deserta ha ospitato quest’oggi, sabato 25 aprile, le celebrazioni per la Festa della Liberazione ad
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Una cerimonia alla quale hanno preso parte il parroco del paese don Bruno Croci, i rappresentanti della Protezione civile, degli alpini e il sindaco Fabio Vergani il quale, nel discorso pronunciato dopo la deposizione della corona d’alloro ai piedi del monumento che ricorda i Caduti delle due guerre mondiali, ha affermato che per affrontare l’emergenza sanitaria attualmente in corso è necessario ''prendere spunto da alcuni valori che la ricorrenza odierna ci ripropone: spirito di sacrificio, determinazione, solidarietà e altruismo''.
Cari Concittadini,
il 24 aprile di 75 anni fa gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile 1945 i soldati tedeschi e i repubblichini di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano. Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, allora comandante partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale, pronunciò il seguente discorso attraverso Radio Milano Libera:
«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire».
La voglia di libertà, di democrazia e di pace, per anni repressa nelle carceri, nelle isole di deportazione e in esilio esplode dirompente: ed è grazie al sacrificio dei martiri e dei patrioti uccisi e perseguitati sotto il fascismo come Matteotti, Amendola, Gramsci, Turati e altri ancora, che il seme del riscatto è esploso nella lotta partigiana e nella guerra di liberazione.
Il 25 aprile significò riscatto dal regime fascista e rinascita dalle rovine lasciate dalla guerra. L’Italia seppe trovare la forza di rialzarsi e di rientrare a pieno diritto nel novero delle nazioni civili proprio grazie alla lotta contro l’occupazione nazista, in raccordo stretto con le forze alleate che risalivano il Paese.
Quella lotta non lavò le colpe della dittatura, ma testimoniò che una parte del paese aveva trovato dentro di sé la forza di reagire.
E la forza furono tutte le donne e gli uomini, gli operai e i contadini, gli studenti, i civili e i militari, ma anche i sacerdoti e gli intellettuali «Un popolo che ha saputo resistere», così lo ha definito il Presidente Mattarella, «in grado di riscattarsi e di riappropriarsi del proprio destino contro un regime nemico dei suoi stessi cittadini».
La Resistenza non fu un regolamento di conti tra fascisti e comunisti, né un’invenzione della propaganda all’alba della Repubblica: la Resistenza e la lotta di liberazione segnarono effettivamente un nuovo inizio, una straordinaria radice di libertà, rappresentando un reale Secondo Risorgimento. Se gli italiani hanno potuto scrivere liberamente la propria costituzione, con tutto il suo patrimonio di valori, è grazie alla Resistenza, a differenza ad esempio della costituzione giapponese, scritta nel 1946 dagli americani occupanti…
A 75 anni di distanza, l’analisi storica di quegli eventi è per alcuni versi ancora fragile e dolorosa. Non vi nego di considerare stucchevole e pretestuoso che, ancora oggi, si stia a tifare per l'una o l'altra "fazione"; la memoria storica, ancorché complessa, non può permettersi di dividersi in curve da stadio. Il patrimonio di libertà scaturito dalla Resistenza appartiene a tutti.
La storia è una azione di ricostruzione lenta e paziente, va arricchita ogni giorno di nuovi approfondimenti e di nuove testimonianze; ciò non ha nulla a che vedere con un improponibile revisionismo divisivo. Dobbiamo avere la forza di uscire da letture ideologiche del passato, utili solo ad alimentare sterili polemiche politiche del presente.
Quanto al momento di particolare criticità che stiamo attraversando, determinato dall’emergenza Coronavirus e quello che ci attenderà ad emergenza finita, credo si debba prendere spunto da alcuni valori che la ricorrenza odierna ci ripropone: spirito di sacrificio, determinazione, solidarietà e altruismo.
Valori che oggi dobbiamo tutti mettere a disposizione del nostro Paese e dell’Europa, ma che dobbiamo anche richiedere con determinazione, affinché lo stare insieme non sia fine a se stesso, ma volto al reale bene comune.
Concludo ringraziando i rappresentanti del Gruppo Alpini, della Protezione Civile e rivolgendo un pensiero ai rappresentanti del Consiglio comunale e al nostro Parroco don Bruno, che a causa di ulteriori restrizioni introdotte all’ultim’ora non hanno potuto partecipare a questa manifestazione.
Infine, un caro saluto a tutti voi che state seguendo in streaming questa manifestazione.
Buon 25 aprile.
Imbersago, 25 aprile 2020.
Fabio Vergani
Sindaco di Imbersago