In occasione delle prossime elezioni europee, che si terranno tra a maggio 2019, i circoli PD di Olgiate Molgora, Calco e Valletta B.za hanno organizzato una serata incentrata sul rapporto tra "Giovani e Europa".
Questo venerdì, la Sala Civica di Olgiate ha infatti accolto numerosi simpatizzanti ma soprattutto molti giovani interessati sia alle questioni proposte, sia a dichiarare la propria presenza attiva in un panorama politico troppo spesso associato solamente ad un pubblico "adulto".

A sedere dietro al tavolo e ad intervenire sono stati cinque ragazzi del territorio, i quali hanno raccontato le proprie esperienze vissute in ambito europeo, soffermandosi sulla consapevolezza ottenuta rispetto al rapporto che gli stati europei hanno o dovrebbero avere tra di loro e sul ruolo che ciascuno di noi rispecchia in tale confronto.
Accanto ai ragazzi c'erano anche la moderatrice Chiara Narcotini, la Segretaria della Federazione Provinciale PD Marinella Maldini e, come ospite d'onore, l'Eurodeputato PD Brando Benifei, i quali hanno supportato i racconti dei ragazzi con dati ufficiali e messaggi importanti. La Segretaria Maldini ha aperto l'incontro riprendendo una riflessione di Enrico Letta, Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale testimoniava a favore di un "Sogno Erasmus": tutti i ragazzi che partecipano a un'esperienza di Erasmus hanno la possibilità di percepire l'Europa come un unico organismo e al tempo stesso di renderla unita.

Federico Sala e Gianluca Pironato
Il primo dei giovani ospiti a prendere parola è stato Federico Sala, 27 anni, laureato in scienze internazionali che in passato, grazie al progetto Erasmus, ha avuto la possibilità di lavorare presso la Rappresentanza Permanente d'Italia alle Nazioni Unite:
"ho sperimentato il lavoro preliminare decisionale tra il Ministero Italiano e l'Europa a testimonianza di quanto si lavori insieme; in particolar modo ho avuto la possibilità di confrontarmi con un progetto ONU a favore dei diritti della donna che mi ha trasmesso molto". La seconda testimonianza è stata quella di Matteo Mandelli, con alle spalle ben 2 Erasmus, uno durante la laurea triennale in Scienze internazionali a Varsavia e uno durante la laurea magistrale in Economia e Scienze politiche proprio a Bruxelles.
Nella capitale de facto dell'Unione Europea
"Presso l'European Anti Poverty Network, ho avuto la possibilità di lavorare per un progetto a sostegno delle fasce povere della popolazione dal nome 'Sustainable european welfare societies'. Tengo molto all'integrazione tra politiche sociali e ambientali e spero vivamente che in questa nuova strategia europea le istanze vengano dal basso, quindi che sia tutta la nostra generazione a smuovere le cose".

Luca Sari, dopo una laurea in management, ha invece intrapreso una carriera lavorativa in Polonia e, durante l'incontro, ha voluto portare proprio l'esempio di questo Paese e di tutte le dinamiche che vi ha potuto osservare nel tempo a livello di globalizzazione e di consumismo. Molte le immagini presentate e rappresentanti i "non luoghi" ricreati da quest'ultimi processi, tante quante le proteste che si sono sviluppate in risposta al disagio percepito dai cittadini e quanto i fumogeni rossi respirati in prima persona da Luca durante il proprio soggiorno.

Brando Benifei e Chiara Narcotini
Secondo le statistiche presentate, la Polonia sarebbe il primo percettore dei fondi strutturali europei, ma al secondo posto, diversamente dalla consapevolezza di molti, c'è proprio l'Italia. Il quarto intervento è stato portato avanti da Pietro Regazzoni, 22 anni e con una carriera accademica in scienze politiche. Il suo Erasmus a Lisbona gli ha permesso di collaborare con l'Osservatorio EuVision.eu e di venire a contatto con la dimensione politica del Portogallo.
"Questo Paese ha vissuto un doppio miracolo: uno prettamente politico, del quale si è fatto promotore Antonio Costa, attualmente Segretario Generale del Partito Socialista e Primo Ministro del Portogallo; e uno economico, riscontrabile dall'ammontare del deficit pubblico, il quale nel 2011 era pari agli 11 punti percentuali e che ad oggi si aggira intorno allo 0%".

Pietro Regazzoni e un giovane intervenuto dal pubblico
Per Pietro, l'Erasmus è in grado di associare all'esperienza di studio anche quella lavorativa,
"ma è ancora un progetto enormemente sottofinanziato! Ecco perché ritengo che si debba investire maggiormente in questa direzione se si vuole migliorare la nostra Unione Europea". L'ultimo intervento è stato del più giovane del gruppo: Gianluca Pironato ancora al quinto anno delle scuole superiori ma che non ha mancato di farsi sentire forte e deciso
. "Grazie al mio Istituto ho avuto la fortuna di prendere parte a un viaggio d'istruzione a Bruxelles e di partecipare all'evento 'I giovani incontrano le istituzioni europee', di cui il titolo dice già tutto. È da questo incontro che ho veramente compreso l'importanza della necessità di informarsi per comprendere quello che ci accade intorno e per arrivare consapevoli ad appuntamenti come quello che si terrà a fine maggio. Esistono interi piani operativi dove poter visualizzare nero su bianco cosa l'Europa fa ogni giorno per noi. Dobbiamo dare prova di non essere una generazione passiva!".

Marinella Maldini e Matteo Mandelli
A raccogliere le testimonianze portate dai giovani e a dar loro ulteriore voce e valore è stato infine l'ospite Brando Benifei che, dopo una video testimonianza sullo stato di oscurantismo generale sul tema europeo, ha reso note due campagne delle quali il Parlamento europeo stesso si sta facendo promotore: "Stavolta voto", un progetto finalizzato a spiegare l'importanza che avrà il voto di fine maggio portato da ciascuno di noi,
"perché non partecipare significa continuare ad alimentare quel circolo vizioso per cui la politica non si occupa dei giovani perché i giovani stessi non vanno a votare".

La seconda campagna presentata, dal titolo "Cosa fa l'Europa per me", fa riflettere sui messaggi impliciti trasmessi dai media che raccontano quotidianamente l'Europa, ritraendola dapprima come una telenovela, "un continuo scontro da leader", senza trasmettere la sostanza delle questioni, e poi come un racconto grottesco costellato da vicende mediocri, "l'Europa non si occupa solo di vongole" ha precisato Benifei.
Il messaggio che proprio quest'ultimo ha voluto lanciare e che è stato raccolto con grande entusiasmo da tutti i presenti, giovani e meno giovani, è racchiuso in tali parole: "quella che stiamo vivendo oggi è un'Europa bloccata, bloccata dai lenti meccanismi che la affaticano nella strada intrapresa verso ogni tipo di cambiamento. Per sbloccarla, dobbiamo contrastare queste forze, di cui abbiamo parlato, con gli argomenti giusti, ma prima conoscendoli e capendo cosa fa l'Europa per noi. Non esistono solo le grandi questioni, l'Europa si occupa di noi anche e soprattutto nelle piccole cose, quelle quotidiane, come la salute, la qualità di vita, il lavoro. Difendere e portare nel futuro un modello unico europeo serve proprio per fare quello di cui abbiamo a lungo discusso oggi. Ricordiamoci sempre che senza questo tipo di sistema, che malamente disconosciamo, oggi non saremmo qui a parlare liberamente di quello che vogliamo, oggi non avremmo la libertà civile che molti non sanno nemmeno di avere a discapito di chi invece non può trarne agio".
Durante l'incontro si sono quindi alternate diverse questioni e altrettante sono state le domande da parte degli ascoltatori, ma di fronte all'eterogeneità dei punti di vista, un unico e grande valore è stato portato a casa: agire insieme e consapevolmente come un unico sistema, per essere e soprattutto "sentirsi" cittadini del mondo.
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