ASST Lecco, l'infettivologa Piconi: il virus si è attenuato, con il ritorno dell'influenza andremo in contro a un periodo critico

"Dire che il virus è clinicamente morto è improbabile, di sicuro si è attenuato" non ha dubbi la dottoressa Stefania Piconi responsabile facente funzione dell'ASST Lecco in comando dall'ospedale Sacco, che ha preso il posto dell'infettivologo dottor Paolo Bonfanti. Il virus c'è ancora ma è più debole, meno aggressivo e tenta di diffondersi in una popolazione che è diventata più resistente. "In questa epidemia è difficile trovare la verità perchè è una malattia che non conosciamo. Certamente il virus è mutato al punto da dare una clinica diversa e più attenuata, può darsi che si sia adattato. Quale sia stata la prevalente ragione del cambio di rotta non si sa".
La dottoressa Piconi giunta in provincia il 9 marzo nel pieno dell'epidemia Covid non è sulla stessa lunghezza d'onda del dottor Alberto Zangrillo, le cui affermazioni "Il virus non esiste più, qualcuno terrorizza il paese" hanno suscitato un reazioni contrastanti a non finire.



La dottoressa Stefania Piconi


La situazione è "rientrata" perchè il territorio è meno "sensibile" e fragile rispetto al virus, che a sua volta si è attenuato e la popolazione ha imparato a difendersi e a prevenirne la diffusione. "Fino a quando non ci sarà un vaccino l'unico modo per ridurre i contagi è far sì che le persone non vengano in contatto tra loro e se lo fanno abbiano i dispositivi di protezione adeguati. L'elaborazione di un vaccino non è un processo semplice e veloce, si deve trovare la molecola, va provata sugli animali, poi sui soggetti sani, si deve dimostrare che produce una risposta neutralizzante. E ci vuole del tempo".
I medici dell'ospedale, ora che non sono sotto la pressione dei mesi scorsi, sono al lavoro per valutare i marcatori predittivi dei "segnali" del covid e degli esiti, per mettere assieme più dati possibili da utilizzare negli studi, valutando proposte di nuovi antivirali e aderendo a programmi nazionali per avere farmaci più efficaci possibili.
Una fase di tranquillità che, però, non deve portare ad abbassare la guardia.
"Che ci sia il rischio di una seconda ondata è verosimile" ha spiegato l'infettivologa "nelle zone dove è girato in maniera aggressiva può darsi che si sia sviluppata una immunità di gregge. Dove invece è stato più lieve allora può tornare a manifestarsi in maniera aggressiva con la popolazione. Ed è lì che bisogna prestare attenzione. Come sarà la nostra estate? Sarà tanto più bella e spensierata quanto più saremo attenti a rispettare le regole del distanziamento sociale, della mascherina e dell'igiene frequente".
E quando tornerà l'influenza come ci si dovrà comportare? "Sarà un momento molto critico è inutile negarlo e dovremo prestare grande attenzione. Ci sarà da capire anzitutto se si sarà di fronte a un virus influenzale o a un covid. Avremo sia i tamponi che le immagini diagnostiche che una storia clinica sulle quali lavorare. Ma per la popolazione fragile è il vaccino la soluzione".
S.V.
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