Mandic: il presidio spennato pezzo dopo pezzo per il Covid. E poi cosa ne sarà?

L’esempio più banale è quello della gallina spennata piuma per piuma. Ecco il San Leopoldo Mandic questo oggi, ma diciamo pure da qualche anno, ci sembra, una gallina cui si toglie piuma per piuma in modo che strilli sì ma senza disturbare troppo.

Nell’ordine, le ultime piume asportate (giusto per restare nel lessico clinico) riguardano l’auto medica e i reparti di Medicina, Cardiologia e Chirurgia. Oltre a Radiologia in attesa di un primario da nove mesi – ma era nota da tempo la data del pensionamento del dottor Rodolfo Capialbi Milani, colonna portante del presidio – e con un organico ridotto della metà rispetto allo scorso anno come oggi.

Dunque, automedica: fino a inizio marzo era disponibile per gli interventi di assoluta emergenza nelle 24 ore. Poi da metà il servizio è stato soppresso di giorno ma almeno è rimasto in funzione la notte. Dal 2 novembre non c’è più. Punto. Resta l’auto-infermieristica, senz’altro di grande utilità. Ma non è l’automedica.


L'ospedale Mandic di Merate

E veniamo ai reparti. Fino a poche settimane fa il Mandic doveva essere Covid free, e con questa scusa, al minimo colpo di tosse i pazienti venivano trasferiti al Manzoni ove ottenevano le prestazioni richieste al Mandic. Con crescita dei numeri del presidio di Lecco e calo di quello di Merate. Poi, appena il virus ha ripreso forza, subito la Pneumologia è diventata reparto Covid, e fin lì, magari ci sta pure ma a ruota la Medicina A. Poi la Pediatria, sul cui futuro post pandemia corrono brutte voci. Qualcuno dice che non riaprirà più, dimenticando quanto sia glorioso il passato di questo reparto sin dai tempi dell’indimenticato primario Vincenzo Saputo.

Ora la direttrice del presidio (si fa per dire) ha comunicato che l’area di degenza Covid 3 è in Cardiologia, con otto posti letto incrementabili fino a 16. Di fatto anche Cardiologia diventa un reparto coronavirus.

Infine un colpo anche a Chirurgia cui è stato chiesto di ridurre il numero dei pazienti per fare spazio a quelli colpiti dal virus. Lo scopo non è solo quello di recuperare posti letto ma, soprattutto,. Di recuperare personale, in particolare personale infermieristico da dirottare altrove. Non è noto se in altri reparti del nosocomio cittadino oppure a Lecco.

Di sicuro c’è che anche Chirurgia chiude l’attività ordinaria e resta aperta soltanto per le urgenze e i casi indifferibili.

Una piuma dopo l’altra, insomma. Ma quale sia la strategia futura per il Mandic, la “mission” post covid, come dicono gli esperti, ancora nessuno lo sa.
C.B.
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