Si è tenuto mercoledì pomeriggio presso l'Aula Magna di Via dei Lodovichi l'incontro di restituzione delle esperienze Erasmus+ vissute dai docenti nel corso di questi mesi. L'opportunità è il frutto di un finanziamento ricevuto dal liceo meratese, che ha quindi potuto delegare ad alcuni degli insegnanti la responsabilità di scoprire il funzionamento dei sistemi scolastici di vari paesi europei. Un gruppo è quindi partito alla volta dell'Irlanda, due delegazioni sono volate a Malta, una docente ha avuto invece la possibilità di recarsi in un liceo francese, ed infine, l'ultimo gruppo ha raggiunto la Finlandia.

Il prof. Cantù e la prof.ssa Spinelli

Lo scopo primario del progetto Erasmus+ è stato quello di approfondire le conoscenze in tre diverse aree. La prima è quella riguardante il CLIL, il cosiddetto Content and Language Integrated Learning, l'insegnamento in lingua inglese di alcune materie; si tratta di un aspetto in cui la scuola italiana si è giudicata carente, e l'obiettivo principale del progetto è stato quello di formare del personale specializzato e che potesse di conseguenza ricevere una formazione linguistica, culminata con il conseguimento di una certificazione. Il secondo aspetto approfondito è stato di tipo organizzativo. I docenti si sono soffermati sulla struttura delle istituzioni europee, cercando di estrapolare gli aspetti positivi della loro organizzazione e arrivare così ad apportare eventuali miglioramenti alla scuola italiana.

I docenti che si sono recati in Finlandia
Il terzo ed ultimo aspetto su cui si sono concentrati i docenti che hanno fatto esperienza dell'Erasmus+ è stato quello di scoprire come alcune discipline dell'area scientifica vengono insegnate in Europa. Dopo una breve introduzione, tenuta dal professor Cantù - referente del progetto Erasmus - la prima a riportare la propria esperienza è stata la professoressa Spinelli, docente di matematica e fisica che ha svolto un'esperienza di job shadowing. A fine settembre, l'insegnante del liceo meratese si è recata a Dreux, un piccolo paesino ottanta chilometri a nord di Parigi, ospite di due licei francesi, dove ha potuto osservare il funzionamento del sistema scolastico. La giornata tipo di uno studente - e, inevitabilmente, di un docente - francese è strutturata con lezioni frontali dalle 8 alle 18, fatta esclusione per il mercoledì, in cui le ore sono solo cinque. La prima cosa a saltare all'occhio è che il tempo trascorso all'interno del sistema scolastico è molto, e per questo motivo il liceo è dotato di una mensa, dove è anche possibile cenare, e di camere dove pernottare. Un centinaio di studenti, infatti, abita fuori Dreux, e quindi viene data loro l'opportunità di dormire all'interno della struttura. La seconda questione che la prof.ssa Spinelli ha voluto condividere è che gli studenti francesi, rispetto al sistema italiano, hanno alcune pause nell'orario scolastico, dove possono inserire corsi complementari extracurricolari di materie extra, oppure occupare il tempo portandosi avanti con lo studio.

Il prof. Cantù e la prof.ssa Di Guglielmo
È stato curioso apprendere che in Francia, inoltre, non esiste la figura professionale del bidello, e gli studenti sono completamente autonomi, senza sorveglianza. Un'ulteriore differenza è la presenza, invece, di prove antiterrorismo effettuate nell'orario scolastico così che gli alunni siano preparati, psicologicamente e nel comportamento, a reagire ad una situazione di emergenza che va oltre la canonica prova anti-incendio. Per quanto riguarda invece la metodologia è molto radicato l'uso dell'informatica nell'insegnamento delle materie scientifiche. Questo rende inevitabilmente il metodo molto meccanico, lontano dalla realtà e da un uso della matematica più pratico e quotidiano. Per concludere, la professoressa Spinelli nella sua esperienza ha potuto constatare che gli studenti francesi, a differenza di quanto si può dire degli italiani - alla fine del periodo del liceo non sono immediatamente pronti ad affrontare il mondo universitario. Necessitano infatti di un biennio preparatorio per entrare in alcune facoltà, come ingegneria, e di un anno integrativo per quanto riguarda economia. L'esperienza francese è stata comunque estremamente positiva. Il secondo gruppo ad intervenire nel corso della conferenza è stato quello delle docenti che sono volate in Finlandia, più precisamente a Salo, cittadina situata ad un centinaio di chilometri da Helsinki. Il team di insegnanti, come i colleghi che si sono recati in altri paesi europei, ha potuto frequentare delle lezioni in un liceo locale, costruito grazie ai finanziamenti dell'azienda Nokia. La prima cosa che è saltata all'occhio, ha spiegato la prof. Di Guglielmo, portavoce del gruppo, è stata sicuramente la struttura dell'edificio. "La scuola è costruita - letteralmente - su tre livelli. Al piano terra del complesso si collocano le discipline concrete, quindi le materie scientifiche. Salendo, al primo piano si trovano invece le materie che riguardano la comunicazione, vale a dire la storia e le lingue. All'ultimo piano, infine, c'è la mente: la filosofia e la lingua finnica sono quelle che si possono apprendere arrivando in cima all'edificio" ha spiegato la docente.

I docenti che si sono recati in Irlanda
La struttura della scuola finlandese è molto simile a quella di un'università italiana. Gli studenti si iscrivono infatti a svariati corsi, che hanno una durata di sei settimane circa, ed al termine delle lezioni devono sostenere un esame scritto. La parte orale, a differenza del sistema italiano, è completamente inesistente. Le insegnanti, nel corso della loro presentazione, hanno voluto sottolineare il rapporto collaborativo che c'è tra studenti, insegnanti, e personale scolastico. Si tratta di una relazione diretta e basata sul rispetto, che fa sì che gli studenti del liceo finlandese siano responsabili ed allo stesso tempo "responsabilizzati". L'ultima cosa su cui è stato posto un occhio di riguardo è stato sicuramente l'interesse che la Finlandia rivolge ai docenti. Il popolo finnico crede infatti fortemente che un buon insegnamento dipenda dal grado di benessere psicofisico dell'insegnante. La parte della presentazione riguardante la Finlandia si è conclusa con l'auspicio di un futuro scambio con i ragazzi del liceo di Salo. Il penultimo gruppo che ha esposto ai presenti la propria esperienza è stato quello che si è recato a Dublino, in Irlanda. Lo scopo primario della loro visita è stato quello di apprendere nuovi strumenti metodologici sul CLIL, l'insegnamento in lingua. Anche questo team si è detto estremamente entusiasta di ciò che è stato il viaggio nelle terre irlandesi, grazie soprattutto alla possibilità di un confronto aperto ed internazionale con altri metodi ed altre culture. I professori Rossi, Scaccabarozzi, Perrota, Magni e Mauri hanno parlato dell'esperienza in termini di arricchimento culturale, sottolineando la possibilità di far scaturire anche nel liceo Agnesi alcuni cambiamenti. Ciò che è stato possibile notare, infatti, è stata la rigidità del sistema scolastico italiano, che eccelle però sotto altri punti di vista. Nelle realtà europee, hanno chiarito, si misura il progresso senza però stigmatizzare gli errori commessi dagli studenti, e questo è senza dubbio un ottimo punto di partenza per innescare un qualche cambiamento.

Le docenti che si sono recate a Malta
In ultimo, ma non meno importante, è intervenuto il gruppo di docenti formato da Chiara Antonini, Fabiana Valli e Simona Verzelletti, a cui come destinazione del progetto Erasmus+ è toccata Malta. Nel loro viaggio, ad ottobre, si sono soffermate come i colleghi, sul metodo CLIL. L'obiettivo principale della loro visita è stato l'apprendimento di nuove tecnologie volte all'insegnamento in lingua inglese. Divise in gruppi, con alcuni colleghi provenienti da molti paesi europei si sono confrontate sulla gestione scolastica. Hanno utilizzato diversi strumenti tecnologici, fondamentali nel coinvolgimento degli studenti nello studio della lingua. Parlando di metodologia hanno citato WebQuest, mezzo utile ai ragazzi nella ricerca di informazioni sul web, che le insegnanti hanno utilizzato nei loro progetti riguardanti le onde gravitazionali ed i test genetici.
In conclusione, il progetto Erasmus+ ha avuto senza dubbio un esito più che positivo. "
Si è trattato di una grande opportunità di apprendimento - ha spiegato il professor Cantù -
e le speranze sono quelle di innescare un qualunque tipo di cambiamento nel nostro liceo." Durante l'incontro, l'entusiasmo e la curiosità con cui i docenti hanno esposto il loro operato sono stati palpabili, e l'obiettivo è che di questa esperienza ne facciano tesoro anche gli studenti, e che possano quindi vedere con occhio nuovo i metodi di insegnamento dei loro professori.
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