Fanfani a Lecco per le elezioni del 1958 tra esorcismi vaticani

E’ stato “Il Giornale”, quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, a pubblicare, in prima pagina, l’articolo “L’esorcismo di Pio XII contro la vittoria del P.C.I. (prima delle elezioni del 1958 un rito per bloccare Togliatti)”. Il pezzo menzionato è relativo ad estratti dal libro “Il mio nome è Satana – Storie di esorcismi dal Vaticano a Medjugorje”, di Fabio Marchese Ragona (Edizioni San Paolo). L’autore è il vaticanista del gruppo Mediaset e segue le vicende d’oltre Tevere per “Il Giornale”. Il libro, ampiamente documentato, cita marginalmente la campagna elettorale del1958 ed è dedicato quasi interamente a storie di esorcismi.


Le elezioni politiche del maggio 1958 avvenivano dieci anni dopo quello storico 18 aprile 1948, con la grande vittoria di Alcide De Gasperi e della Democrazia Cristiana che stabiliva nell’area occidentale, democratica, di influenza statunitense la nostra penisola. Le elezioni del 1958 furono, però, delicate per la Democrazia Cristiana nel collegio elettorale Como-Lecco-Sondrio-Varese della Camera dei Deputati. I due “ribelli” del dicembre 1954, Ugo Bartesaghi e Mario Melloni, espulsi dalla D.C. per il voto contrario su un’importante decisione di politica estera, avevano accettato l’invito del Partito Comunista di entrare come indipendenti nelle liste della Camera dei Deputati.


Amintore Fanfani

C’è da aggiungere che già nel febbraio 1957 la D.C., nelle municipali di Lecco, aveva dovuto difendersi dalla lista di Torre Civica guidata da Ugo Bartesaghi, che aveva conquistato nove seggi. Vi è, però, da sottolineare che la D.C. ne aveva conquistati 19 sui 21 nel precedente Consiglio, dove Bartesaghi era il sindaco.
Gli anziani democristiani ricordano la visita a Lecco, nel maggio 1958, dell’allora segretario nazionale della D.C. Amintore Fanfani. Era una campagna elettorale all’insegna del motto “Un progresso senza avventure”.


Carlo Erba e Tommaso Falbo

“Ricordo che accompagnai in auto l’onorevole Fanfani con il senatore Amigoni ed il rag. Carlo Erba – dichiara l’allora ventenne cav. Tommaso Falbo – presso il salone del Collegio Volta dove era prevista l’assemblea serale di tutti i quadri del partito. L’importante riunione venne introdotta da Erba, che era vice sindaco e segretario cittadino”. Fanfani dichiarò che bisognava continuare a votare Democrazia Cristiana, perno insostituibile della scelta occidentale, democratica, libera, dopo il 1948 con Alcide De Gasperi. Si impegnò ad usare i voti per ottenere all’Italia nuovi progressi; si rivolse in particolare ai giovani elettori e a coloro che votavano per la prima volta, invitandoli a credere nella democrazia e nella Repubblica come forma istituzionale”. Erano presenti parecchie nuove leve, anche con il gruppo di Valmadrera, guidato da Franco Gioia, che sarà più volte assessore nel suo Comune.

Franco Gioia



Fanfani, presidente del Senato, ricevuto a Merate dal sindaco Giacomo Romerio

Terminato l’incontro al Volta Fanfani pernottò presso l’Hotel Croce di Malta e la mattina seguente, dopo aver ascoltato la prima Messa al Santuario della Vittoria, partì verso la Valtellina e la provincia di Sondrio, la zona di residenza dell’altro ribelle di partito, Mario Melloni, divenuto il famoso corsivista Fortebraccio dell’Unità.
Nel voto della primavera 1958 il pericolo di emorragia di voti verso gli “indipendenti” del P.C.I. venne completamente bloccato. Nel collegio Como-Lecco-Sondrio-Varese, rispetto alle politiche di cinque anni prima, la D.C. ottenne 38.000 voti in più. Anche il risultato nazionale fu favorevole allo scudo crociato che guadagnò 11 seggi alla Camera e 10 al Senato. Amintore Fanfani, che è deceduto a Roma ultra novantenne, tornò nel lecchese, come presidente del Senato; venne ricevuto a Merate dal sindaco Giacomo Romerio, primo cittadino dal 1985 al 1990.
Le elezioni politiche sono state quelle del 25-26 maggio 1958.
A.B.
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