Fermare il ricordo di questi giorni in un documentario. Immortalare i momenti della Quarantena, i cambiamenti nelle abitudini dei cittadini, come questi hanno e stanno affrontando l’emergenza del Covid-19 e l’impatto che sta avendo sulla vita delle singole persone, delle famiglie, degli operatori sul campo e dei lavoratori. E’ così che è nata l’idea di girare quello che al momento si chiama provvisoriamente e semplicemente “Documentario Covid19 Cornate d’Adda”. L’ispirazione è venuta al già noto regista Popi Bonnici, già regista della Lega calcio e “occhio narrante” di centinaia di eventi sportivi, residente in città a Porto d’Adda.

Da sinistra: Beppe Vertemati, Gianni Nava, Popi Bonnici, Tommaso Bonnici
Poco più di due settimane fa il regista chiamò al telefono il suo amico e collega Beppe Vertemati anche lui cornatese. “Mi trovò in un momento in effetti particolare perché mi ero concesso due passi sotto casa con la mia bimba di otto mesi. Stavo giusto riflettendo su quanto mi accadeva attorno e gli mandai un messaggio – ha spiegato Vertemati, 42 anni con alle spalle una lunga carriera di lavoro in case di produzione e come direttore della fotografia – Lui mi rispose che stava giusto per chiamarmi”. Quella telefonata fu l’inizio di tutto. I due si scambiarono impressioni e sentimenti fino a quando Bonnici lanciò la proposta di documentare quanto stava accadendo.
“Fui subito d’accordo - ha proseguito Vertemati – anzi ero entusiasta, quel progetto mi sembrava una sorta di luce alla fine del tunnel, un modo per fissare questi giorni e fare qualcosa di utile per il futuro. Un po’ quando i nostri nonni ci raccontano dei tempi della guerra o semplicemente di come si viveva decine di anni fa. L’idea di creare un documentario per rivederci tra dieci, venti, trent’anni mi sembrò da subito quasi doverosa”.
Così si formò la troupe: Vertemati, Bonnici, il fotografo Gianni Nava e Tommaso Bonnici, anche lui fotografo e curatore della parte social del progetto. Una volta deciso di partire, c’è stata tutte la fase preparatoria con la richiesta dei permessi, l’attrezzatura medica di sicurezza, gli accordi con il Comune e le Forze dell’ordine: quindi il via. Da ormai quindici giorni, la troupe gira per la città filmando con una fotocamera e con un drone, la vita di ogni giorno. Il primo lo trascorsero proprio con le Forze dell’ordine per assistere ai controlli, a Pasqua por presero l’esperienza con la Polizia locale e volontari dell’Associazione carabinieri. Un’esperienza surreale, come hanno raccontato, da un lato il conforto del vedere che le persone stavano rispettando le regole (almeno la maggioranza), dall’altro il senso di desolazione.
“Sono molte le immagini che mi hanno colpito e mi resteranno nel cuore –ha raccontato Vertemati – Un giorno ho filmato con il drone il grande posteggio del Centro commerciale Globo, in particolare la zona delle attività esterne, quella che affaccia su Villa Paradiso. Era deserta, non l’avevo mai vista così. Cioè, le piazze del paese in certi orari lo sono in ogni periodo dell’anno, non fa lo stesso effetto, lì non avevo mai visto il vuoto. C’era solo un passante. Mi ha dato un senso di solitudine quasi postatomica, surreale”. Altre immagini hanno colpito particolarmente, come la coda, ordinata, di persone tutte con la mascherina, davanti alla ferramenta di via Volta. Anche questa un’mmagine non certo ordinaria. Il silenzio nei parchi e attorno alle scuole e le singole storie, anche se per ora non sono state fatte interviste dirette per via della privacy e per il rispetto della salute sia degli operatori che degli intervistati. Ma come le molte immagini mostrano sulla pagina dedicata al progetto (
https://www.facebook.com/DocumentarioCovid19) i cittadini sono già protagonisti con gli squarci di chi passa un pasto dalla finestra o chi torna a casa con la spesa, chi lavora nei negozi, chi porta fuori il con il cane: le piccole concessioni quotidiane insomma di questo periodo strano per tutti.
“Al momento non abbiamo ancora un piano preciso e non ci siamo dati una scadenza – ha precisato Vertemati – Continuiamo a girare cercando di documentare il più possibile le diverse realtà. La vera abilità stara poi nella costruzione del documentario vero e proprio che ancora non ha un nome. Sarà un accurato lavoro di montaggio, di scelte di parole e di silenzi”. Quei silenzi che tutti stanno sperimentando più fortemente in questi giorni, spezzati dai suoni che in genere passano in secondo piano dietro al traffico, come il canto degli uccellini, le voci dei bambini sui balconi, il suono delle sirene. “Intanto stiamo postando delle brevi clip e delle fotografie, anche per mostrare ai cornatesi e non solo, cosa stiamo facendo”, ha precisato Vertemati. Il lavoro quindi prosegue fino a data da destinarsi. Darà vita ad un master di ore e ore di grato e a migliaia di istantanee. Quindi si passerà alla post produzione e ovviamente alla visione pubblica del risultato finale, anche se naturalmente ad oggi è impossibile prevedere come o quando. Certo resterà un documento importante, storico, della memoria della città in un momento unico ricco di emozioni dolorose e più serene, certo uniche.
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