della presentazione Meschi ha riportato una serie di proverbi sull’esperienza che, in poche parole, trasferiscono la complessità dell’argomento. Alcuni ne sottolineano gli aspetti positivi, altri quelli negativi. Un’ambiguità che è stata sciolta traducendo il paradosso intrinseco. “Il paradosso principale dell’esperienza è l’esperienza stessa perché da un lato è un’idea ma dall’altro è una parte della nostra vita – ha sostenuto Meschi – Noi viviamo in modo immediato l’esperienza, ma per comprenderla dobbiamo guardare al di là di essa”.


Stefano Covino della Semina

Una sorta di contraddizione di termini, che trova nel linguaggio un ulteriore spunto di approfondimento. Ha precisato Meschi: “L’esperienza si svolge sempre su due binari: ciò che sentiamo in maniera diretta e la spiegazione che poi dobbiamo darci di quello che sperimentiamo”. Non per niente, secondo uno dei maggiori linguisti italiani – Tullio de Mauri – vede il linguaggio come organizzazione dell’esperienza.
Altra sottolineatura proposta è la distinzione tra il fare esperienza e l’avere esperienza. La prima espressione sottende la disponibilità a conoscere l’ignoto. Mentre il secondo concetto significa possedere “la capacità di far sì che le esperienze avute possano depositarsi nella nostra personalità e costituire una sorta di bagaglio che contiene le strumentazioni idonee per affrontare con meno difficoltà le esperienze più difficili. Mi viene in mente la figura di Ulisse perché portatore di virtù” ha dichiarato il libraio meratese.
Dopo un giro di considerazioni tra alcuni degli ascoltatori, il presidente dell’associazione La Semina, Stefano Covino, ha dato appuntamento alla prossima videoconferenza, il 9 dicembre. L’ospite invitato sarà il giornalista della Gazzetta dello Sport, che parlerà dell’epopea della Formula 1.
M.P.

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