Sartirana: ennesima moria di pesci, a centinaia galleggiano sull’acqua putrida. Manca l’ossigeno. E il lago sta morendo


Una moria improvvisa, che a differenza di altre volte, ha colpito tutte le specie di pesce presenti nel lago di Sartirana. L'ennesimo, disastroso, campanello d'allarme sulle condizioni ormai drammatiche in cui versa lo specchio d'acqua, nell'incuria generale. Secondo alcuni pescatori nella tarda serata di ieri si sono uditi continui sordi tonfi e forti ondulazioni del canneto. Prima della mezzanotte i ragazzi che poi hanno allertato la polizia provinciale, pescavano tranquillamente. Poi l'affiorare uno dopo l'altro di decine, centinaia di pesci morti.



Una vera strage come non si ricordava in passato: Carpe specchio, Boccaloni, Lucci autoctoni e non autoctoni, Persici trota, Scardole, Tinche. A centinaia galleggiano sulle putride acque del lago soprattutto nella zona del Bagnolo. Sul posto stanno operando gli uomini della Fipsas provinciale (con il vicepresidente Mario Bandera e l'agente ittico signor Vincenzo), i pescasportivi di Merate guidati dal presidente Giorgio Fumagalli tra i primi ad accorrere a Sartirana e la polizia provinciale.

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Sono in corso i prelievi ma è facile risalire alla causa del disastro: la mancanza di ossigeno. Il lago muore, non c'è un vero e proprio immissario, il fondale è ricoperto da oltre un metro di fanghiglia causata dalla putrefazione delle cannette. Quello che potrebbe essere un paradiso per migliaia di cittadini è l'emblema dell'abbandono. Questa ennesima moria ci si augura che farà accelerare il progetto di intervento, ponendolo in cima alle priorità anche dal punto di vista del reperimento delle risorse finanziarie.


Un luccio autoctono e una carpa specchio


Due scarole e il persico trota


Una tinca

Il luccio non autoctono che presenta una forma più allungata e stretta


L'assessore Robbiani, assente per lavoro, è stato subito informato dagli uffici: dobbiamo lavorare più velocemente sul progetto predisposto dal professor Alberto Negri, ha commentato. Operando su due fronti: l'asportazione del sedimento dal fondale e la ricerca di un immissario partendo dalla riapertura delle sorgenti sottacqua. Giusto, Assessore, ma bisogna fare in fretta.
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