In merito alla questione della famigerata lapide e’ bene ricordare che la storia, i fatti, raccontano ben altro che di innocenti “trucidati”; raccontano infatti di una fucilazione motivata dalla Legge di Guerra e inflitta ai responsabili del vile atto codardo e d’imbroglio, l’esposizione della bandiera bianca, nella battaglia di Casa Panzeri in via Como a Lecco del 26 aprile, per segnalare la resa, incondizionata, e che invece vigliaccamente fecero ancora fuoco uccidendo 2 partigiani usciti allo scoperto e ferendono altrettanti. I Repubblichini a cui la lapide è intitolata furono fucilati per questo! Non furono vittime di rappresaglia ma pagarono per un’azione vile.
E poi ha ragione Anghileri, i morti non sono tutti uguali: chi combatteva dalla parte di una dittatura feroce e barbara non può essere messo sullo stesso piano di chi combatteva per la liberazione e la democrazia.
Noi crediamo, al di la della retorica vuota dell’unità della memoria e del superamento delle divisioni, che ancora oggi sia necessario resistere. La Resistenza non è un ricordo vuoto di un passato lontano ma per noi è un dovere attuale, per continuare ad opporsi al fascismo strisciante di governo che colpisce libertà sociali ed individuali togliendo linfa vitale alle nostre scuole pubbliche, colpendo i diritti di chi lavora, ricattando un’intera generazione con la precarietà , creando guerre tra poveri contro i migranti. Altro che una triste memoria da superare!
Il 25 Aprile gli studenti, i giovani, i lavoratori e le lavoratrici, la Lecco solidale, viva ed antifascista si è ripresa le città, mobilitandosi contro i rigurgiti neofascisti! Continueremo a rilanciare l’unità di tutti gli antifascisti e delle forze democratiche del paese, per difendere ed attuare la Costituzione nata dalla Resistenza e continueremo a combattere contro il revisionismo storico e il qualunquismo etico di chi non riesce, o non vuole, distinguere il giusto dallo sbagliato. Anghileri invece dimostra di saper distinguere e allora se Nava vuole definirlo un “cattivo maestro” sia! Ma noi ne vorremmo molti di più di maestri così.