Caro Fiorenzo,
ti prego di scusarmi per il tempo intercorso tra questa mia risposta e la visita al Santuario. E’ stato il tempo necessario per rispondere alle scadenze urgenti, ma si è rivelato anche utile per riflettere su cosa resta.
Certamente non restano gli affanni, la frenesia con qui si rincorrono urgenze che portano ad altre urgenze, in un continuo aumento della velocità che svuota e dissipa anziché riempire e compiere.
I luoghi che mi avete fatto visitare introducono invece in un’altra dimensione. Non è semplicemente un fatto di cambiamento di ritmo, di immersione in una natura che non ti aspetti accanto ad una città. E’ di più. E’ vedere ciò che l’uomo ha fatto guardando oltre. Una centrale idroelettrica non si costruisce per un qui ed ora, si costruisce per il futuro. La bellezza della sua realizzazione non era limitata al desiderio immediato di goderne, ma da quello di trasmetterla a chi verrà dopo, affidandone la custodia, non il possesso. La bellezza, come il tempo, non la tieni in tasca, non ne sei mai il proprietario.
In questo contesto il Santuario della Madonna della Rocchetta risplende. Lì mi sembra che l’uomo abbia fatto un passo ancora più in là: ha espresso il suo anelito a Dio. Se la centrale serve agli uomini, quel Santuario serve all’Uomo. Sopra una roccia per essere saldo mentre tutto si muove. In alto per distogliere lo sguardo dalla terra e farci cogliere un’altra dimensione. Immerso nella bellezza della natura che rivela il Creatore all’intelligenza di chi è ancora non riconosce la fede.
Caro Fiorenzo Mandelli,
ti ringrazio per essere custode attento ed appassionato di qualcosa che ci porta fuori dallo spazio dentro il tempo.
Un abbraccio.
Adriano Tomba
Segretario Generale
FONDAZIONE CATTOLICA ASSICURAZIONI