
L'architetto Umberto Carozzi
La festa del paese di Lomagna è cominciata quest'anno con la ricerca delle origini, del passato. Giovedì 12 settembre presso l'auditorium di via Roma l'architetto Umberto Carozzi è tornato indietro nel tempo alla metà dell'Ottocento, il periodo in cui risale il Liber Chronicus dell'allora parroco di Lomagna don Francesco Carini. Il curato ha lasciato ai posteri l'affresco di un borgo rurale che non c'è più. La lettura dei testi autografi ha appassionato l'architetto Carozzi e il professor Alessandro Panzeri che hanno approfondito la storia custodita nel manoscritto, andando a rintracciare le biografie dei personaggi descritti e inserendo le vicende di Lomagna all'interno di un contesto storico più ampio.

Cristian Forte e Beatrice Giudici

"Trascrivere il Liber chronicus è stato come aprire uno scrigno. Lomagna era un piccolo borgo con i problemi di un paese brianzolo di quei tempi. Come nel romanzo del Manzoni ci sono tutti i personaggi: dai muratori e dagli artigiani fino ai possidenti terrieri e ai nobili" ha premesso Umberto Carozzi. A distanza di 200 anni esatti dalla sua nascita, è stata delineata la figura del curato Carini, decimo figlio di una famiglia di commercianti che viveva a Cernusco Asinario (attuale Cernusco sul Naviglio), in una villa sulle sponde della Martesana. Il 1° giugno 1844 viene ordinato prete in duomo a Milano e viene assegnato alla comunità religiosa di Pioltello. Soffre però di patemi d'animo e chiede di essere trasferito in un posto più tranquillo. Viene quindi trasferito a Lomagna dove resta per 30 anni, sostituendo il parroco Villa. Don Francesco Carini non è però un semplice prete di campagna. Grazie alla posizione della famiglia ha potuto permettersi dei buoni studi e può beneficiare di una rete di parentele e conoscenze tra gli alti livelli della società e del clero. Nel corso della serata sono state proposte delle letture tratte direttamente dal Liber Chronicus. Ne è emerso il carattere del parroco: benevolo, gentile, ma anche dotato di schiettezza e animosità. Le pagine principali sono dedicate al restauro della chiesa che risale al 1855. Prima dei lavori la descrive più come una cantina che non una chiesa. Vennero così realizzati il confessionale, il pulpito adornato con tre emblemi, il crocifisso, il coro e infine nel 1873 la nuova facciata. Don Carini appunta tutti i dettagli sui materiali impiegati, sulle caratteristiche del cantiere, sui muratori e il clima che si respirava durante i lavori. Registra anche la disgrazia della morte di uno dei manovali, motivo di grande sofferenza per l'intero paese. Ma don Carini non fa mancare di descrivere tutto il suo rammarico e la sua delusione per gli impegni presi dai signori locali non tramutati in azioni concrete. In chiusura è intervenuta la sindaca Cristina Citterio: "La parola che mi viene in mente in questa serata è 'dono' perché tanti saperi, talenti e forza sono stati un contributo per rendere più bella la vita di tutto il paese. È un dono il Liber chronicus che ci ha consegnato don Francesco Carini ed è un dono il tanto studio dell'architetto Carozzi per approfondire questi scritti. Questa serata ci accompagna alla festa del paese in maniera differente rispetto agli scorsi anni. È stato un bel tributo a Lomagna".

La sindaca Cristina Citterio

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